OSSICODONE AU 28CPR 20MG RP
16,12 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 14/01/2024
Dolore intenso gestibile in maniera adeguata solo con analgesici oppioidi. Ossicodone Aurobindo è indicato negli adulti e negli adolescenti di età uguale e superiore a 12 anni.
Ossicodone Aurobindo 5 mg compresse a rilascio prolungato: ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene 5 mg di ossicodone cloridrato, pari a 4,5 mg di ossicodone. Ossicodone Aurobindo 10 mg compresse a rilascio prolungato: ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene 10 mg di ossicodone cloridrato, pari a 9 mg di ossicodone. Ossicodone Aurobindo 20 mg compresse a rilascio prolungato: ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene 20 mg di ossicodone cloridrato, pari a 18 mg di ossicodone. Eccipienti con effetti noti: Ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene lattosio monoidrato. Ossicodone Aurobindo 5 mg compresse a rilascio prolungato: Ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene 31,6 mg di lattosio monoidrato. Ossicodone Aurobindo 10 mg compresse a rilascio prolungato: Ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene 63,2 mg di lattosio monoidrato. Ossicodone Aurobindo 20 mg compresse a rilascio prolungato: Ciascuna compressa a rilascio prolungato contiene 31,6 mg di lattosio monoidrato. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- - Ipersensibilità all’ossicodone o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
- Grave depressione respiratoria con ipossia e/o ipercapnia.
- Grave broncopneumopatia cronica ostruttiva.
- Cuore polmonare.
- Grave asma bronchiale.
- Elevati livelli di biossido di carbonio nel sangue.
- Ileo paralitico.
- Addome acuto, svuotamento gastrico ritardato. Posologia
- Posologia Il dosaggio dipende dall’intensità del dolore e dalla sensibilità individuale del paziente al trattamento.
Si applicano le seguenti raccomandazioni generali sul dosaggio: Adulti e adolescenti di età uguale e superiore a 12 anni Titolazione e aggiustamento della dose In genere, la dose iniziale per i pazienti mai trattati con oppioidi è di 10 mg di ossicodone cloridrato, somministrata a intervalli di 12 ore.
Alcuni pazienti potrebbero beneficiare di una dose iniziale di 5 mg, per ridurre al minimo l’incidenza delle reazioni avverse.
I pazienti che già ricevono oppioidi possono iniziare il trattamento con dosaggi più elevati, tenendo conto della loro esperienza con precedenti terapie oppioidi.
Per dosi non realizzabili/praticabili con tale dosaggio, sono disponibili altri dosaggi di questo medicinale.
Secondo studi clinici ben controllati, 10-13 mg di ossicodone cloridrato corrispondono a circa 20 mg di solfato di morfina, entrambi nella formulazione a rilascio prolungato.
A causa delle differenze individuali nella sensibilità a diversi oppioidi, si raccomanda che i pazienti inizino il trattamento in maniera conservativa con Ossicodone Aurobindo dopo il passaggio dal trattamento con altri oppioidi, con il 50-75% della dose di ossicodone calcolata.
Alcuni pazienti che assumono Ossicodone Aurobindo seguendo un calendario di assunzione fisso hanno bisogno di analgesici a rilascio rapido come farmaco di salvataggio al fine di controllare il dolore episodico intenso.
Ossicodone Aurobindo non è indicato per il trattamento del dolore acuto e/o del dolore episodico intenso.
La singola dose del farmaco di salvataggio deve essere pari a 1/6 della dose equianalgesica giornaliera di Ossicodone Aurobindo.
L’utilizzo del farmaco di salvataggio per più di due volte al giorno indica che la dose di Ossicodone Aurobindo compresse a rilascio prolungato deve essere aumentata.
La dose non deve essere aggiustata più spesso di una volta ogni 1-2 giorni, finché non viene raggiunta una somministrazione stabile di due volte al giorno.
Dopo un aumento della dose da 10 mg a 20 mg ogni 12 ore, gli aggiustamenti della dose devono essere eseguiti solo in maniera graduale, con aggiustamenti di circa un terzo della dose giornaliera.
