Corsa e mindfulness: tanto diverse, tanto simili
Una recente indagine evidenzia che sono accomunate da benefici psichici di centratura, creatività, lucidità e ispirazione sorprendenti
Si parla tanto dei benefici della mindfulness, la tecnica che insegna a non prestare attenzione agli stimoli esterni, inutili divoratori di energie, e a concentrarsi solo sul “qui e ora” per ritrovare calma e ricaricare le batterie. E si parla tanto del benessere regalato dal running, che non è solo uno sport utile alla forma fisica ma, come evidenziano molti studi recenti, ha ripercussioni positive sullo stato d’animo e sulla serenità di chi lo pratica.
Oggi c’è addirittura chi ha coniato l’espressione ibrida “runfulness”, per sottolineare le numerose potenzialità che accomunano uno sport e una pratica di concentrazione e di autoascolto solo in apparenza tanto diversi fra loro.
I punti di contatto fra il running e la mindfulness sono stati oggetto di una ricerca svolta da Brooks, coinvolgendo in un sondaggio degli appassionati di running di vari Paesi (Italia, Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Paesi Bassi). Coordinatore del lavoro è stato il professor Olivier Oullier, specialista in neuroscienze.
In un ambiente rilassante e silenzioso
L’effetto “runfulness” sembra verificarsi quando le persone corrono in un ambiente visivo di loro gradimento e senza radio, podcast o musica che le distraggano. La scienza ha dimostrato che si può raggiungere uno stato di maggiore consapevolezza durante la corsa: ciò si verifica quando i livelli di stress e di concentrazione eccessiva diminuiscono contemporaneamente nel cervello, e questo è sicuramente uno degli effetti del running. I praticanti, in poche parole, raggiungono uno stato di benessere che sblocca qualcosa dentro di loro, dando spazio a nuove idee, nuovi modi di pensare, nuove opportunità.
A caccia di nuove idee
Fra i runner coinvolti nel sondaggio, il 75% dichiara che la mente si rilassa sempre durante la corsa (per il 15% questo accade “qualche volta”), l’80% si sente pieno di nuove energie alla fine di una seduta di allenamento e il 77% afferma di sentirsi pronto per affrontare nuove sfide. Ed ecco la sorpresa: interrogati se la corsa li abbia mai portati ad avere nuove idee, che hanno cambiato la loro vita privata o professionale, 8 intervistati su 10 hanno dichiarato di sì. Ciò significa che mentre si corre ci si disconnette dai problemi e dalle preoccupazioni della quotidianità (esattamente come accade in una sessione di mindfulness) e nel cervello scorre liberamente un flusso di idee “nuove”.
Il momento giusto per prendere decisioni
I runner non sempre sono in grado di dare forma precisa a questo flusso di idee, ma sono numerosi quelli che ammettono di avere preso anche grandi decisioni durante le loro uscite di training. Molti hanno trovato soluzioni a problematiche lavorative, perché la corsa li ha ispirati a valutare possibilità diverse da quelle che avevano considerato fino a quel momento, altri hanno trovato il modo per raggiungere un migliore equilibrio fra la vita privata e il lavoro, altri ancora hanno deciso, ad esempio, di divorziare. E tutti lo hanno fatto correndo, grazie a uno stato mentale “libero”, “lucido”, “recettivo” e “ispirato” che è difficile raggiungere durante le altre attività della giornata.
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