21/12/2019

Perdonare è un’arte: imparala in 5 mosse

Veronica Colella Pubblicato il 21/12/2019 Aggiornato il 21/12/2019

Serve il tempo necessario, che è diverso per ognuno. Niente può essere imposto o preteso. Ma lasciare andare il rancore è un modo per riprendersi la proprio vita

Pensive thoughtful young girl feeling lonely looking away lost in thoughts, sad depressed teenager spending time alone at home in silence, melancholic meditative serious woman thinking about problems; Shutterstock ID 1100199122; Pubblicazione: sld online

Forse non tutto può essere perdonato, ma imparare a lasciare andare il risentimento è un atto di gentilezza verso se stessi prima ancora che verso gli altri. Provare rancore ci tiene bloccati nel passato, convincendoci che ogni torto è irreparabile.

Praticare l’arte del perdono invece può farci diventare più leggeri, migliorando la nostra capacità di ascolto e di empatia.

Una rivoluzione interiore

Non riesci proprio a perdonare perché sei sicura di essere nel giusto e non vuoi che l’altra persona se la cavi con poco? Prova a invertire la prospettiva. Non stai porgendo l’altra guancia, stai mettendo fine al potere spropositato che un’altra persona ha su di te. Tutto il tempo e le energie sprecate a macerare nel risentimento possono essere impiegate in qualcosa che ti rende davvero felice, tanto più che il perdono è spesso una questione personale. Non è detto che l’altra persona si senta altrettanto coinvolta, o che voglia essere perdonata. Si può perdonare a distanza e persino smettere di portare rancore a persone che non ci sono più: una volta entrati nella giusta ottica le possibilità sono infinite. L’importante è ricordarsi che il perdono deve essere una libera scelta, non può essere imposto né preteso.

Un processo in 5 step

  1. Non vittimizzarti due volte. Digerire un’offesa può essere molto difficile e non è raro colpevolizzarsi. Imparare a perdonare se stessi, realizzando che non siamo divinità onniscienti o infallibili, è il primo passo per essere più indulgenti con gli altri. Se sei una persona che caratterialmente tende a farsi carico di tutte le responsabilità, questo è il momento giusto per riconoscere la legittimità dei tuoi sentimenti, ammettendo che hai subito un’ingiustizia e che hai tutto il diritto di sentirti ferita.
  2. Ricorda che il perdono è un processo. Lasciare andare i sentimenti negativi non è come spegnere un interruttore. A volte bisogna procedere a piccoli passi, iniziando a seppellire l’ascia di guerra anche se sappiamo che ci vorrà molto tempo per sentirci del tutto in pace. Parafrasando il poeta e rivoluzionario cubano José Martí, coltiva una rosa bianca. Anche quando vorresti piantare distese di cardi e ortiche.
  3. Pratica il reframing. Assumere il punto di vista di chi ci ha offeso è la parte più difficile, ma anche quella più utile. Molto spesso per disinnescare la rabbia occorre calarsi nei panni dell’altro, cercando di capire le sue motivazioni o il suo stato d’animo. Potresti renderti conto di aver frainteso un comportamento, oppure scoprire che dietro a un’esplosione di rabbia o a un commento crudele si nascondono ansie e paure di cui non sospettavi l’esistenza.
  4. Esercita il distacco. Mettere temporaneamente da parte quello che si prova per analizzare i fatti nudi e crudi può sembrare impossibile, ma è solo questione di allenamento. Serve a giudicare i danni subiti con più obiettività, magari rivalutandone l’importanza.
  5. Sappi che pregi e difetti vanno a braccetto. Quando certi difetti sembrano imperdonabili, suggerisce la School of Life di Alain De Botton, un trucco per non perdere facilmente la pazienza è sforzarsi di non dimenticare le qualità a cui corrispondono. Le persone pedanti e ipercritiche sono spesso anche meticolose e affidabili, mentre un creativo dalle intuizioni brillanti può essere un totale disastro nel rispettare gli orari. Ricordarsi che punti di forza e debolezze sono spesso due lati di una stessa medaglia aiuta a non essere eccessivamente drastici nei propri giudizi.