Acrovibes: anche tu puoi fare (un po’) l’acrobata
Con un metodo di allenamento studiato per il grande pubblico ed esercizi ad hoc in progressione, si può arrivare a eseguire asana di grande effetto, in cui uno dei due partner sorregge l’altro
Se recentemente vi è capitato di partecipare a festival di yoga o a eventi fitness, avrete notato che in queste rassegne trovano spazio sempre più spesso le evoluzioni in coppia dell’acroyoga: una branca di grande effetto della disciplina, in cui gli asana vengono eseguiti con uno dei due partner che sorregge l’altro. Alzi la mano chi di voi, assistendo a quelle evoluzioni, non ha pensato che si tratti di acrobatica pura, accessibile a pochi eletti. Errore.
Oggi è arrivato il progetto acrovibes, un programma di training che insegna al grande pubblico a conoscere il proprio corpo, a controllarlo meglio e ad arrivare alla tenuta di posizioni spettacolari, in coppia e in singolo. Non una lezione di yoga, ma un vero e proprio allenamento.
Il programma è davvero completo: tonifica, modella e snellisce la figura, migliora la flessibilità, la coordinazione, l’equilibrio.
Una sfida alla legge di gravità
Il metodo è stato ideato da due insegnanti yoga, Paolo Zotta e Alessandra Zavattarelli, e combina ginnastica acrobatica, allenamento funzionale ed esercizio propriocettivo per insegnare a tutti a sfidare la gravità. Elena Simeone, Nike master trainer, personal e acrovibes trainer ci spiega che alle posizioni e ai passaggi acrobatici si arriva per gradi. Fin dalle prime lezioni si comincia infatti a lavorare sull’equilibrio e su esercizi in coppia, volti a prendere confidenza l’uno con il corpo dell’altro, ad acquistare fiducia reciproca, a trovare armonia. Si parte con un riscaldamento fitness e con ripetute prove, volte a creare sincronia: ad esempio si effettuano degli squat schiena contro schiena con il partner. Solo successivamente si passa ad affrontare figure più complesse.
Ruoli diversi
Nel lavoro in coppia bisogna scegliere chi è la “base” (così si indica il partner che sorregge) e chi il “flyer” (quello che viene sollevato in aria) e si segue un percorso didattico preciso. Non crediate che i risultati arrivino sempre e per tutti, “al primo colpo”: occorrono prove, impegno e allenamento. Ma è importante sfatare tante false convinzioni, che spesso precludono al grande pubblico l’accesso questa disciplina affascinante. Ad esempio, sappiate che non serve essere forti per fare la base, ciò che conta è la tecnica: imparando schemi motori, prese e modalità per posizionare le mani e i piedi si scopre piano piano che tutti possono farcela. Le evoluzioni finali sono un fluire di posizioni yoga (ma non solo), con un allenamento total body efficace ed entusiasmante.
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