7 consigli per dare il meglio davanti a una sfida
Nel lavoro e nella vita capita a tutti di doversi misurare con qualcosa che desta preoccupazione e paura di non farcela. Ecco 7 consigli per tenere a bada l’ansia
Un’esibizione, un colloquio, la presentazione di un progetto. Il peso di tanti occhi e orecchie puntati su di voi, pronti a giudicarvi, e la tensione che precede il discorso preparato a lungo possono giocare brutti scherzi, compromettendo la riuscita della vostra performance. Le aspettative, personali e degli altri, sono incarnate da chi osserva e ascolta.
Essere all’altezza non è facile: viviamo in un mondo che cerca di eludere le sconfitte e privilegiare le vittorie, con modelli sociali che esaltano la capacità di compiere performance strabilianti e ottenere il plauso generale, fama e denaro.
Per evitare défaillance dovute all’ansia da prestazione e cercare di dare il meglio di voi ecco una lista di consigli, o meglio di “appunti mentali” da ricordare e ripetersi, in previsione di ogni prova importante, nel lavoro e nella vita.
- Avere paura è normale, sprona a fare sempre meglio, senza non sareste in grado di agire: non cercate di azzerarla, ma imparate a gestirla.
- Impegnatevi, ma non pretendete l’impossibile da voi stessi. Ripetete: “Sono un soggetto e non un oggetto, mi impegno a fare del mio meglio e cercare la vittoria, ma più del mio meglio non posso fare”.
- Ridimensionate i successi degli altri. Le critiche e le lodi a volte sono affrettate e soggettive: dall’esterno il fare di un altro sembra sempre più facile di quel che è.
- Nei momenti di critica cercate di fare qualcosa che vi aiuti a uscire dai guai. Chiedetevi: qual è il primo passo da fare?
- Perdonatevi quando sbagliate. La perfezione non esiste e gli errori sono l’unico modo per apprendere: solo facendo esperienza e rischiando di sbagliare, diventerete esperti in quello che fate.
- Dopo ogni esperienza chiedetevi cosa avete imparato che vi può essere utile per il futuro. Cosa volete rifare? Cosa, al contrario, non volete più ripetere perché avete capito che non serve?
- Ricordatevi sempre: “Sono ciò che sono, non ciò che faccio: soprattutto non sono ciò che il mondo esterno mi dice che devo essere”.
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