L’obiettivo è di ottenere un dosaggio specifico per il paziente che, con una somministrazione di due volte al giorno, consenta un’analgesia adeguata con effetti indesiderati tollerabili e con il minor ricorso possibile al farmaco di salvataggio, per tutto il tempo in cui è necessaria la terapia del dolore.
Una distribuzione uniforme (la stessa dose al mattino e alla sera) in base a un calendario di assunzione fisso (ogni 12 ore) è adeguata per la maggior parte dei pazienti.
Per alcuni pazienti può essere utile distribuire le dosi in maniera non uniforme.
In genere, deve essere scelta la più bassa dose di analgesico efficace.
Per il trattamento del dolore non neoplastico, una dose di 40 mg al giorno è in genere sufficiente; tuttavia, potrebbero essere necessari dosaggi più elevati.
I pazienti con dolore neoplastico possono avere bisogno di dosaggi compresi tra 80 a 120 mg che, in casi individuali, possono essere aumentati fino a 400 mg.
Laddove fossero necessarie dosi più elevate, la dose deve essere scelta singolarmente, bilanciando l’efficacia con la tolleranza e il rischio di effetti indesiderati.
Modo di somministrazione Per uso orale.
Ossicodone Aurobindo compresse a rilascio prolungato deve essere assunto due volte al giorno, in base a un calendario di assunzione fisso, al dosaggio determinato.
Le compresse a rilascio prolungato possono essere assunte con o senza cibo con una quantità sufficiente di liquido.
Ossicodone Aurobindo compresse a rilascio prolungato deve essere deglutito intero, e non deve essere masticato.
Durata della somministrazione Ossicodone Aurobindo non deve essere assunto per un periodo di tempo superiore al necessario.
Se è necessario un trattamento a lungo termine a causa del tipo e della gravità della malattia, è necessario adottare un accurato e regolare monitoraggio per determinare se e in quale entità il trattamento debba essere proseguito.
Interruzione del trattamento Quando un paziente non necessita più della terapia a base di ossicodone, è consigliabile ridurre la dose in maniera graduale per prevenire i sintomi da astinenza.
Popolazione pediatrica Non ci sono studi in pazienti di età inferiore a 12 anni, pertanto ossicodone cloridrato non deve essere usato nei pazienti di età inferiore a 12 anni.
Pazienti anziani I pazienti anziani in genere non hanno bisogno di aggiustamenti della dose.
Pazienti con compromissione epatica o renale In tali pazienti la dose di partenza deve seguire un approccio conservativo.
La dose iniziale raccomandata per gli adulti deve essere ridotta del 50% (ad esempio una dose giornaliera totale di 10 mg per via orale in pazienti non trattati con oppioidi) e la dose di ciascun paziente deve essere titolata per ottenere un adeguato controllo del dolore in base alla singola situazione clinica.
Pazienti a rischio I pazienti a rischio, ad esempio i pazienti con un basso peso corporeo o un lento metabolismo dei farmaci, devono assumere inizialmente metà dose raccomandata per gli adulti se non sono già trattati con gli oppioidi.
La titolazione della dose deve essere eseguita in maniera coerente con la situazione clinica individuale.
Per le istruzioni sull’apertura del blister a prova di bambino, vedere paragrafo 6.6. Avvertenze e precauzioni
- Popolazione pediatrica Ossicodone Aurobindo compresse a rilascio prolungato non è stato studiato nei bambini di età inferiore a 12 anni.
La sicurezza e l’efficacia di Ossicodone Aurobindo nei bambini di età inferiore a 12 anni non sono state dimostrate e l’uso nei bambini di età inferiore ai 12 anni non è raccomandato.
Pazienti anziani o debilitati Il rischio principale dell’eccesso di oppioidi è la depressione respiratoria.
È necessario prestare cautela nei pazienti anziani o debilitati, nei pazienti con grave compromissione polmonare, epatica o renale, con mixedema, ipotiroidismo, morbo di Addison (insufficienza surrenalica), con psicosi da intossicazione (ad esempio alcol), con ipertrofia prostatica, insufficienza corticosurrenale, alcolismo, dipendenza nota da oppioidi, delirium tremens, pancreatite, malattie del tratto biliare, disturbi infiammatori dell’intestino, colica biliare o ureterale, ipotensione, ipovolemia, condizioni con aumento della pressione cerebrale quali lesioni alla testa, disturbi della regolazione circolatoria, epilessia o tendenza alle convulsioni e nei pazienti che assumono inibitori delle MAO.
