SELEDIE 2SIR 19000UI AXA/1ML
27,27 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 03/12/2023
Seledie è indicato per il trattamento delle trombosi venose profonde.
1 siringa preriempita contiene ml: | 0,6 | 0,8 | 1 | |
Principio attivo | ||||
nadroparina calcica | U.I.antiXa | 11.400 | 15.200 | 19.000 |
Controindicazioni
- Nadroparina è controindicata nei casi di: • ipersensibilità al principio attivo nadroparina, all'eparina o ai suoi derivati, comprese altre eparine a basso peso molecolare, o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 • anamnesi positiva per trombocitopenia con nadroparina (vedere anche paragrafo 4.4 Avvertenze Speciali e precauzioni di impiego) • sanguinamento attivo o aumentato rischio emorragico legati a disturbi dell'emostasi, ad eccezione della coagulazione intravascolare disseminata non indotta da eparina • lesioni organiche a rischio di sanguinamento (come ulcera peptica in fase attiva, retinopatie, sindrome emorragica) • accidenti cerebrovascolari emorragici • endocardite infettiva acuta • insufficienza renale grave (clearance della creatinina <30 ml/min) in pazienti che ricevono trattamento per trombosi venosa profonda • nefropatie e patologie pancreatiche gravi, ipertensione arteriosa grave, traumi cranioencefalici gravi nel periodo postoperatorio • l’anestesia loco-regionale per procedure di chirurgia elettiva è controindicata in quei pazienti che ricevono eparina a basso peso molecolare per uso terapeutico.
Posologia
- Posologia Si deve porre particolare attenzione alle istruzioni per il dosaggio, specifiche per differenti marchi di eparina a basso peso molecolare, in quanto per ciascuna eparina a basso peso molecolare vengono usati sistemi di misura differenti per esprimere le dosi (Unità o mg).
Pertanto nadroparina non deve essere usata in modo intercambiabile con altre eparine a basso peso molecolare nel corso del trattamento.
Trattamento delle trombosi venose profonde Somministrazione per via sottocutanea Un'iniezione al giorno per 10 giorni alla dose di 171 U.I.
antiXa/kg.
A titolo di esempio e in funzione del peso del paziente le posologie da somministrare sono le seguenti:
Se non ci sono controindicazioni, iniziare appena possibile una terapia orale anticoagulante.Trattamento delle trombosi venose profonde Peso corporeo (kg) 1 iniezione al giorno per 10 giorni Volume di nadroparina per iniezione (ml) U.I.
antiXa< 50 0,4 ml 7600 50-59 0,5 ml 9500 60-69 0,6 ml 11400 70-79 0,7 ml 13300 80-89 0,8 ml 15200 ≥ 90 0,9 ml 17100
Non si deve interrompere il trattamento con nadroparina prima di aver raggiunto l’INR (International Normalised Ratio) richiesto.
Per tutta la durata del trattamento con nadroparina si deve effettuare il monitoraggio della conta piastrinica (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Popolazione pediatrica La nadroparina non è raccomandata nei bambini ed adolescenti in quanto non esistono dati sufficienti di sicurezza ed efficacia per stabilire il dosaggio nei pazienti di età inferiore ai 18 anni.
Anziani Non è necessario alcun aggiustamento posologico nell’anziano, a meno che la funzionalità renale non sia ridotta.
Si raccomanda di verificare la funzionalità renale prima di iniziare il trattamento (vedere di seguito Insufficienza renale e paragrafo 5.2 Proprietà farmacocinetiche).
Insufficienza renale Trattamento delle trombosi venose profonde Nei pazienti con insufficienza renale lieve (clearance della creatinina ≥50 ml/min) che ricevono nadroparina per il trattamento di tali condizioni, non è necessaria una riduzione della dose.
Un’insufficienza renale sia moderata che grave è associata ad un’aumentata esposizione alla nadroparina.
Questi pazienti presentano un maggior rischio di tromboembolismo ed emorragia.
