Lo strabismo
Molte persone lo considerano solo un problema di tipo estetico. In realtà, lo strabismo è un disturbo vero e proprio: l’occhio strabico può non imparare a vedere poiché la persona usa automaticamente solo l’occhio sano. Inoltre, può accompagnarsi a difetti visivi. Ecco perché è importante non trascurarlo.
Una deviazione visiva
Lo strabismo consiste in una deviazione dell’asse visivo a causa di un malfunzionamento dei muscoli oculari estrinseci. In pratica, gli occhi non guardano nella stessa direzione, ma in direzioni diverse.
Si distinguono tre tipi di strabismo in base all’asse di deviazione visiva:
- convergente, quando un occhio è deviato all’interno;
- divergente, quando un occhio è deviato all’esterno:
- verticale, quando un occhio è più basso o più alto dell’altro.
Normale nei neonati
Nei primi sei mesi di vita può succedere che il piccolo sia saltuariamente strabico. Un neonato, infatti, non è ancora in grado di controllare perfettamente i movimenti dei due occhi, né è in grado di utilizzarli contemporaneamente. Inoltre, può avere difficoltà a mettere a fuoco gli oggetti vicini (spesso i neonati sono ipermetropi).
Nei primi mesi, oltretutto, non si è ancora sviluppata la visione binoculare, quella cioè che consente agli occhi di vedere, in contemporanea, la stessa immagine.
Questo spiega perché, quando il bimbo è concentrato a fissare qualcosa, per esempio un giocattolo, accade spesso che uno dei due occhietti appaia deviato verso l’interno, cioè verso il naso (si parla allora di esotropia), o verso l’esterno (exotropia).
Questo tipo di strabismo è quasi sempre temporaneo ed è dovuto semplicemente al fatto che l’apparato visivo non è ancora giunto a completa maturazione.
Da che cosa dipende
Il mancato parallelismo tra i due occhi dipende da anomalie dei muscoli che li muovono oppure dei nervi: se i nervi non funzionano correttamente, infatti, anche i muscoli vengono limitati nel movimento.
Queste anomalie possono essere congenite e, quindi, essere presenti fin dalla nascita oppure subentrare durante la crescita.
Lo strabismo può derivare o associarsi anche a difetti visivi, come la miopia, l’ipermetropia o l’astigmatismo.
Uno strabismo nell’adulto può essere l’esito di uno strabismo infantile trascurato o di una recidiva tardiva.
In molti casi lo strabismo si vede a occhio nudo. In altri è meno evidente: il genitore e il medico generico non riescono bene a identificarlo.
Proprio per questo motivo è sempre e comunque consigliabile rivolgersi allo specialista oculista.
In alcuni casi particolari lo strabismo può essere anche una condizione transitoria (si parla allora di strabismo latente): questo tipo di disturbo si manifesta, per esempio, quando il bambino è più stanco.
Come si interviene
Le cure variano a seconda della situazione.
L’occlusione e gli occhiali
Se lo strabismo è legato a un difetto visivo, correggendo quest’ultimo il quadro tende a normalizzarsi.
Quando lo strabismo comporta un ridotto funzionamento dell’occhio deviato (“occhio pigro”) si procede alla sua occlusione tramite appositi cerotti oppure adesivi per occhiali. In questo modo si costringe l’occhio “pigro” a lavorare e il cervello ad accettare le immagini sfuocate che arrivano da esso.
noltre, si correggono gli eventuali difetti visivi prescrivendo occhiali adatti alla situazione.
Se questi due interventi non riescono a risolvere lo strabismo, allora si può valutare la correzione chirurgica, che comunque non sempre garantisce risultati definitivi.
La correzione chirurgica
L’obiettivo dell’intervento è indebolire l’azione dei muscoli che funzionano troppo o accentuare quella dei muscoli che funzionano poco (anche in caso di lesioni ai nervi, i muscoli sono danneggiati, quindi si interviene solo su questi ultimi).
In pratica, si apre la congiuntiva e si raggiungono i muscoli che muovono l’occhio e che permettono la visione: se l’obiettivo è indebolirli, essi vengono spostati all’indietro, se, invece si vuole rafforzarli, si spostano in avanti.
In genere, l’intervento viene eseguito nell’infanzia, difficilmente però prima dei tre anni di età. Comunque, può essere effettuato anche durante l’età adulta.
L’intervento sui bambini viene sempre eseguito in anestesia generale. Nel caso degli adulti, invece, si può operare anche in anestesia locale.
Se lo strabismo è congenito, non si può ottenere la visione binoculare nemmeno attraverso l’intervento chirurgico. È possibile, però, fare in modo che gli occhi raggiungano un certo grado di cooperazione: in questo caso è importane operare il bambino più precocemente, altrimenti non è più possibile garantire la cooperazione tra i due occhi.
L’intervento ha una durata variabile a seconda del grado di strabismo: se si devono spostare solo due muscoli, dura all’incirca 30 minuti, se invece è necessario agire su quattro muscoli può durare anche un’ora e mezza.
La tendenza attuale è quella di non bendare i bambini dopo l’intervento, ma di applicare solo una pomata antibiotica. In questo modo i piccoli, quando si risvegliano, possono immediatamente riaprire gli occhi, vivendo meglio la situazione.
I risultati non sempre sono definitivi. In certi casi è necessario reintervenire. Succede soprattutto in caso di strabismi marcati, che interessano più muscoli. Occorre anche sapere che l’intervento non corregge eventuali difetti visivi legati allo strabismo.
In genere, la persona viene dimessa il giorno stesso dell’operazione. Nei giorni successivi gli occhi sono rossi. Inoltre, possono presentarsi disturbi visivi passeggeri, lacrimazione, bruciore, prurito e, a volte, mal di testa. Tutti questi problemi solitamente spariscono con un trattamento locale (gocce o pomata) a base di antibiotico e cortisone. La cicatrizzazione completa della congiuntiva richiede qualche giorno.