Benessere alla scrivania: bastano piccole pause di 15 minuti
Recenti ricerche hanno provato che interrompere anche per pochi minuti l’immobilità sul posto di lavoro è determinante per combattere stress, cattivo umore e disagi psicofisici
Empiricamente lo sappiamo tutte: quando si rimane molto a lungo alla scrivania ci si sente costrette, stressate, insofferenti, spesso compaiono tensioni localizzate e indolenzimenti, si sente il bisogno di sgranchirsi e il benessere generale viene compromesso. Adesso, però, esistono anche dati più precisi che fotografano questa condizione di disagio psicofisico: sono quelli di tre ricerche interconnesse, promosse da Asics e svolte su scala mondiale per monitorare la relazione fra “state of mind” e attività motoria, quindi anche fra lo stato d’animo e la protratta immobilità da permanenza alla scrivania. Se si considera che un recente studio, promosso dalla piattaforma di formazione online GoodHabitz, rivela che solo il 23% dei lavoratori dipendenti italiani ammette di avere sviluppato competenze sulla gestione dello stress, importantissima per una serena conduzione del proprio lavoro e dei rapporti con i colleghi, le evidenze delle ricerche Asics appaiono ancora più utili per la semplicità delle soluzioni proposte.
C’è una strettissima interconnessione fra i livelli di stress (o, se preferite, di benessere psico-emotivo) e l’abitudine alla pratica sportiva e all’attività fisica.
Stress e sedentarietà
Dal primo studio, svolto su 26.000 partecipanti in 22 Paesi di tutto il mondo (inclusa l’Italia), è emerso che i punteggi di “state of mind” diminuiscono quanto più le persone non svolgono attività fisica. Un ulteriore approfondimento, svolto nel settembre 2024 su oltre 7000 lavoratori di 7 Paesi dei vari continenti, ha riguardato i lavori poco dinamici e l’impatto sugli intervistati del lavoro quotidiano e continuativo alla scrivania. La ricerca ha evidenziato che dopo appena due ore di lavoro i punteggi di “state of mind” iniziano a diminuire e i livelli di stress ad aumentare. Dopo quattro ore di lavoro ininterrotto, i livelli di stress dei lavoratori aumentano significativamente del 18%.
L’importanza del break
Solo un recentissimo esperimento, chiamato “Desk break” e svolto nello scorso mese di luglio con la supervisione del dottor Brendon Stubbs del King’s College di Londra e dell’Università di Vienna, ha completato il quadro dimostrando che 15 minuti di movimento possono aiutare a invertire questi effetti. Nel dettaglio, quando i lavoratori dipendenti aggiungono appena 15 minuti di esercizio fisico alla loro giornata lavorativa, il loro stato mentale migliora del 22,5%, con un aumento del punteggio complessivo da 62/100 a 76/100. L’esperimento ha dimostrato che fare una pausa giornaliera dalla scrivania nell’arco di una sola settimana permette di abbassare i livelli di stress del 14,7%, di aumentare la produttività del 33,2% e di migliorare la concentrazione del 28,6%. Il 33% dei partecipanti si sono sentiti più rilassati e il 28,6% più calmi e pazienti. Il 79,2%, infine, ha dichiarato che se venissero loro offerte pause più regolari, sarebbero più fedeli al loro datore di lavoro. In Italia, i soggetti che sono sedentari per 10-11 ore al giorno hanno riportato un punteggio di “state of ind” significativamente più basso, pari a 55/100, rispetto a coloro che sono inattivi solo per 4-5 ore al giorno (60/100).
Il commento dell’esperto
Il dottor Stubbs, ricercatore di rilievo nel campo dell’esercizio fisico e della salute mentale, ha così commentato i risultati degli esperimenti: «Avevamo già dimostrato come 15 minuti di esercizio fisico possano migliorare significativamente il punteggio dello stato d’animo delle persone. Quello che però ci ha sorpreso della ricerca “Desk break” è stata l’efficacia che le pause di movimento di 15 minuti hanno nel migliorare il benessere e nel ridurre lo stress, tanto da cambiare perfino in meglio la percezione che le persone hanno del loro posto di lavoro». L’invito del ricercatore e di tutti gli esperti, rivolto a tutti, è quindi di interrompere più volte la propria immobilità alla scrivania nell’arco della giornata, con brevissime pause rigeneranti in cui sgranchirsi ed eseguire piccoli esercizi di mobilità e di stretching.
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