5 falsi miti su cani e gatti
Quanto conosci davvero il tuo migliore amico? Un esperto di Ultima Petfood smonta i luoghi comuni più frequenti su cani e gatti
Cani e gatti sono da centinaia di anni i nostri amici più cari, i confidenti che non tradiscono mai, i membri della famiglia che siamo genuinamente contenti di rivedere quando torni a casa e a cui non riusciamo a tenere il muso nonostante gli occasionali disastri che si abbattono su tappeti, scarpe, divani e suppellettili. Eppure, non sempre siamo in grado di distinguere i luoghi comuni dalla loro vera natura. A fare chiarezza ci pensa il dottor Valerio Ciarrocchi, nutrizionista e riabilitatore vet per Ultima Petfood.
Una vita in bianco e nero?
Spesso sentiamo dire che il mondo di cani e gatti somiglia ai film degli anni ’50, ma non è affatto così. «Cani e gatti riescono perfettamente a vedere altri colori oltre al bianco e al nero» chiarisce il dott. Ciarrocchi. «Il cane, in particolare riesce a vedere il giallo e il blu, ma non il rosso, a differenza del gatto e dell’uomo che vedono tutti e tre i colori primari. Inoltre, il cane, ha un campo visivo di circa 240°, con una vista binoculare che permette di vedere movimenti e oggetti anche a 900 metri di distanza».
La dieta casalinga è sempre la migliore
Cucinare anche per loro sembra un atto di amore smisurato, ma attenzione a non dare per scontato che bastino carne o pesce alla griglia per soddisfare i loro bisogni. Anzi, una dieta improvvisata potrebbe rivelarsi dannosa per la salute con conseguenze piuttosto serie. «Innanzitutto, solo il 50% delle diete casalinghe è correttamente bilanciato. Una dieta fai-da-te non seguita da un esperto è rischiosa, perché spesso carente di nutrienti essenziali» precisa il nutrizionista. Meglio quindi farsi consigliare dal veterinario e scegliere prodotti adatti alla loro dieta, digeribili ed equilibrati.
Cane e gatto non possono vivere insieme
A dispetto dell’amichevole competizione tra gattare e canare, l’idea che cane e gatto siano nemici per natura va ridimensionata. La loro convivenza può essere impegnativa, ma non esclude momenti di grande complicità e affetto. Lo scriveva anche Daniel Pennac in Abbaiare stanca (Salani): “Un gatto, nella sua vita, incontra prima o poi un cane che lo colpisce. Gli altri cani non li sopporta, ma quello lo ama: è così”.
Nella realtà, più che di un colpo di fulmine si tratta invece di un innamoramento diesel…
«In casa ho la fortuna di avere due gatti e due cani» testimonia l’esperto. «Li trovo spesso a dormire uno accanto all’altro, ad accudirsi vicendevolmente attraverso il grooming (cioè la pulizia del pelo) e persino a proteggersi a vicenda. Per arrivare a questa piacevole coabitazione, è consigliato abituare il cane o il gatto sin dalla giovane età alla presenza dell’altra specie».
Il cane ti ama sempre, il gatto solo quando ha fame
Ai cani viene attribuita una fedeltà incrollabile, ai gatti un sottile opportunismo. Sarà vero? «L’indole dei gatti è effettivamente più indipendente. Tocca al proprietario capire il carattere del proprio gatto e accettarlo, anche se sarà sicuramente diverso da quello di un cane. A livello caratteriale il cane è un animale più abituato a essere addomesticato, mentre il gatto segue molto di più l’istinto» prosegue il dott. Ciarrocchi. «In ogni caso, il padrone resta un punto di riferimento: alcuni gatti dimostreranno con le fusa il loro affetto, altri invece dormiranno sopra i propri amici umani. Anche nella manipolazione, non tutti i gatti hanno lo stesso atteggiamento. Alcuni amano essere toccati, altri invece lo rifiutano completamente… ma attenzione, non è questo aspetto che determina la loro riconoscenza».
Prendi un gatto, è meno impegnativo…
Niente di più falso. «In casa ho un gatto, di nome Blu, che ha le stesse esigenze di uscire, la stessa voglia di rincorrere e riportare una pallina e soprattutto la stessa ansia da separazione di un cane» assicura l’esperto. «Un gatto che vive in casa ha le stesse esigenze di un cane, solo espresse in un’altra forma. È importante che il padrone le riconosca e sappia fornire, quotidianamente, una vita stimolante al proprio gatto. Che resta sempre un predatore… infatti ha spesso una vita molto più attiva in orari insoliti, come la notte» Questo sfasamento negli orari potrebbe addirittura richiedere più ingegno e accuratezza nel programmare il tempo insieme, soprattutto se si rientra stanchi da lavoro. A riprova che anche il gatto ha bisogno delle sue attenzioni, sappiate che anche loro tendono a fare binge eating. «Ho assistito pazienti felini che cercavano di scaricare lo stress e la noia nel cibo, passando la giornata tra poltrona e ciotola. Un comportamento che può portare a uno stato di grave obesità con danni clinici irreversibili»
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