Laddove il medico giudichi appropriata una riduzione del dosaggio, tenuto conto dei fattori individuali di rischio emorragico e trombo embolico, in pazienti con insufficienza renale moderata (clearance della creatinina maggiore o uguale a 30 ml/min e minore di 50 ml/min), la dose deve essere ridotta in misura variabile dal 25% al 33% (vedere paragrafi 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego e 5.2 Proprietà farmacocinetiche).
Nadroparina è controindicata in pazienti con insufficienza renale grave (vedere paragrafi 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego e 5.2 Proprietà farmacocinetiche).
Insufficienza epatica Non sono stati condotti studi in pazienti con insufficienza epatica.
Modo di somministrazione: Nadroparina non va somministrata per via intramuscolare.
La somministrazione di nadroparina nel periodo di tempo prossimo ad una anestesia spinale / epidurale o ad una puntura lombare deve seguire specifiche raccomandazioni (vedere paragrafo 4.4 “Avvertenze speciali e precauzioni d’impiego”).
Tecnica di iniezione sottocutanea SELEDIE deve essere somministrato per via sottocutanea; l’iniezione deve essere praticata nella cintura addominale anterolaterale o posterolaterale, alternando il lato destro ed il sinistro.
La coscia può essere un sito alternativo.
Per evitare perdite di soluzione nell’utilizzo di siringhe preriempite, non si deve espellere la bolla d’aria dalla siringa prima di eseguire l’iniezione.
L'ago deve essere introdotto interamente, perpendicolarmente e non tangenzialmente, nello spessore di una plica cutanea realizzata tra il pollice e l'indice dell'operatore.
La plica deve essere mantenuta per tutta la durata dell'iniezione.
Al termine dell'iniezione non strofinare la cute, ma operare una modica pressione sulla sede.
In caso di posologia adattata al peso del paziente si aggiusta il volume da somministrare portando il pistone sulla tacca desiderata tenendo la siringa in posizione verticale.
Per le siringhe dotate di sistema di sicurezza di protezione dell’ago Le siringhe preriempite sono dotate di un sistema di sicurezza per prevenire punture accidentali da ago dopo l’iniezione.
Al termine dell’iniezione, mantenendo il pistone a fine corsa, estrarre l’ago dal sito di iniezione e, orientandolo lontano da se stessi e da eventuali altre persone, premere nuovamente sul pistone con fermezza per attivare il sistema di sicurezza: il manicotto di protezione coprirà automaticamente l’ago e simultaneamente si udrà un “clic” a conferma dell’attivazione del sistema di sicurezza. Avvertenze e precauzioni
- Trombocitopenia indotta da eparina A causa della possibilità di trombocitopenia indotta da eparina, la conta piastrinica deve essere monitorata durante tutto il corso del trattamento con nadroparina.
Sono stati riportati rari casi di trombocitopenia, occasionalmente grave, che può essere associata a trombosi arteriosa o venosa.
Si deve prendere in considerazione tale diagnosi nelle seguenti situazioni: - trombocitopenia - qualsiasi riduzione significativa del livello delle piastrine (30-50% in confronto al valore basale) - peggioramento della trombosi iniziale, in corso di terapia - trombosi che si presenta durante il trattamento - coagulazione intravascolare disseminata.
In questi casi il trattamento con nadroparina deve essere interrotto.
Tali effetti sono probabilmente di natura immuno-allergica e, nel caso di un primo trattamento, sono stati riportati principalmente tra il 5° ed il 21° giorno di terapia, ma possono comparire anche molto più precocemente in caso di anamnesi positiva per trombocitopenia indotta da eparina.
In caso di anamnesi positiva per trombocitopenia comparsa con il trattamento con eparina (sia standard che a basso peso molecolare), si può prendere in considerazione, se necessario, il trattamento con nadroparina.
In tali casi, un attento monitoraggio clinico e la verifica della conta piastrinica devono essere effettuati almeno una volta al giorno.
Se compare trombocitopenia, il trattamento deve essere immediatamente sospeso.
Quando la trombocitopenia compare con l’uso di eparina (standard o a basso peso molecolare), deve essere presa in considerazione la sostituzione con un anti-trombotico di una classe differente.
Se ciò non fosse possibile, ma comunque fosse necessaria la somministrazione di eparina, si può prendere in considerazione la sostituzione con un’altra eparina a basso peso molecolare.
