Yoga: fai la Verticale per imparare a muoverti con fluidità e armonia
L’allenamento propriocettivo che si effettua con asana ed esercizi in equilibrio, specie con quelli capovolti, è utilissimo per organizzare e controllare meglio l’assetto corporeo in tutti i movimenti quotidiani, anche i più banali
Che cosa pensate quando vedete eseguire la verticale yoga sulle mani (Adho Mukha Vrsksasana), anche nella variante con la sforbiciata delle gambe o con la spaccata longitudinale, come quella compiuta da Charlotte Lazzari nella foto? Probabilmente che è una posa di grande bellezza ed eleganza e che non riuscirete mai a effettuarla. L’insegnante Francesca Cassia può darvi una diversa chiave di lettura e smentire le vostre false convinzioni.
La verticale non è solo esteticamente bella da vedere e non è quindi solo un’esibizione di virtuosismo accessibile a pochi: ha infatti un’efficacia allenante che può essere utile a chiunque.
I vantaggi di stare a testa in giù
Tutte le pose capovolte e quelle in equilibrio permettono di lavorare su sistema propriocettivo, cioè sulla capacità che il corpo ha di percepire se stesso nello spazio circostante. Attraverso una fitta rete di meccano-recettori, distribuiti in particolare nelle articolazioni, sulle piante dei piedi e sui palmi delle mani, il cervello viene informato in ogni istante di ciò che accade intorno a noi, mettendo in connessione il “dentro” e il “fuori”. Muoversi nello spazio è un modo per allenare questo sofisticato meccanismo neurologico e quanto più i movimenti eseguiti e le posizioni assunte sono anomale rispetto a quelle abituali, tanto più si sviluppa la capacità di percezione e di controllo.
Gli asana capovolti e in appoggio sulle mani, anche quelli più semplici come il Cane a testa in giù, migliorano l’attività dei recettori e il loro “dialogo” con il sistema nervoso centrale. Il risultato? Si educa progressivamente il corpo a muoversi nello spazio in modo sempre più fluido e aggraziato.
Procedere per gradi
La Verticale yoga non è un esercizio per pochi eletti: forse da bambine l’avete già effettuata, con lo slancio e la curiosità incosciente dell’infanzia, ma anche da adulte potete provarla. Si può procedere per gradi: stando vicine a una parete, provando a sollevare e ad estendere verso l’alto prima una sola gamba, infine eseguendo piccoli saltelli per darsi il giusto slancio e raggiungere l’assetto corporeo capovolto e allineato. L’importante è che le mani non siano completamente aderenti al suolo, ma l’appoggio avvenga soprattutto sui polpastrelli delle dita, le cui potenzialità propriocettive sono molto sviluppate.
Affidarsi al corpo con fiducia
Se avete timore, ricordate che gli antichi maestri yogi insegnavano ad affidarsi al corpo e alla sue capacità con grande fiducia. Quando siete in verticale e perdete l’equilibrio, cadrete di lato senza danno, perché il corpo si “organizza correttamente” per autotutelarsi. Rischiate di farvi male solo se vi irrigidite. Per queste ragioni, un allenamento propriocettivo a base di pose capovolte è utilissimo anche per la vita e i movimenti quotidiani: acquisire una gestione fluida del movimento nello spazio e abituarsi a riorganizzare il proprio assetto in modo agile e armonioso, anche quando ci si trova di fronte a un ostacolo imprevisto, permette di ridurre i rischi di caduta e di trauma anche mentre si cammina.
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