Un seno da tenere sotto controllo
Se il seno presenta piccole cisti e micronoduli non bisogna spaventarsi ma il monitoraggio e la prevenzione devono essere ancora più costanti e mirati
La salute del seno passa sempre attraverso un corretto monitoraggio e la conoscenza del proprio corpo. Ma quanto lo conosciamo davvero? Molte donne hanno un seno disomogeneo caratterizzato dalla presenza di noduli e cisti che lo rendono difficilmente “leggibile” ai controlli. Pur non essendo una malattia, è spesso fonte di ansia e può essere accompagnata da fastidiosi sintomi, soprattutto nelle più giovani.
Niente allarmismi
Si chiama mastopatia fibrocistica ed è un’affezione di natura benigna caratterizzata dalla presenza, nel tessuto mammario, di noduli composti da microcisti e aree fibrose di varie dimensioni. Il nome un po’ astruso non deve spaventare. «Anche se fino a poco tempo fa veniva chiamata malattia fibrocistica è bene invece chiarire che non si tratta di una patologia ma di una condizione sostanzialmente fisiologica e benigna, molto diffusa» spiega il dottor Oreste Gentilini, primario dell’Unità di Chirurgia della Mammella e coordinatore Breast Unit dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.
Non rappresenta in sé un fattore di rischio, non incrementa cioè la probabilità di sviluppare un carcinoma alla mammella. È opportuno fare dei controlli regolari ma non necessariamente ravvicinati per monitorare la situazione.
Un seno da controllare
Il problema principale è saper “leggere” correttamente questo tipo di seno. «Una mastopatia fibrocistica importante rende il seno complesso da valutare sia da un punto di vista clinico sia radiologico. È più difficile in questi casi riuscire a diagnosticare in fase iniziale eventuali nuove formazioni sospette che potrebbero rivelarsi maligne. Per questo il monitoraggio è fondamentale» continua Gentilini. «L’indagine più importante, soprattutto nelle donne di giovane età, è l’ecografia. Si tratta di un esame semplice, che non comporta radiazioni né rischi di alcun tipo e che soprattutto ci consente di discriminare tra formazioni cistiche e formazioni solide. Quando una paziente riferisce un sintomo, ovvero la comparsa di un nuovo nodulo palpabile, quello che dobbiamo subito capire è se si tratta di una formazione cistica cioè liquida oppure se è una formazione solida, quindi un nodulo vero e proprio. Nel primo caso nessun problema, nel secondo la situazione cambia radicalmente e vengono prescritti altri approfondimenti».
Screening su misura
Per una corretta prevenzione è fondamentale fare sempre una valutazione individuale con lo specialista. In base a quelle che sono le caratteristiche del seno, la familiarità, l’età della donna e la presenza di altri eventuali fattori di rischio, verrà stilato un programma di screening su misura. Più giovane è la persona, maggiore è l’affidabilità diagnostica dell’ecografia mentre la mammografia tende a essere più affidabile in età più avanzata. Dipende dalle modificazioni fisiologiche della mammella dove col tempo la componente ghiandolare viene sostituita progressivamente dal tessuto adiposo e la mammografia risulta quindi più efficace. «Attualmente la mammografia viene raccomandata a partire dai 40 anni, a meno che non ci siano delle condizioni specifiche come per esempio un rischio genetico aumentato» sottolinea Gentilini. «Di solito facciamo fare alle pazienti una ecografia mammaria e una visita una volta all’anno dai 30 ai 40 anni e una mammografia una tantum entro i 40 anni per avere un quadro più completo. Questo ci consente di decidere se dovremo eseguirla poi periodicamente oppure no anche prima dei 40 anni».
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