Pilates: scopri come usare al meglio il Reformer
Il Reformer è la più conosciuta fra le “macchine” del Pilates e consente di eseguire esercizi total body molto diversificati, in cui è necessario contrastare l’instabilità del corpo con un efficacissimo lavoro del core
Il mondo del Pilates comprende due diversi tipi di allenamento che sono complementari ma che possono anche essere seguiti indipendentemente l’uno dall’altro. C’è il Mat work a corpo libero, il più conosciuto anche dalle frequentatrici delle palestre “normali”, che si svolge in corsi di gruppo, su un materassino e con l’ausilio di piccoli attrezzi (come la palla, gli elastici, il magic circle). E c’è il lavoro caratteristico degli studi Pilates specializzati, un allenamento individuale o in piccolissimi gruppi che richiede l’impiego di attrezzature ad hoc, di grandi proporzioni: le cosiddette “macchine”.
Alla scoperta dell’Universal Reformer
Anna Maria Cova, fisioterapista e fondatrice della CovaTech Pilates School (www.covatechpilates.com), ci fa conoscere il Reformer (il nome completo è Universal Reformer) e il tipo di esercizi che questa “macchina” consente.
Il Reformer è il più noto al grande pubblico fra i grandi attrezzi, perché alcune sue versioni più leggere o rielaborate sono usate anche in alcuni corsi di gruppo nei centri fitness.
Ha la forma di un lettino di legno o di metallo, dotato di un carrello che può scorrere avanti e indietro e che è collegato a una resistenza, modulabile grazie a un sistema di molle di diversa robustezza posizionate al di sotto di esso. Le molle si agganciano (o si sganciano, secondo il bisogno) ad una delle due testate, dove si trova anche un supporto tubolare a forma di maniglione. All’estremità opposta, invece, sono attaccate due cinghie provviste di maniglie all’estremità libera, che scorrono in un sistema di carrucole e in cui si possono inserire le mani o i piedi.
Come si utilizza
Sulla piattaforma mobile ci si può sdraiare, sedere o posizionare in modi diversi, per sfruttare molle e tiranti nell’esecuzione di un’ampia gamma di esercizi. L’allenamento sul Reformer è di tipo dinamico e l’instabilità dell’appoggio impone un lavoro costante di “core stability”, cioè un’attivazione continua dei muscoli della zona che Joseph Hubertus Pilates chiamava Powerhouse, deputata al mantenimento dell’equilibrio e della postura corretta. Per controllare il carrello, evitando che “vi scappi”, dovete infatti attivare sempre gli addominali in profondità.
Quali esercizi
Gli esercizi possibili sono numerosissimi e mettono in gioco tutta la muscolatura in modo sinergico, concentrando maggiormente l’attenzione ora sulle gambe, ora sull’upper body. La presenza delle molle fa sì che gli stimoli allenanti siano vari e diversificati, perché si può lavorare in isometria (cioè mantenendo determinate posizioni ed evitando che il carrello si muova), oppure in movimento, contrastando la resistenza delle molle e controllandone sia la fase di allungamento che quella di accorciamento.
Per diversificare l’allenamento
Ma non è tutto: si può anche adottare una resistenza quasi nulla, in questo caso la difficoltà consiste nel trattenere il carrello (che tende a spostarsi) attraverso il lavoro dei muscoli. L’intensità dell’impegno è sempre modulabile e personalizzabile, aumentando o riducendo il numero di molle.
L’idea in più
Tutti gli esercizi che Pilates ha studiato sul Reformer trovano un loro corrispondente movimento allenante anche nel Mat work a corpo libero.
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