In tali casi, il monitoraggio della conta piastrinica deve essere effettuato almeno giornalmente ed il trattamento deve essere sospeso non appena possibile, in quanto sono stati descritti casi di trombocitopenia iniziale che continuava dopo la sostituzione (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
I test di aggregazione piastrinica in vitro sono solo di limitato valore nella diagnosi di trombocitopenia indotta da eparina.
Nadroparina deve essere somministrata con cautela nelle situazioni seguenti, che possono essere associate ad un aumento del rischio di emorragia: - insufficienza epatica - ipertensione arteriosa grave - storia clinica di ulcera peptica o di altre lesioni organiche a rischio di sanguinamento - malattie vascolari della corioretina - durante il periodo post-operatorio a seguito di chirurgia cerebrale, del midollo spinale o dell’occhio, e nei traumi cranici.
Insufficienza renale È noto che nadroparina è principalmente escreta attraverso i reni, il che dà luogo ad una maggiore esposizione alla nadroparina per i pazienti affetti da insufficienza renale (vedere paragrafo 5.2 Proprietà farmacocinetiche - Insufficienza renale).
I pazienti con funzionalità renale compromessa presentano un maggior rischio di sanguinamento e devono essere trattati con cautela.
L’eventuale riduzione del dosaggio nei pazienti con una ridotta clearance della creatinina, compresa tra 30 ml/min e 50 ml/min, deve essere basata sulla valutazione clinica, da parte del medico, del rischio individuale di sanguinamento rispetto al rischio di tromboembolismo (vedere paragrafo 4.2 Posologia e modo di somministrazione).
Anziani Si raccomanda di verificare la funzionalità renale prima di iniziare il trattamento (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
Iperkaliemia L’eparina può sopprimere la secrezione surrenalica di aldosterone con conseguente iperkaliemia, particolarmente in quei pazienti con livelli elevati di potassio plasmatico, o a rischio di aumento dei livelli di potassio plasmatico, come i pazienti affetti da diabete mellito, insufficienza renale cronica, acidosi metabolica pre-esistente o che assumono farmaci che possono causare iperkaliemia (per esempio inibitori dell’enzima che converte angiotensina (ACE-inibitori), farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS)).
Sembra che il rischio di iperkaliemia aumenti in relazione alla durata della terapia, ma in genere esso è reversibile.
Nei pazienti a rischio si deve monitorare il potassio plasmatico.
Anestesia spinale/epidurale, puntura lombare e farmaci concomitanti Nei pazienti sottoposti ad anestesia spinale o epidurale, l’uso di eparina a basso peso molecolare può essere raramente associato ad ematomi, che possono portare a paralisi degli arti inferiori di durata prolungata o permanente.
Il rischio di ematomi spinali/epidurali è aumentato dall’uso di cateteri epidurali a permanenza o dall’uso concomitante di altri farmaci che possono influenzare l’emostasi, come gli antinfiammatori non-steroidei (FANS), gli inibitori dell’aggregazione piastrinica o altri anticoagulanti.
Il rischio risulta inoltre aumentato da traumi o da punture epidurali o lombari ripetute.
Pertanto, il ricorso concomitante ad un blocco neuroassiale e ad una terapia anti-coagulante deve essere deciso dopo aver stabilito con attenzione il bilancio rischio/beneficio individuale nelle situazioni seguenti: - nei pazienti già trattati con anti-coagulanti, i benefici di un blocco neuroassiale devono essere attentamente valutati in confronto ai rischi; - nei pazienti in cui si prevede di ricorrere a chirurgia elettiva con blocco neuroassiale, i benefici della terapia anticoagulante devono essere attentamente valutati in confronto ai rischi.
Nel caso di pazienti sottoposti a puntura spinale lombare, anestesia spinale o anestesia epidurale, devono intercorrere 12 ore tra l’iniezione di nadroparina a dosi profilattiche e l’inserimento o la rimozione del catetere o dell’ago spinale/epidurale ed almeno 24 ore nel caso di iniezione di nadroparina a dosi di trattamento, tenendo conto delle caratteristiche del prodotto e del profilo del paziente.
