Realtà virtuale, la terapia innovativa contro ansia, stress e fobie
A differenza del mondo fisico, legato al caso e all’imprevisto, il mondo virtuale permette di procedere per gradi e con l'aiuto di un terapeuta, affrontando difficoltà sempre maggiori a seconda dei propri tempi e progressi
Le nuove tecnologie possono essere utili anche per superare ansie e paure? Psicoterapia e neuroscienze stanno indagando l’efficacia della realtà virtuale in una serie di ambiti che spaziano dalle fobie ai disturbi da stress post-traumatico, impiegandola sia nei percorsi di riabilitazione che nelle sessioni di terapia cognitivo-comportamentale, sfruttandone le potenzialità per modificare atteggiamenti ed emozioni dei pazienti in ambienti virtuali protetti e controllati.
A chi può essere utile
La natura di questi esercizi varia a seconda dell’obiettivo che si intende raggiungere: alcuni scenari sono stati studiati per sviluppare la capacità di esprimere emozioni e comunicare con gli altri, altri per permettere la riabilitazione motoria e cognitiva in seguito a un incidente o a una malattia. Guidati dall’esperto di riferimento, i pazienti con fobie specifiche possono mettere alla prova la loro resistenza a situazioni stressanti e imparare a gestire i sintomi della paura senza perdere il controllo.
Un vero punto di svolta per chi ad esempio ha paura degli aghi, di volare, delle altezze, degli insetti o dei cani, ma anche per chi ha difficoltà a parlare in pubblico o soffre di claustrofobia.
Gli strumenti necessari
La modalità di utilizzo più frequente è quella immersiva, che permette di calarsi nello scenario virtuale utilizzando casco o occhiali 3D, guanti aptici e tracciatori sensoriali. La simulazione permette una visione completa dell’ambiente e l’esperienza può comprendere l’interazione con personaggi creati ad hoc, simulando relazioni e situazioni quotidiane. La realtà virtuale concede inoltre l’opportunità di replicare (almeno in parte) colori e suoni della natura senza lasciare la città, come spiega la dottoressa Daria D’Alia sul sito web dell’Istituto A.T. Beck di Roma. L’esercizio proposto a pazienti che seguono un percorso di terapia dialettico comportamentale serve ad apprendere i principi della mindfulness: indossando gli occhiali 3D si ha l’illusione di immergersi in un paesaggio naturale e le tracce audio danno indicazioni per allenarsi all’osservazione dei suoni e delle immagini. Esistono anche una modalità semi-immersiva, che prevede l’utilizzo di stanze fornite di apparecchiature per la proiezione di immagini sulle pareti (anche con un effetto tridimensionale) e una non immersiva, più simile a un classico videogioco in cui si interagisce con l’ambiente attraverso il mouse, il joypad o altre periferiche.
Quali sono i vantaggi
Il vantaggio che può apportare l’uso della realtà virtuale è la possibilità di riprodurre situazioni realistiche – con tutti i loro elementi problematici – in uno scenario che però si presta alla manipolazione e al controllo del terapeuta. Pensando in particolare alla psicoterapia, chi non è ancora pronto ad abbandonare l’ambiente protetto dello studio per mettere in pratica i cambiamenti che ha deciso di raggiungere può trovare nella realtà virtuale uno strumento molto prezioso. A differenza del mondo fisico, legato al caso e all’imprevisto, il mondo virtuale permette infatti di procedere per gradi, affrontando difficoltà sempre maggiori a seconda dei propri tempi e progressi. Non è detto che le simulazioni debbano sempre essere realistiche: esistono anche scenari che permettono di affrontare le difficoltà in maniera simbolica, guidati da un esperto che poi valuterà reazioni ed emozioni come se si trattasse di una seduta regolare.
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