NOMAFEN 20CPR RIV 20MG
7,64 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 01/01/2011
Il Tamoxifene è indicato nel trattamento del carcinoma mammario. Nell’uomo Nomafen è indicato nella profilassi e nel trattamento della ginecomastia e della mastalgia causate da antiandrogeni nel trattamento in monoterapia del carcinoma prostatico.
NOMAFEN 10 mg compresse Una compressa rivestita contiene: 15,2 mg di tamoxifene citrato pari a 10 mg di tamoxifene Eccipienti con effetti noti: lattosio 117 mg NOMAFEN 20 mg compresse Una compressa rivestita contiene: 30,4 mg di tamoxifene citrato pari a 20 mg di tamoxifene Eccipienti con effetti noti: lattosio 334 mg Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1 Nomafen non deve essere somministrato in caso di gravidanza.
(vedi anche paragrafo 4.6).
Terapia preventiva in pazienti ad alto rischio di cancro mammario.
Carcinoma duttale in situ in donne che richiedano una concomitante terapia anticoagulante o che presentino un’anamnesi di trombosi venosa profonda o embolia polmonare. Posologia
- Pazienti in età adulta ed anziani: da 20 a 40 mg in una o due somministrazioni giornaliere.
Profilassi e trattamento della ginecomastia e mastalgia causate da antiandrogeni nel trattamento in monoterapia del carcinoma prostatico: 20 mg una volta al giorno.
Bambini L’uso di Nomafen nei bambini non è raccomandato, in quanto la sicurezza e l’efficacia non sono state stabilite (vedere paragrafi 5.1 e 5.2). Avvertenze e precauzioni
- Nomafen deve essere impiegato con cautela in pazienti con persistente leucopenia o trombocitopenia.
Sono consigliabili periodici controlli della crasi ematica, piastrinemia inclusa.
Si può verificare arresto del flusso mestruale in pazienti in pre-menopausa, il che non pregiudica l’attività antitumorale del farmaco.
Durante il trattamento con Nomafen è stata riportata un'aumentata incidenza di alterazioni dell'endometrio comprendenti iperplasia, polipi, carcinoma e sarcomi del corpo dell’utero (per lo più tumori maligni mulleriani misti).
L'incidenza e il quadro di queste alterazioni suggeriscono un meccanismo di base correlato alle proprietà estrogeniche di Nomafen.
È consigliabile, quindi, che le pazienti in corso di terapia vengano sottoposte ad adeguati controlli dell’apparato genitale, in particolare dell’endometrio.
I pazienti in trattamento con tamoxifene devono essere istruiti ad avvisare immediatamente il proprio medico qualora avvertano uno qualsiasi dei seguenti sintomi: intorpidimento del volto o debolezza delle braccia o delle gambe e problemi della parola o della visione che potrebbero indicare un ictus cerebri.
Lo stesso in caso di dolore toracico o dispnea che potrebbero essere sintomi di embolia polmonare, o se si presenta dolore addominale o un sanguinamento vaginale anormale che potrebbero indicare un possibile cancro dell’utero.
Anche in caso di tosse e dispnea che potrebbero essere sintomi di una polmonite interstiziale le pazienti dovranno essere istruite ad avvisare il proprio medico.
Deve essere richiesto alle pazienti se esse abbiano avuto una storia pregressa di ictus cerebri, di eventi simili all’ictus, eventi tromboembolici o cancro dell’utero.
In studi clinici con Tamoxifene nel carcinoma mammario sono stati riportati secondi tumori primari a livello di siti diversi dall’endometrio e dalla mammella controlaterale; non è stata stabilita alcuna relazione causale ed il significato clinico di queste osservazioni non è chiaro.
Nella ricostruzione microchirurgica ritardata del seno NOMAFEN può aumentare il rischio di complicanze della falda microvascolare.