Per i pazienti con insufficienza renale si devono prendere in considerazione intervalli di tempo maggiori.
La dose successiva non va somministrata fino a quando non siano trascorse almeno 4 ore.
La risomministrazione di nadroparina deve essere ritardata fino a quando la procedura chirurgica è stata completata.
I pazienti devono essere frequentemente controllati per individuare segni e sintomi di alterazioni neurologiche, come dolore lombare, deficit sensoriali e motori degli arti inferiori (intorpidimento e debolezza), disfunzione intestinale e/o vescicale.
Se si nota una compromissione neurologica, è necessario un trattamento d’urgenza.
Gli operatori sanitari devono essere preparati ad individuare tali segni e sintomi.
I pazienti devono essere avvisati di informare immediatamente un medico o un operatore sanitario se si verifica uno qualsiasi dei suddetti sintomi.
Nel caso si sospettino segni o sintomi di ematoma subaracnoideo, si deve fare con urgenza una diagnosi ed intervenire con il trattamento che includa la decompressione del midollo spinale.
Se durante il posizionamento del catetere epidurale si è verificato un sanguinamento significativo o evidente, prima di iniziare/riprendere la terapia con eparina è necessario effettuare una accurata valutazione del rapporto di beneficio/rischio.
Necrosi cutanea Necrosi cutanea è stata riportata molto raramente.
Essa è preceduta da porpora o placche eritematose infiltrate o dolenti, con o senza sintomi generali.
In tali casi, il trattamento deve essere immediatamente sospeso. Interazioni
- Nadroparina deve essere somministrata con cautela nei pazienti che ricevono agenti anticoagulanti orali, (gluco-) corticosteroidi sistemici e destrani.
Quando si inizia la terapia anticoagulante orale nei pazienti che ricevono nadroparina, il trattamento con nadroparina deve essere continuato fino a che l’International Normalised Ratio (INR) si sia stabilizzato sul valore richiesto.
Salicilati, antinfiammatori non-steroidei e farmaci anti-aggreganti piastrinici Nella profilassi o nel trattamento di disturbi tromboembolici venosi e nella prevenzione della coagulazione durante l’emodialisi, l’uso concomitante di aspirina, di altri salicilati, di FANS e di agenti antiaggreganti piastrinici non è raccomandato, in quanto tali farmaci possono aumentare il rischio di emorragia.
Quando tali combinazioni non possono essere evitate, si raccomanda di monitorare attentamente i parametri clinici e biologici.
Associazioni sconsigliate • Acido acetilsalicilico ed altri salicilati (per via generale) Aumento del rischio di emorragia (inibizione della funzione piastrinica ed aggressione della mucosa gastroduodenale da salicilati).
Utilizzare altre sostanze per un effetto antalgico o antipiretico.
• FANS (per via generale) Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica ed aggressione della mucosa gastroduodenale da farmaci antinfiammatori non steroidei).
Se non è possibile evitare l'associazione, istituire un'attenta sorveglianza clinica e biologica.
• Ticlopidina: aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica da ticlopidina).
È sconsigliata l'associazione a forti dosi di eparina: l'associazione a basse dosi di eparina (eparinoterapia preventiva) richiede un'attenta sorveglianza clinica e biologica.
• Altri antiaggreganti piastrinici (clopidogrel, dipiridamolo, sulfinpirazone, ecc.): aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica).
Associazioni che necessitano di precauzioni d'uso: • Anticoagulanti orali Potenziamento dell'azione anticoagulante.
L’eparina falsa il dosaggio del tasso di protrombina.
Al momento della sostituzione dell'eparina con gli anticoagulanti orali: - rinforzare la sorveglianza clinica e biologica (tempo di Quick espresso in INR).
- per controllare l’effetto degli anticoagulanti orali effettuare il prelievo prima della somministrazione di eparina, nel caso questa sia discontinua o, di preferenza, utilizzare un reattivo non sensibile all'eparina.
A causa del tempo di latenza necessario affinché l’anticoagulante orale sia pienamente efficace, si deve continuare il trattamento con eparina fino a quando l’INR si sia stabilizzato nel range terapeutico (compreso tra 2 e 3).
