Pilates: scopri i 6 principi base
È un allenamento dolce pensato per migliorare la respirazione, la coordinazione, il controllo dei movimenti che diventato più fluidi e precisi e la postura. Ma il metodo Pilates, molto amato dai ballerini classici, aiuta anche ad allungare i muscoli rendendo la linea più sottile
«Poco movimento eseguito con precisione in una sequenza bilanciata ha lo stesso valore di ore di contorsioni forzate e fatte in modo approssimativo».
La frase, che sovverte le regole di allenamento di tanti fitness addicted, fu pronunciata da Joseph Hubertus Pilates (1880-1967) e riassume le caratteristiche del metodo di allenamento da lui inventato, che porta il suo nome. Pensateci, quando vi sfinite di fatica e di sudore in sedute di lavoro interminabili, certe di migliorare la vostra forma fisica.
Più agili ma anche più toniche e sottili
Pilates, un ex atleta di origine tedesca, mise a punto il metodo negli anni Venti del secolo scorso, con l’obiettivo di preparare il corpo a eseguire con facilità, armonia e naturalezza tutti i movimenti quotidiani. I primi ad apprezzare e diffondere i suoi insegnamenti, anche per recuperare dopo un infortunio sono stati i ballerini classici.
Il metodo ha un approccio dolce e non aggressivo nei confronti del fisico: gli esercizi, che sono centinaia, possono anche essere molto intensi, ma vengono sempre modulati sulle possibilità individuali. Includono tutti i movimenti di flessione, estensione, allungamento e torsione del busto e degli arti, su tutti i piani spaziali. I benefici non sono solo funzionali ma anche estetici: forme sode e proporzionate, fianchi sottili, addome piatto, muscoli definiti ma non ingrossati.
Gli obiettivi del metodo
Sei concetti chiave rendono la tecnica Pilates diversa da tutte le altre forme di fitness. Li spiega Anna Maria Cova, direttrice della Covatech Pilates School, che è stata la prima a diffondere questa forma di allenamento in Italia.
- Respirazione. Ogni esercizio deve essere abbinato alla corretta respirazione, caratterizzata da atti respiratori fluidi e completi.
- Controllo. Nessun movimento è approssimativo o meccanico. Bisogna sempre “ascoltare” il proprio corpo mentre si muove, imparando a percepire quali muscoli sono di volta in volta impiegati e abituandosi a farli lavorare più correttamente.
- Precisione. Per un’esecuzione proficua è indispensabile mantenere la postura corretta e compiere ogni gesto in modo bilanciato ed equilibrato, mai casuale.
- Concentrazione. Lavorando con attenzione non sono necessarie infinite ripetizioni per ogni esercizio. Il Pilates ne prevede un numero limitato, perché i benefici non dipendono dalla quantità ma dalla qualità dell’esecuzione.
- Fluidità. I movimenti non devono essere eseguiti in modo rigido e contratto, ma armonioso. Né troppo veloci, né troppo lenti.
- Baricentro. Pilates parlava di “powerhouse”, la zona centrale del corpo (quella dell’addome profondo, dove sta il baricentro). I suoi muscoli devono essere sempre attivati. Abituando quest’area a lavorare correttamente, si acquisisce la postura più equilibrata e corretta, prevenendo fastidi e tensioni lombari.
Due possibilità di allenamento
Il lavoro a corpo libero. Si chiama Mat work ed è il più noto e diffuso, perché viene praticato nei corsi di gruppo in palestra. Prevede solo l’impiego di un materassino e, talvolta, di piccoli attrezzi ausiliari come la palla morbida, gli elastici o il cerchio.
Il lavoro con le macchine. Si esegue individualmente o in piccolissimi gruppi nei centri Pilates specializzati. Prevede l’uso di grandi macchinari dai nomi curiosi (Universal Reformer, Cadillac, Barrel, Chair), con carrelli scorrevoli e lettini dotati di cinghie, molle, tiranti e strumenti volti a creare resistenze, che l’allievo deve contrastare.
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