Yoga: scaccia le paure con l’asana del Piccione reale
Come fa il saggio Kapota nella mitologia indiana, questo asana insegna ad affrontare la vita con slancio, sicurezza e determinazione, rialzandosi ogni volta che capita di cadere
Se la guardate, il primo pensiero è che non sarete mai in grado di eseguirla. Eppure la posa del Piccione reale (Esa pada kapotasana) non è così proibitiva come sembra. Certamente occorre prepararla gradualmente, con un allenamento adeguato, ma l’insegnante di yoga Francesca Cassia spiega che riuscire ad effettuarla costituisce una conquista che aumenta la fiducia nelle proprie possibilità e che si tratta di una tenuta con benefici importanti sia sul corpo che sulla sfera emotiva.
La flessibilità e la mobilità articolare, che questa posa mette in gioco, sono due qualità motorie strettamente collegate e importantissime in tutti i gesti della vita quotidiana.
Serve un po’ di esperienza
Il Piccione reale non è adatto alle neofite dello yoga, a meno che non abbiano già (per natura o grazie all’allenamento precedente) due qualità importantissime: la flessibilità e la mobilità articolare. Le aree del corpo che devono avere articolazioni particolarmente mobili sono quella del bacino e quella delle spalle e del petto: l’asana comporta infatti una posizione con una grande apertura delle anche e un’apertura del petto altrettanto sviluppata. Per acquisirle, è consigliabile un esercizio come quello di unire le mani dietro ai glutei e sollevare le braccia, staccandole dal corpo e aprendo le spalle. Inoltre sono utili le pose come il Cobra, il Cane a testa insù e soprattutto il Cigno (la Swan pose degli americani), in cui ci si trova inginocchiate, con i glutei sui talloni, e si estende all’indietro una gamba, mantenendo solo l’altra flessa. Quella del Cigno è anche l’asana con cui si “entra” nella posa del Piccione reale, perché è da questo punto di partenza che si flette la gamba posteriore, se ne afferra il piede (o la caviglia) con una mano e lo si porta il più possibile vicino alla testa, aprendo il petto. Attenzione, ognuno procede secondo le sue possibilità e l’ampiezza del movimento (del tutto soggettiva) non riduce i benefici della tenuta.
Per la flessibilità della schiena
Dal punto di vista fisico, Esa pada kapotasana mobilizza tutta la colonna vertebrale, in particolare le vertebre lombari e dorsali, a tutto vantaggio della flessibilità della schiena, che si mantiene giovane ed efficiente. Inoltre stimola la funziona della tiroide, della paratiroide e delle ghiandole surrenali, riequilibrando tutto il sistema ormonale femminile.
I benefici psico-emotivi
Ci sono poi importanti benefici a livello psico-emotivo. Secondo gli insegnamenti dei maestri yogi, nel bacino si accumulano le paure, che ci impediscono di lasciarci andare, quindi sbloccare questa zona è metaforicamente utile per slanciarsi verso la vita: l’apertura del petto è anch’essa simbolo di uno slancio vitale, perciò il Piccione reale è ritenuto di grande aiuto per ritrovare determinazione. Nella mitologia indiana, Kapota (il cui nome è contenuto nella denominazione dell’asana) è un saggio che cade spesso in errore, ma che dimostra che attraverso la forza di volontà e l’impegno si può cadere, ma ci si può rialzare ogni volta.
L’esperta consiglia
Nell’esecuzione non dovete pesare sulla zona lombare della colonna. Se avvertite fastidio, non inarcate la schiena all’indietro, mantenetela eretta. Alla fine della tenuta, che dovrebbe durare almeno 5 respirazioni complete per lato, eseguite degli esercizi di torsione del busto, per riportare in equilibrio l’assetto della colonna vertebrale.
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