Pazienti sottoposti a chirurgia addominale Come con tutte le preparazioni a base di oppioidi, i prodotti contenenti ossicodone devono essere usati con cautela dopo chirurgia addominale poiché è noto che gli oppioidi compromettono la motilità intestinale e non devono essere usati fino a che il medico non si assicura della normale funzionalità intestinale.
I pazienti con grave compromissione epatica devono essere attentamente monitorati.
Depressione respiratoria La depressione respiratoria è il rischio più significativo indotto dagli oppioidi ed è più probabile che si verifichi in pazienti anziani o debilitati.
L’effetto di depressione respiratoria dell’ossicodone può portare a un aumento delle concentrazioni di biossido di carbonio nel sangue e di conseguenza nel liquido cefalorachidiano.
In pazienti predisposti, gli oppioidi possono causare una grave riduzione della pressione arteriosa.
Uso a lungo termine, tolleranza e astinenza Con l’uso cronico il paziente può sviluppare tolleranza al farmaco e necessitare di dosi progressivamente più elevate per mantenere il controllo del dolore.
L’utilizzo prolungato di questo prodotto può portare a tolleranza fisica.
In seguito all’improvvisa interruzione della terapia può verificarsi una sindrome da astinenza.
Se la terapia non è più necessaria è consigliabile ridurre la dose giornaliera in maniera graduale al fine di evitare sintomi di astinenza.
I sintomi dell’astinenza possono includere sbadigliamento, midriasi, lacrimazione, rinorrea, tremore, iperidrosi, ansia, agitazione, convulsioni e insonnia.
Iperalgesia L’iperalgesia non rispondente a un ulteriore aumento della dose di ossicodone può verificarsi molto raramente, soprattutto a dosi elevate.
Potrebbe essere necessaria una riduzione della dose di ossicodone o un passaggio a un oppioide alternativo.
Disturbo da uso di oppioidi (abuso e dipendenza) Dopo somministrazioni ripetute di oppioidi, come l’ossicodone, si possono manifestare tolleranza e dipendenza fisica e/o psicologica.
È nota la comparsa di dipendenza iatrogena dopo l’uso terapeutico di oppioidi.
L’uso ripetuto di Ossicodone Aurobindo può provocare il disturbo da uso di oppioidi (OUD).
L’abuso o l’uso errato intenzionale di Ossicodone Aurobindo può portare a sovradosaggio e/o morte.
Il rischio di sviluppare OUD è maggiore nei pazienti con una storia personale o familiare (genitori o fratelli) di disturbi da uso di sostanze (incluso il disturbo da uso di alcol), in attuali utilizzatori di tabacco o in pazienti con una storia personale di disturbi mentali (per es, depressione maggiore, ansia e disturbi della personalità).
I pazienti devono essere monitorati per individuare i segni di comportamenti di ricerca di sostanza d’abuso (per es.
la richiesta troppo anticipata di nuove prescrizioni).
Ciò include la valutazione di oppioidi e psicofarmaci concomitanti (come le benzodiazepine).
Per i pazienti con segni e sintomi di OUD, deve essere preso in considerazione un ulteriore consulto con uno specialista.
Disturbi della respirazione correlati al sonno Gli oppioidi possono causare disturbi della respirazione correlati al sonno, inclusi apnea centrale del sonno (CSA) e ipossiemia correlata al sonno.
L’uso di oppioidi aumenta il rischio di CSA in modo dose-dipendente.
In pazienti con CSA, deve essere presa in considerazione la riduzione del dosaggio totale degli oppioidi.
Uso pre-operatorio Ossicodone Aurobindo compresse a rilascio prolungato non è raccomandato per l’utilizzo pre-operatorio o entro le prime 12-24 ore dopo l’operazione.
