08/06/2020

Metodo Nunchi per affrontare con disinvoltura ogni occasione sociale

Veronica Colella Pubblicato il 08/06/2020 Aggiornato il 08/06/2020

Dall'incontro informale al meeting di lavoro questo metodo coreano insegna ad osservare, ad ascoltare, a utilizzare il linguaggio del corpo per raggiungere gli obiettivi prefissati

metodo nunchi

Capire al volo come comportarsi in un’occasione sociale è un talento che si può sviluppare. Questo è quello che sostiene l’autrice coreana Euny Hong, promotrice del metodo Nunchi: una forma di intelligenza emotiva che ci permette di entrare in sintonia con i sentimenti e le emozioni degli altri (anche quando si tratta di completi sconosciuti) per dire addio all’imbarazzo sociale e semplificarsi la vita.

Nunchi indica il talento di chi, a colpo d’occhio, è in grado di cogliere tutti i piccoli segnali che permettono di interpretare chiaramente gli stati d’animo e predisposizioni dei propri interlocutori, per costruire con loro un legame basato sull’armonia e sulla fiducia.

Dalla chiacchierata informale al meeting di lavoro

Se i coreani hanno un termine apposta per indicarlo è perché la loro cultura, spiega Hong nel suo libro ll potere del Nunchi (Newton Compton, 2019), è molto attenta al contesto. Prima di inserirsi in una conversazione – che si tratti di una chiacchierata informale oppure di un meeting di lavoro – bisogna calibrare attentamente il proprio comportamento sulla base degli indizi raccolti “leggendo la stanza”. Le parole sono soltanto un tassello del mosaico, composto inoltre dal linguaggio del corpo, dalle espressioni facciali, dalla tradizione e persino dal silenzio.

La rotondità della pesca

Attraverso le lenti del Nunchi possiamo rivalutare i pregi di chi sceglie un modo di fare poco “spigoloso”, cercando di dosare con cura parole ed azioni senza increspare le acque. Chi si fa strada sgomitando, sostiene Hong, rischia di ferire le persone e di fornire appigli inopportuni a chi invece potrebbe approfittare della nostra esuberanza per tirarci nella direzione più vantaggiosa per sé. Essere rotondi come una pesca significa essere inattaccabili: abbastanza morbidi da mantenere con gli altri un clima di serenità e di dolcezza, ma allo stesso tempo completamente inafferrabili per chi cerca di “pizzicarci”. Non significa evitare il conflitto, bensì agire tenendo ben saldo in mente l’obiettivo che vogliamo raggiungere e valutando pro e contro di ogni azione. Non serve neppure pensarci troppo. Basta chiedersi: “Che cosa sto facendo e perché?”. Se non siamo sicuri della risposta significa che stiamo partendo da una posizione di instabilità e confusione, che raramente porterà ai risultati sperati.

La “guerra” all’empatia e la rivincita degli introversi

Per padroneggiare questa abilità, raccomanda Hong, è necessario superare alcuni ostacoli. Chi fa troppo affidamento sull’empatia rischia di prendere qualche cantonata: cercare di mettersi nei panni degli altri è un atteggiamento che riporta a sé stessi, a come ci sentiremmo se fossimo qualcun altro.
Questo però non è sufficiente a comprendere davvero le esperienze che non fanno parte del nostro vissuto. Senza il Nunchi – ovvero l’osservazione praticata con un certo distacco – l’empatia è “un rumore privo di senso”, che oltretutto può essere utilizzato anche contro di noi per farci abbassare la guardia.
Per migliorare le nostre capacità di osservazione possiamo invece imparare qualcosa dalle persone introverse: la tendenza a osservare gli invitati, anziché cercare di essere l’anima della festa, permette di carpire informazioni, da utilizzare per fare deduzioni più accurate.