Yoga, per imparare a mettersi in gioco
Tutti gli asana, specie quelli che coinvolgono l’equilibrio, insegnano ad affrontare tutti gli eventi e le sfide con slancio e ottimismo, mettendo in preventivo la possibilità di cadere e di rialzarsi
Lo yoga è una disciplina con tantissimi benefici. Fra questi ce n’è uno che l’insegnante Francesca Cassia evidenzia in modo particolare, perché è molto importante per la vita di tutte noi: insegna a sperimentare, a mettersi in gioco. In ogni situazione quotidiana si può cadere, sbagliando, ma finché non si esce dalla propria comfort zone e non si cade, non si può cercare (e trovare) un equilibrio nuovo e magari più efficace del precedente. La posa chiamata Vrksasana, la Verticale sulle mani (che nella foto è eseguita in una variante un po’ scenografica), è emblematica dell’importanza di questo allenamento psicofisico.
Nella vita bisogna essere un po’ come quando si pratica yoga: leggere, per affrontare gli eventi e le scelte con ottimismo e sereno equilibrio
La leggerezza: una conquista
L’esperta sottolinea che anche la leggerezza è una conquista: la si sperimenta e la si raggiunge quando ci si slancia per eseguire una verticale o quando, nella propria quotidianità, si deve decidere che strada prendere o come risolvere un problema. In entrambi i casi è necessario essere presenti a se stesse, concentrate e consapevoli, ma non avere nessuna aspettativa e non farsi ingabbiare dai timori.
La Verticale è un asana in inversione e in equilibrio che richiede controllo e forza nelle braccia, chiamate a sorreggere il peso del corpo, ma non è un esercizio difficile (se si è disposte a provare l’emozione di una sfida giocosa). Le prime volte è di grande aiuto una parete a cui appoggiarsi. La parete può costituire un supporto anche per cimentarsi nella versione “sbilanciata”, in cui le gambe (come nella foto) si spostano all’indietro, fuori dal baricentro corporeo, anziché rimanere tese e allineate al busto e alle braccia. Si può partire dalla verticale classica, eseguendola a mezzo metro di distanza dalla parete, e lasciar cadere poi le gambe verso il muro, giocando con l’equilibrio. Oppure si può partire da terra, supine e con le gambe a squadra contro la parete, appoggiare le mani ai lati della testa e camminare con i piedi all’insù, lungo il muro, per sollevarsi progressivamente.
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