Inappropriata iniezione venosa per via parenterale In caso di un’inappropriata iniezione venosa per via parenterale, gli eccipienti della compressa possono portare alla necrosi del tessuto locale, infezione, aumento del rischio di endocardite, e lesione della valvola cardiaca che può essere fatale, granulomi polmonari o ad altri eventi gravi e potenzialmente letali.
Le compresse non devono essere masticate o frantumate Per evitare di modificare le proprietà del rilascio controllato delle compresse, le compresse a rilascio prolungato devono essere deglutite intere, senza essere rotte, masticate o frantumate.
La somministrazione di compresse a rilascio prolungato rotte, masticate o frantumate porta al rapido rilascio e assorbimento di una dose potenzialmente letale di ossicodone (vedere paragrafo 4.9).
Rischio dall’uso concomitante di medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati L’uso concomitante di Ossicodone Aurobindo e di medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati può causare sedazione, depressione respiratoria, coma e morte.
A causa di questi rischi, la prescrizione in concomitanza a questi medicinali sedativi deve essere riservata ai pazienti per i quali le opzioni di un trattamento alternativo non sono possibili.
Se si decide di prescrivere Ossicodone Aurobindo in concomitanza a medicinali sedativi, deve essere usata la dose efficace più bassa possibile e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.
I pazienti devono essere attentamente valutati per i segni e i sintomi di depressione respiratoria e sedazione.
A tale riguardo, è fortemente raccomandato di informare i pazienti e le persone che se ne prendono cura di prestare attenzione a questi sintomi (vedere paragrafo 4.5).
Alcol L’utilizzo concomitante di alcol e ossicodone cloridrato in compresse a rilascio prolungato può aumentare gli effetti indesiderati di ossicodone cloridrato; l’utilizzo concomitante deve pertanto essere evitato.
Gli oppioidi, come l’ossicodone cloridrato, possono influenzare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene o -gonadi.
Alcuni cambiamenti che possono essere osservati includono aumento della prolattina sierica e diminuzioni del cortisolo plasmatico e del testosterone.
Da questi cambiamenti ormonali possono manifestarsi sintomi clinici.
Ossicodone Aurobindo contiene lattosio Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit totale di lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale. Interazioni
- Può verificarsi un effetto depressivo del sistema nervoso centrale aumentato durante la terapia concomitante con farmaci che hanno effetti sul sistema nervoso centrale come altri oppioidi, sedativi, ipnotici, antidepressivi, antipsicotici, anestetici, miorilassanti, antistaminici e antiemetici.
Gli inibitori delle MAO sono noti per interagire con gli analgesici oppioidi e causano eccitazione o depressione del SNC associate a crisi ipertensive o ipotensive (vedere paragrafo 4.4).
L’ossicodone deve essere utilizzato con cautela in pazienti che ricevono inibitori delle MAO o che hanno ricevuto inibitori delle MAO durante le ultime due settimane (vedere paragrafo 4.4).
L’alcol può potenziare gli effetti farmacodinamici di ossicodone; l’utilizzo concomitante deve pertanto essere evitato.
Gli anticolinergici (ad es.
antipsicotici, antistaminici, antiemetici, farmaci per il parkinson) possono aumentare gli effetti indesiderati anticolinergici dell’ossicodone (come stipsi, bocca secca o disturbi della minzione).
La cimetidina può inibire il metabolismo dell’ossicodone.
L’ossicodone è metabolizzato soprattutto dal CYP3A4, con un contributo del CYP2D6.
Le attività di queste vie metaboliche possono essere inibite o indotte da diversi medicinali o elementi alimentari somministrati in maniera concomitante.Gli inibitori del CYP3A4, come gli antibiotici macrolidi (ad es.
claritromicina, eritromicina e telitromicina), gli antifungini azolici (ad es.
ketoconazolo, voriconazolo, itraconazolo e posaconazolo), gli inibitori della proteasi (ad es.
boceprevir, ritonavir, indinavir, nelfinavir e saquinavir), la cimetidina e il succo di pompelmo possono causare una ridotta clearance dell’ossicodone, la quale può portare a un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ossicodone.
Pertanto, la dose di ossicodone potrebbe dover essere aggiustata di conseguenza.
