Scarpe da running: l’abc per scegliere quelle giuste
Scegliete modelli specifici da running tenendo conto del vostro livello di allenamento, di quanto spesso e quanto a lungo correte, di come appoggiate il piede al suolo
La scelta corretta delle scarpe per correre è fondamentale per far sì che i rischi di traumi articolari e di infortuni muscolo-tendinei siano ridotti al minimo. Devono essere tecniche, specifiche per il running.
Alle principianti serve un supporto plantare e un sostegno alla caviglia ancora maggiore di quello necessario per le runner esperte che, al contrario, hanno gesti più precisi e muscoli più forti, in grado di compensare eventuali errori nell’appoggio dei piedi al suolo.
Provatele!
Come sottolinea Elena Simeone, Nike master trainer, personal & group trainer e fitness blogger (www.justlovefit.it) la scarpa deve adattarsi all’attività e al piede che la indosserà. Va innanzitutto provata. Per il running troverete modelli differenti anche per chi correndo appoggia prima il tallone o l’avampiede. Considerate l’uso che farete delle vostre scarpe: il modello cambia se siete principianti, se correte solo ogni tanto o se siete allenate e correte 2/3 volte a settimana per almeno 20/25 chilometri. E ancora, pensate a dove andrete a correre: su strada, al parco, su terreni sterrati?
L’errore da evitare
Mai utilizzare le scarpe da training in palestra anche per correre (e viceversa). Al di là della struttura e del supporto della tomaia, anche solo la costruzione della suola è molto diversa. Le scanalature del modello per il running hanno un disegno regolare e tendenzialmente unidirezionale, cioè procedono nella direzione di marcia: devono infatti guidare il piede in un movimento di avanzamento perlopiù rettilineo (fanno eccezione i modelli da trail running, una disciplina offroad che richiede scolpiture più complesse).
Le scanalature delle scarpe da training invece sono più articolate, perché devono supportare il piede che si muove in più direzioni. La controprova? Se vi allenate in palestra con scarpe da running, l’impegno è superiore, perché la suola non è progettata per seguire i movimenti multidirezionali del piede.
Diversa è anche l’ammortizzazione delle scarpe da running e di quelle da palestra: qui non serve tanta elasticità e protezione dagli impatti come sulla strada (o sulla pista di atletica), nemmeno nei workout ad alta intensità.
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