Pet: è boom di adozioni ma bisogna essere convinte. E consapevoli
Complici le restrizioni e la solitudine, molti italiani hanno deciso di affrontare la nuova normalità con un pet. Gli animali da compagnia offrono conforto e ottime scuse per uscire più spesso, ma il loro benessere non va sottovalutato
Gli animali domestici scaldano il cuore, anche quelli a sangue freddo. Ecco perché dall’inizio della pandemia c’è stato un vero e proprio boom di acquisti e adozioni, certificato dal rapporto dell’Osservatorio Coop.
Gli italiani che nel 2020 hanno trovato il modo di fare spazio a una cuccia o a un acquario anche negli appartamenti più claustrofobici sono 3.5 milioni, mentre altri 4.3 milioni pensano di imitarli a breve.
L’affetto di un pet può effettivamente fare la differenza nel modo in cui si affrontano i cambiamenti, almeno a livello di percezione. Lo racconta uno studio britannico pubblicato su PLOS ONE, secondo cui chi ha condiviso i primi mesi di lockdown con un pet – o anche solo facendo amicizia con gli uccellini in giardino – ha dichiarato di aver tollerato meglio solitudine e stress proprio grazie al contatto con gli animali. Non solo, prendersi cura di loro aiuta a mantenersi più attivi fisicamente e mentalmente anche quando lavoro e vita sociale sono ridotti al minimo.
Prima di correre al gattile o informarvi sulla dieta dei canarini però è meglio riflettere attentamente sulle responsabilità a cui si va incontro quando si diventa “padroni”, evitando le scelte d’impulso.
Pro e contro della vita con un pet
Le coccole sono una preziosa fonte di serotonina e ossitocina, ma il legame emotivo che si può instaurare con un pet va oltre il contatto fisico. Dallo studio è emerso che l’affetto va oltre la specie, anche se non tutti i pet possono essere presi in braccio o fanno le feste quando entriamo in casa. E sono proprio i sentimenti a fare da cuscinetto tra noi e le preoccupazioni, anche in tempo di pandemia. Adottare o acquistare un pet non è però una scelta da prendere alla leggera, avvertono i ricercatori. Se per il 90% degli intervistati la presenza degli animali è stata di grande aiuto per adattarsi alla vita in lockdown, il 68% ha scoperto di avere a che fare con una nuova fonte di stress. C’è chi è preoccupato di non trovare un veterinario disponibile nel momento del bisogno, chi non sa se avrà abbastanza soldi per mantenere sé stesso e il proprio pet e chi teme di ammalarsi perché non sa chi se ne prenderebbe cura in sua assenza. E poi c’è da mettere in conto la drastica riduzione delle attività all’aperto, fondamentale per il benessere di animali come cani e cavalli.
Cosa bisogna sapere
Se non avete mai avuto animali in casa queste preoccupazioni potrebbero sembrarvi eccessive, ma è meglio passarle in rassegna prima di portare a casa un cucciolo. A pesare sul bilancio famigliare non ci sarà solo il cibo, ma anche potenziali spese mediche e una pletora di accessori per la toeletta e per lo svago di cui bisognerà farsi carico. In più, ogni animale ha il suo carattere e non è detto che diventiate amici inseparabili fin da subito. Affetto e fiducia vanno spesso guadagnati, con pazienza e rispetto. Un altro aspetto su cui meditare attentamente sono gli spazi, che si deve essere preparati a condividere mettendo in conto qualche incidente di percorso e persino qualche dispetto. E per chi lavora da remoto, meglio avere un piano B in caso di ritorno in ufficio.
Quale scegliere?
Ci sono tante altre specie da prendere in considerazione in alternativa ai classici cane e gatto, anche per chi vive in appartamento e non ha un giardino a disposizione. Conigli nani, criceti, cavie, gerbilli e topi sono ormai piuttosto diffusi, ma c’è anche chi ha optato per serpenti, iguane o tartarughe acquatiche. L’importante è evitare l’acquisto incauto e informarsi in anticipo sulle necessità di ogni specie, dall’alimentazione all’habitat senza dimenticare il tipo di contatto umano più gradito e tollerato.
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