18/03/2020

Tampone Covid-19: dobbiamo farlo tutti?

Maura Prianti
A cura di Maura Prianti
Pubblicato il 18/03/2020 Aggiornato il 18/03/2020

Un microbiologo ci spiega come funziona il test che serve per scoprire l'infezione da Coronavirus e se dice sempre la verità

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Troppi tamponi, pochi tamponi. Come funziona questo esame indispensabile per capire se si è stati infettati dal Coronavirus? Ha senso che lo facciamo tutti? Abbiamo chiesto al professor Carlo Federico Perno, direttore di Analisi chimico cliniche e microbiologia all’ospedale Niguarda e professore ordinario di Microbiologia e microbiologia clinica dell’università degli Studi di Milano, di rispondere ad alcuni dubbi.

Si fa solo in bocca?

Il tampone serve per individuare o escludere la presenza del Coronavirus. Viene eseguito nel naso o nella gola, più esattamente nella faringe. È nelle mucose, infatti, che si annida il virus e l’analisi delle secrezioni da qui prelevate permette di scoprirne la presenza.

È doloroso?

Si introduce un bastoncino di cotone nella bocca (e nel naso) della persona. Il procedimento è indolore e dura pochi secondi. Si può avvertire solo un po’ di fastidio o prurito, del tutto accettabile anche dai bambini o dagli anziani.
Il materiale del tampone viene immediatamente immerso in un gel e inserito in una provetta.

Tutti gli ospedali sono in grado di eseguire il tampone?

No, possono farlo solo i centri provvisti di un laboratorio di microbiologia avanzato. In Lombardia, per esempio, inizialmente gli ospedali erano tre, in seguito altre strutture hanno dato la loro disponibilità. Lo stesso sta accadendo anche nelle altre Regioni del nostro Paese.

Può dare risultati sbagliati?

I test sono precisi, attendibili e quindi ci si deve fidare del responso. I tamponi che si effettuano oggi hanno un alto profilo di affidabilità e sicurezza.

Ci sono dei falsi negativi al Covid-19?

Il doppio tampone si esegue solo in alcuni casi. Si decide di effettuarlo, per esempio, nelle persone che manifestano sintomi della malattia da Covid-19. È possibile che alcuni di essi siano negativi a un primo tampone, ma che rimanga il sospetto di infezione. In questo caso si ripete il test a distanza di qualche giorno.
* Se il secondo test fosse positivo, non significa che il primo era sbagliato, ma semplicemente che il virus non era ancora presente in quantità sufficienti nella zona rinofaringea per essere rivelato dal test.
* Lo stesso discorso vale per le persone che non presentano sintomi, ma che sono venute a contatto con soggetti positivi. Può succedere che il primo test del tampone venga fatto troppo presto e che quindi sia negativo. In questi casi i medici valutano se ripeterlo per essere sicuri della negatività.

 

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