Di seguito sono forniti alcuni esempi specifici: • Itraconazolo, un potente inibitore del CYP3A4, somministrato a una dose di 200 mg per via orale per cinque giorni, ha aumentato la AUC dell’ossicodone orale.
In media, la AUC era di circa 2,4 volte più elevata (intervallo da 1,5 a 3,4).• Voriconazolo, un inibitore del CYP3A4, somministrato a una dose di 200 mg due volte al giorno per quattro giorni (400 mg somministrati come prime due dosi), ha aumentato la AUC dell’ossicodone orale.
In media, la AUC era di circa 3,6 volte più elevata (intervallo da 2,7 a 5,6).
• Telitromicina, un potente inibitore del CYP3A4, somministrata a una dose di 800 mg per via orale per quattro giorni, ha aumentato la AUC dell’ossicodone orale.
In media, la AUC era di circa 1,8 volte più elevata (intervallo da 1,3 a 2,3).
• Il succo di pompelmo, un inibitore del CYP3A4, somministrato a una dose di 200 ml tre volte al giorno per cinque giorni, ha aumentato la AUC dell’ossicodone orale.
In media, la AUC era di circa 1,7 volte più elevata (intervallo da 1,1 a 2,1).
Gli induttori del CYP3A4, tra cui rifampicina, carbamazepina, fenitoina ed erba di San Giovanni, possono stimolare il metabolismo dell’ossicodone e causare una maggiore clearance dell’ossicodone, la quale può portare a una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di ossicodone.
Pertanto, la dose di ossicodone potrebbe dover essere aggiustata di conseguenza.
Di seguito sono forniti alcuni esempi specifici: • L’erba di San Giovanni, un induttore del CYP3A4, somministrata a una dose di 300 mg tre volte al giorno per quindici giorni, ha ridotto la AUC dell’ossicodone orale.
In media, la AUC era inferiore di circa il 50% (intervallo da 37% a 57%).
• Rifampicina, un induttore del CYP3A4, somministrata a una dose di 600 mg una volta al giorno per sette giorni, ha ridotto la AUC dell’ossicodone orale.
In media, la AUC era inferiore di circa l’86%.
I medicinali che inibiscono l’attività del CYP2D6, come la paroxetina, la fluoxetina e la chinidina, possono causare una ridotta clearance dell’ossicodone, la quale può condurre a un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ossicodone.
L’effetto di altri rilevanti inibitori degli isoenzimi sul metabolismo dell’ossicodone non è noto.
Devono essere prese in considerazione potenziali interazioni.
Variazioni clinicamente rilevanti nel Rapporto Normalizzato Internazionale (International Normalized Ratio, INR) in entrambe le direzioni sono state osservate in individui che hanno ricevuto una somministrazione concomitante di anticoagulanti cumarinici con l’ossicodone.
Non sono stati condotti studi sull’effetto dell’ossicodone sul metabolismo catalizzato dal CYP di altri medicinali.
Medicinali sedativi come benzodiazepine o farmaci correlati L’uso concomitante di oppioidi con medicinali sedativi quali le benzodiazepine o farmaci correlati aumenta il rischio di sedazione, depressione respiratoria, coma e morte a causa dell’effetto depressivo aggiuntivo sul SNC.
La dose e la durata dell’uso concomitante devono essere limitate (vedere paragrafo 4.4).
La somministrazione concomitante di ossicodone con agenti serotoninergici, quali un inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina (SSRI) o un inibitore della ricaptazione di serotonina-norepinefrina (SNRI), può causare tossicità da serotonina.
I sintomi della tossicità da serotonina possono includere alterazioni dello stato mentale (ad es.
agitazione, allucinazioni, coma), instabilità autonomica (ad es.
tachicardia, pressione arteriosa labile, ipertermia), anomalie muscolari (ad es.
iperreflessia, incoordinazione, rigidità) e/o sintomi gastrointestinali (ad es.
nausea, vomito, diarrea).
L’ossicodone deve essere usato con cautela e potrebbe essere necessario ridurne il dosaggio nei pazienti che assumono tali medicinali. Effetti indesiderati
- L’ossicodone può causare depressione respiratoria, miosi, spasmi bronchiali e spasmi della muscolatura liscia e può sopprimere il riflesso tussigeno.
