27/03/2019

Food porn, quando il cibo diventa un’ossessione

Veronica Colella Pubblicato il 27/03/2019 Aggiornato il 06/04/2019

Fotografare piatti elaborati e ipercalorici è un modo per trasgredire senza rischi per la linea e la salute. Ma un'eccessiva attenzione verso il cibo (solo da guardare, non da mangiare) può nascondere anche un disturbo del comportamento

foodporn

Il microcosmo del foodstagram – ovvero delle foto condivise su Instagram e altri social, con relativi hashtag che separano le categorie come luxury, junk e healthy – è sempre più vasto. Non solo grazie alla nascita del food blogger di professione ma come effetto a catena del nuovo interesse per il cibo come concetto ancora prima che come nutrimento.

Mangiare con gli occhi

Si potrebbe obiettare che noi italiani, dopotutto, la mania della cucina l’abbiamo sempre avuta: ogni famiglia si tramanda i suoi segreti per la versione perfetta di una parmigiana, un brasato o una carbonara, difendendola a spada tratta contro tutte le varianti possibili e considerando lesa maestà gli eccentrici abbinamenti proposti online da incauti americani o giapponesi in vena di sperimentazione.

Quello che è cambiato, stando alle ricerche sul tema, è l’aumento di attenzione per il lato estetico di quello che consumiamo e il piacere sensuale di vederlo preparare, servire e arrivare sulla tavola anche se quella tavola non è la nostra.

Anche solo guardare immagini di piatti squisiti è appagante, soprattutto se quei piatti vengono preparati con un’attenzione particolare per la resa fotografica, dall’impiattamento agli accostamenti di colori. In questo senso può diventare una sorta di compensazione per chi non può o non vuole mangiarlo, perché si tratta di piatti costosi o particolarmente elaborati o perché si seguono diete rigide. E anche per chi non è a dieta, limitarsi a guardare le immagini può diventare un modo per trasgredire ma senza rischi per linea e salute.

Il cibo in tv e sui social

Sono in molti a chiedersi se questa abitudine di consumare il cibo con gli occhi ancora più che con lo stomaco sia soltanto una moda o qualcosa di più profondo, che riguarda i nostri desideri di accettazione e riconoscimento da parte degli altri e il rapporto con un corpo sotto costante scrutinio.

Come puntualizza Luisa Stagi, sociologa dell’Università di Genova e autrice del saggio Food porn: l’ossessione per il cibo in tv e nei social media, la società ci manda messaggi contrastanti in fatto di alimentazione. Per questo, se da un lato si moltiplicano i programmi di cucina, le competizioni tra cuochi o ristoranti, i documentari sul cibo esotico e il successo di pubblico dei grandi chef, dall’altro hanno largo spazio i format sulla dieta e gli approfondimenti sulle conseguenze di scelte di vita scorrette. L’intrattenimento va di pari passo con l’insegnamento: attraverso i programmi di cucina impariamo a orientare i nostri gusti, preferenze e scelte personali per raccontare qualcosa di noi stessi. Veniamo anche esortati a non perdere il controllo: ci viene ribadito che un corpo magro è un corpo ordinato, che dimostra agli altri sicurezza e autodisciplina.

Riconoscere i campanelli d’allarme

Come si fa a capire quando il cibo diventa una mania che cancella tutti gli altri interessi? In un convegno sul rapporto tra obesità e salute mentale Valerie Taylor, psichiatra dell’Università di Toronto, invita a prestare attenzione alla frequenza con cui si postano immagini di cibo e al modo in cui vengono presentate. Il campanello d’allarme, secondo il suo studio, è quando le foto che scattiamo escludono tutto quello che non è masticabile, come gli amici con cui siamo a cena o l’ambiente che ci circonda.