Fobie: perché ho (ancora) paura del buio?
Non bisogna vergognarsene: la paura del buio è il segnale che qualcosa di angosciante non è stato superato e la mente è bloccata in una specie di limbo
La paura del buio è una delle fobie più tipiche dell’infanzia, ma in alcuni casi può permanere anche nell’età adulta. Succede in genere in presenza di un trauma non elaborato, non necessariamente legato al mondo del sonno e all’oscurità. Come un lutto, una perdita affettiva importante, un incidente.
Il dolore e la sofferenza causati dall’evento spiacevole amplificano la paura delle tenebre, simbolo di qualcosa di sconosciuto, incontrollabile e minaccioso.
Il termine scientifico è acluofobia (dal greco aclus, che significa “oscurità”, e phobos, “fobia”) e indica non solo la paura del buio, ma anche dei pericoli che in esso si nascondono. Chi ne soffre, pur consapevole dell’irragionevolezza dei suoi timori, vive con angoscia anche la sola idea di dormire a luci spente o di trovarsi in un luogo al buio.
Le reazioni del corpo
Il cuore accelera i battiti, la respirazione si fa affannosa, il corpo è attraversato da brividi e la mente è agitata da pensieri angoscianti, immagini violente, sensazioni spiacevoli (come quella di sentirsi in pericolo o chiusi in una bara) che non si è in grado di controllare. Come per le altre fobie, gli episodi sono accompagnati da forte ansia, attacchi di panico, tentativo di evitare tutte le situazioni in cui ci si può ritrovare al buio. Si fa di tutto per posticipare il momento in cui si andrà a letto e si cerca di rassicurarsi con una serie di rituali, come controllare che le porte siano chiuse o che nessuno si nasconda sotto il letto.
Non solo di notte
I sintomi non assalgono la mente solo nel momento di coricarsi, ma nei confronti di tutti i luoghi bui, che rappresentano il timore di recarsi in posti sconosciuti o di affrontare situazioni imprevedibili, fuori dal proprio controllo.
Fare luce sulle cause
È bene innanzitutto far luce (nel vero senso della parola!) sulle cause scatenanti e cercare di rielaborare l’evento stressante che blocca l’individuo in una sorta di limbo, per cercare di comprendere il significato inconscio che gli è stato attribuito. A livello ambientale, è utile riorganizzare gli spazi in modo da aumentare il livello di rassicurazione, per esempio posizionando le luci di casa in punti strategici o spostando il letto in modo che sia sempre raggiunto dalla luce naturale proveniente dalle finestre.
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