Le reazioni avverse considerate almeno probabilmente correlate al trattamento sono elencate nella tabella di seguito per classificazione sistemica organica e frequenza assoluta.
Si possono sviluppare tolleranza e dipendenza.Sistema organico Molto comune (≥ 1/10) Comune (≥ 1/100 a <1/10) Non comune (≥ 1/1.000 a<1/100) Raro (≥1/10.000 a <1/1.000) Non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Patologie del sistema emolinfopoietico linfoadenopatia Disturbi del sistema immunitario ipersensibilità risposte anafilattiche Patologie endocrine sindrome da inadeguata secrezione dell’ormone antidiuretico Disturbi del metabolismo e della nutrizione appetito ridotto disidratazione Disturbi psichiatrici ansia, stato confusionale, depressione, insonnia, nervosismo, pensieri anormali, amnesia, casi isolati di disturbi del linguaggio agitazione, labilità emotiva, umore euforico, allucinazioni, libido ridotta, dipendenza dal farmaco (vedere paragrafo 4.4), depersonalizzazione, alterazione del gusto, disturbi visivi, iperacusia aggressione Patologie del sistema nervoso sonnolenza, capogiri, cefalea astenia, tremore amnesia, convulsioni, ipertonia, sia aumento sia diminuzione del tono muscolare, contrazioni muscolari involontarie; ipoestesia; disturbi della coordinazione; malessere; disturbi del linguaggio, sincope, parestesia, disgeusia iperalgesia Patologie dell’occhio compromissione visiva, disturbo della lacrimazione, miosi Patologie dell’orecchio e del labirinto vertigini Patologie cardiache tachicardia sopraventricolare, palpitazioni (nel contesto della sindrome di astinenza) Patologie vascolari vasodilatazione ipotensione, ipotensione ortostatica Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche dispnea, broncospasmo aumento della tosse, faringite, rinite, alterazioni della voce, depressione respiratoria sindrome di apnea centrale nel sonno Patologie gastrointestinali stipsi, nausea, vomito bocca secca, raramente accompagnata da sete; disturbi gastro-intestinali come dolore addominale; diarrea, dispepsia; perdita dell’appetito ulcere orali; gengivite, stomatite, flatulenza, disfagia, eruttazione, ileo sanguinamento gengivale; appetite aumentato, feci scure macchie dentali carie dentali Patologie epatobiliari enzimi epatici aumentati colestasi, colica biliare Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo prurito eruzioni cutanee incluso rash in rari casi aumento della fotosensibilità, in casi isolati orticaria o dermatite esfoliativa, iperidrosi pelle secca herpes simplex, orticaria Patologie renali e urinarie disturbi della minzione (aumento dello stimolo ad urinare) ritenzione urinaria ematuria Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella libido ridotta; disfunzione erettile amenorrea Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione sudorazione, condizioni asteniche lesioni accidentali, dolore (ad esempio dolore al torace); edema; emicrania, dipendenza fisica con sintomi di astinenza, tolleranza al medicinale, brividi, malessere, edema periferico, sete alterazioni del peso (aumento o diminuzione); cellulite sindrome da astinenza da farmaci neonatale
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- L’utilizzo di questo medicinale deve essere evitato nei limiti del possibile nelle pazienti in stato di gravidanza o che allattano al seno.
Gravidanza I dati relativi all’uso dell’ossicodone in donne in gravidanza sono in numero limitato.
I lattanti nati da donne che hanno ricevuto oppioidi nelle ultime 3-4 settimane prima del parto devono essere monitorati per rilevare un’eventuale depressione respiratoria.
Sintomi di astinenza possono essere osservati nei neonati di madri sottoposte al trattamento con ossicodone.
Allattamento L’ossicodone può essere secreto nel latte materno e può causare depressione respiratoria nel neonato.
Pertanto, l’ossicodone non deve essere utilizzato da madri che allattano al seno. Conservazione
- Confezioni in blister: Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.
Contenitore in HDPE: 5 mg, 10 mg: non conservare a temperatura superiore a 30 °C.20 mg: questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.