25/10/2021

Il desiderio e le sue regole (ancora oscure)

Veronica Colella Pubblicato il 25/10/2021 Aggiornato il 26/10/2021

Le spiegazioni biologiche vengono messe sempre più spesso in discussione

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La biologia può davvero spiegare le leggi dell’attrazione? La psicologia evoluzionista sostiene che quando si tratta di desiderio la nostra specie sia condizionata, almeno in parte, dalla ricerca di buoni geni o della perfetta dolce metà con cui allevare la prole. E siccome non sempre queste due caratteristiche coincidono, le preferenze delle donne dovrebbero mutare come la marea.

Quando ci troviamo nella fase fertile del ciclo siamo decisamente più materiali, mentre altre fasi riportano a galla il nostro lato pragmatico. Ma sarà davvero così?

La donna è mobile…

Durante l’ovulazione potremmo trovare attraenti anche uomini da cui normalmente ci terremmo alla larga, purché abbiano determinate caratteristiche che il nostro subconscio interpreta come particolarmente desiderabili sotto il profilo genetico. Una mascella marcata, una certa simmetria nei tratti del volto, la tendenza a esibire un comportamento dominante o competitivo, una voce profonda… poi il ciclo cambia fase e le nostre priorità cambiano, orientando le nostre preferenze verso quei maschi che danno l’idea di poter essere ottimi compagni e ottimi padri, ovvero quelli più collaborativi e premurosi.

Alcuni studiosi hanno addirittura ipotizzato che lo scenario più vantaggioso potrebbe essere proprio quello in cui si ottengono i geni di un partner (quello competitivo) ma si mette su casa insieme all’altro (quello collaborativo). E questo potrebbe renderci più interessate al sesso con un affascinante sconosciuto se l’occasione si presenta nella giusta finestra temporale.

Tutte dicerie (o quasi)

Queste ipotesi sono state messe in discussione da due studi recenti, pubblicati rispettivamente sulle riviste Psychological Science e Evolutionary Psychology. Il primo smentisce l’idea che le nostre preferenze siano così ballerine: è vero che durante l’ovulazione troviamo gli uomini più attraenti, ma si tratta di una differenza molto lieve rispetto alle altre fasi del ciclo e si applica a qualsiasi partner potenziale, a prescindere da quanto è roca la sua voce o quanto è mascolino nei modi. Non solo, tendiamo a considerare gli uomini competitivi e che flirtano più apertamente un po’ meno affidabili degli altri quando si tratta di relazioni a lungo termine. Quanto all’idea che la nostra propensione al sesso occasionale possa variare in base ai picchi di fertilità, gli autori del secondo studio si mostrano piuttosto scettici. Magari sarà vero che passiamo qualche minuto in più allo specchio o scegliamo vestiti che ci facciano sentire più sexy, come sostengono studi precedenti, ma non c’è alcuna prova di un maggiore o minore interesse verso il sesso senza legami (e tantomeno per il tradimento) in base alle variazioni ormonali.

E gli uomini?

Secondo queste teorie, per gli uomini non è così cruciale essere selettivi. Anzi, avere più partner massimizza le chance di riprodursi a scapito di potenziali rivali genetici. Ecco perché le loro preferenze dovrebbero essere più stabili e orientate verso le partner (o i partner) più fertili. È quello che suggerisce uno studio pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences: etero o gay, gli uomini tendono a trovare questa caratteristica desiderabile. La prova? Facendo giudicare ai partecipanti (eterosessuali e non) finte schede cliniche che includevano questa informazione, la stessa donna è stata giudicata più o meno attraente in base al suo livello di fertilità. Ripetendo l’esperimento con un profilo maschile i ricercatori hanno scoperto che il ragionamento resta valido per i partecipanti gay, ma non per quelli etero (forse per mancanza di immedesimazione).