Bufale in rete: 6 regole per difendersi

Redazione Pubblicato il 08/03/2017 Aggiornato il 08/03/2017

Fonti, date, filtri, firme: ecco a cosa prestare attenzione quando si cercano informazioni di salute su internet

bufale

Circa nove italiani su 10 (soprattutto donne) consultano il web quando hanno bisogno di informazioni sulla salute e il 44% ritiene che rivolgersi a internet non sia rischioso. È quanto emerge da un sondaggio di IBSA Foundation for Scientific Research e Cittadinanzattiva.

Il dato più allarmante è relativo alla bufale in Rete: quasi la metà degli intervistati non sembra preoccuparsene. Scarsa anche l’attenzione verso le fonti: il 44% si affida per abitudine ai primi risultati della pagina.

Una maggiore consapevolezza potrebbe invece contribuire a responsabilizzare gli utenti e favorire un migliore rapporto con il medico. Una migliore “cultura della salute” è utile quando si va a caccia di informazioni sul web, ma anche in altri ambiti: consultazione di opuscoli, modulistica, consensi informati. Scarse competenze comportano al contrario scelte poco salutari, comportamenti rischiosi, minore capacità di autogestione.

Al fine di fare scelte consapevoli e ragionate è stato redatto il primo decalogo di Health Literacy: ecco a cosa prestare attenzione quando si naviga nel mondo virtuale.

  1. Fonti: attenzione all’estensore delle informazioni, privilegiate le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute e affidabili.
  2. Forum e blog: raccontando esperienze personali suscitano empatia, ma non è detto abbiano affidabilità scientifica.
  3. Date: la tempistica della diffusione di informazioni è cruciale, quindi controllate la data di pubblicazione dei contenuti (dovrebbe essere sempre presente; per esempio, informazioni su epidemie o farmaci, corrette al momento della pubblicazione, potrebbero non essere più attuali).
  4. Motori di ricerca: il web propone, in prima battuta, informazioni che ricalcano le vostre ricerche precedenti.
  5. Condizionamenti psicologici: si tende a prestare più attenzione e fiducia alle informazioni in linea con quanto già si sa o si crede; considerate anche l’effetto della paura nella percezione delle informazioni (quando si cercano dei sintomi, veri o presunti, si è propensi a dare maggiore credito alle informazioni più “negative” e pessimistiche).
  6. Medicina personalizzata: l’informazione disponibile sul web non può essere pensata per il singolo, che deve sempre confrontarsi con un professionista da cui ricevere le informazioni e le cure adatte alla propria condizione.