• Glucocorticoidi (via generale) Aggravamento del rischio emorragico proprio della terapia con glucocorticoidi (mucosa gastrica, fragilità vascolare), a dosi elevate o in trattamento prolungato superiore a dieci giorni.
L'associazione deve essere giustificata; potenziare la sorveglianza clinica.
• Destrano (via parenterale) Aumento del rischio emorragico (inibizione della funzione piastrinica).
Adattare la posologia dell'eparina in modo da non superare una ipocoagulabilità superiore a 1,5 volte il valore di riferimento, durante l'associazione e dopo la sospensione di destrano.• In caso di somministrazione contemporanea di acido ascorbico, antistaminici, digitale, penicilline e.v., tetracicline o fenotiazine si può avere una inibizione dell’attività del farmaco. Effetti indesiderati
- Le reazioni avverse sono elencate di seguito per sistema, organo, classe e frequenza.
Le reazioni avverse sono state classificate in accordo alla classificazione sistemica organica e secondo la convenzione sulla frequenza: molto comune ≥1/10, comune da ≥1/100 a <1/10, non comune da ≥1/1000 a <1/100, raro da ≥1/10000 a <1/1000, molto raro <1/10000, non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico Molto comune: manifestazioni emorragiche in vari siti (inclusi casi di ematoma spinale), più frequenti in pazienti con altri fattori di rischio (vedere paragrafi 4.3 Controindicazioni e 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego).
Raro: trombocitopenia (inclusa quella indotta da eparina) (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego), trombocitosi.
Molto raro: eosinofilia, reversibile in seguito ad interruzione del trattamento.
Disturbi del sistema immunitario.
Molto raro: reazioni di ipersensibilità (compreso angioedema e reazioni cutanee), reazione anafilattoide.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione.
Molto raro: iperkaliemia reversibile correlata alla soppressione, indotta da eparina, della secrezione di aldosterone, in particolare nei pazienti a rischio (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze Speciali e precauzioni di impiego).
Patologie del sistema nervoso. Non nota: cefalea.
Patologie epatobiliari.
Comune: aumento delle transaminasi, in genere transitorio.
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella.
Molto raro: priapismo.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo.
Raro: rash, orticaria, eritema, prurito; Molto raro: necrosi cutanea, normalmente al sito di iniezione, preceduta da porpora o da placche eritematose infiltrate o dolenti, con o senza sintomi generali (vedere paragrafo 4.4 "Avvertenze Speciali e precauzioni di impiego").
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione. Molto comune: ematoma nel sito dell’iniezione.
In alcuni casi si può notare la comparsa di noduli fissi che non sono indice di un incistamento di eparina.
Generalmente questi noduli scompaiono dopo alcuni giorni.
Comune: reazione nel punto di iniezione; Raro: calcinosi nel punto di iniezione.
La calcinosi è più frequente nei pazienti con produzione anormale di fosfato di calcio, così come in alcuni casi di insufficienza renale cronica.
Segnalazione delle reazioni avverse La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco.
Sito web: http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Gli studi nell'animale non hanno evidenziato alcuna attività teratogena o fetotossica.
Tuttavia, esistono solo dati clinici limitati riguardanti il passaggio di nadroparina attraverso la placenta nelle donne in gravidanza.
Pertanto l’uso di nadroparina in gravidanza non è consigliato a meno che i benefici terapeutici superino i possibili rischi.
Allattamento Le informazioni sull’escrezione di nadroparina nel latte materno sono limitate.
Le attuali conoscenze indicano che, per effetto delle dimensioni molecolari delle eparine a basso peso molecolare e dell’inattivazione gastrointestinale, il passaggio nel latte materno e l’assorbimento per via orale da parte del lattante è trascurabile.
Tuttavia, come precauzione, alle madri che allattano e che ricevono nadroparina, deve essere consigliato di non allattare.
Fertilità Non esistono studi clinici sull’effetto di nadroparina sulla fertilità. Conservazione
- Non vi sono particolari precauzioni per la conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.