Lo psicologo è online
Il supporto psicologico a distanza è più che mai richiesto. Perché consente una connessione sfaccettata ed efficace
Mai come in questi ultimi anni c’è stata necessità e richiesta di supporto psicologico per la cura delle più svariate problematiche. Ansia, attacchi di panico, confusione mentale, disturbi dell’umore si sono presentati con l’arrivo inaspettato di una pandemia che ci ha messo in seria difficoltà. Chiusi in casa, privati delle nostre certezze e dei contatti umani, abbiamo avuto bisogno di una presenza che ci supportasse e confortasse.
Essendo gli studi e gli ambulatori inaccessibili per via del lockdown, Internet ci ha consentito di poter ricevere comunque questo aiuto e così abbiamo assistito all’esplosione dell’online perché non c’era alternativa.
La terapia 2.0
La pandemia da Covid 19 ha sancito il passaggio dalla dimensione classica a quella virtuale, in un certo senso ha segnato uno spartiacque, per quanto la seconda fosse già presente e in crescita. Il dottor Attorre è stato tra i primi in Italia ad affrontare il tema della cosiddetta terapia 2.0 «Nel 2015 ero stato intervistato proprio sul tema del terapeuta virtuale, un concetto che allora era mal visto perché se ne riteneva necessaria la presenza fisica, ma io penso che un paziente sia libero di stare o no in un certo percorso psicoterapeutico indipendentemente dalla modalità in cui viene erogato. Se ci riflettiamo, i primordi della psicoterapia sono caratterizzati da un certo distacco. Nella dinamica freudiana classica, in parte poi ripresa dal suo allievo Jung, non c’era nemmeno un contatto visivo diretto. Il paziente era disteso sul lettino mentre il terapeuta si metteva dietro alla sua testa. Il paziente non lo vedeva ma ne sentiva la voce che in quel metodo rappresentava la coscienza. Oggi la voce è tornata in primo piano».
La scelta giusta
Ma come si riconosce un bravo terapeuta? È un quesito che non nasce adesso anche se oggi trovare un aiuto psicologico nel mare magnum dell’offerta online è ancora più difficile e insidioso. È un tema così caldo che una piattaforma ci ha costruito sopra di recente un’efficace campagna di marketing. Il web è generoso di informazioni e offre soluzioni diverse per ciascun problema. Basta andare su un qualsiasi motore di ricerca e usare come chiave, per esempio, “psicoterapeuti che curano gli attacchi di panico”, per vedere apparire molti nomi. Ma chi ci sarà dall’altra parte della connessione Internet? Uno bravo o uno che si improvvisa? La rete è più insidiosa. Chi ha un suo studio o lavora in una struttura sanitaria, possiede un’abilitazione, è iscritto a un albo, può esibire dei documenti che certificano un percorso formativo. E di solito questi certificati tappezzano le pareti. Anche chi lavora online ce li ha ma meglio verificare.
L’articolo completo è sul numero di Silhouette donna di novembre, ora in edicola.
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