In uno studio non controllato, condotto su 28 bambine di età compresa tra 2 e 10 anni, affette dalla sindrome di McCune Albrigth (MAS), trattate con 20 mg una volta al giorno per un periodo di tempo fino a 12 mesi, il volume medio dell’utero è risultato aumentato dopo 6 mesi di trattamento e raddoppiato al termine dello studio durato un anno.
Quest’osservazione è in linea con le proprietà farmacodinamiche del tamoxifene, ma non è stata stabilita una relazione causale (vedere paragrafo 5.1).
In letteratura è stato dimostrato che i metabolizzatori lenti di CYP2D6 presentano un livello plasmatico più basso di endoxifene, uno dei più importanti metaboliti attivi del tamoxifene (vedi paragrafo 5.2).
La concomitante somministrazione di farmaci che inibiscono CYP2D6 può portare alla riduzione della concentrazione del metabolita attivo endoxifene.
Pertanto, la somministrazione di potenti inibitori di CYP2D6 (p.
es.
paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione) deve, quando possibile, essere evitata durante il trattamento con tamoxifene (vedi paragrafi 4.5 e 5.2).
La decisione di iniziare la terapia con tamoxifene in pazienti con carcinoma duttale in situ deve essere discussa con le pazienti, valutando insieme a loro i potenziali rischi e benefici.
La somministrazione di Nomafen non è consigliata durante l’allattamento.
Nomafen contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di Lapp lattasi, o da malassorbimento di glucosio-galattosio, non devono assumere questo medicinale Interazioni
- L’impiego del tamoxifene in pazienti sottoposti a terapia con anticoagulanti tipo dicumarolico può aumentare significativamente l’attività anticoagulante; è consigliabile in questo caso uno stretto monitoraggio degli indici di coagulazione.
Quando il Tamoxifene sia somministrato in associazione con farmaci citotossici, si può verificare un maggior rischio di episodi tromboembolici (vedi anche paragrafo 4.8) L’uso di tamoxifene in associazione con un inibitore dell’aromatasi come terapia adiuvante non ha mostrato un’efficacia migliore rispetto a tamoxifene da solo.
La conosciuta e principale via del metabolismo di tamoxifene nell’uomo è la demetilazione, catalizzata da enzimi CYP3A4.
È stato riportato in letteratura che l’interazione farmacocinetica con la rifampicina, agente che induce il CYP3A4, comporta una riduzione dei livelli plasmatici di tamoxifene.
Non è nota la rilevanza clinica di questa interazione.
Sono state riportate in letteratura interazioni farmacocinetiche con inibitori di CYP2D6, con riduzione del 65-75% dei livelli plasmatici di un metabolita attivo deltamoxifene, 4-idrossi-N-desmetiltamoxifene (endoxifene).
In alcuni studi è stata riportata una riduzione dell’efficacia del tamoxifene quando somministrato in concomitanza con alcuni antidepressivi SSRI (p.
es.
paroxetina).
Quando possibile, la concomitante somministrazione di potenti inibitori di CYP2D6 (p.
es.
paroxetina, fluoxetina, chinidina, cinacalcet o bupropione) deve essere evitata (vedere paragrafi 4.4 e 5.2), poichè non si può escludere una riduzione dell’efficacia del tamoxifene. Effetti indesiderati
- L’esperienza relativa all’uso di Nomafen nella donna è ampia.
Sebbene nell’ uomo è molto più ristretta, il profilo globale degli eventi avversi appare simile, con l’eccezione degli eventi limitati al sesso femminile.
Nel trattamento a lungo termine, gli effetti collaterali segnalati sono meno frequenti o meno gravi rispetto a quelli osservati con androgeni ed estrogeni impiegati per il trattamento della stessa patologia.
Alcuni effetti collaterali sono attribuibili all’azione antiestrogenica del farmaco: vampate di calore, perdite ematiche vaginali, secrezione vaginale e prurito vulvare.
In alcuni pazienti in pre-menopausa Tamoxifene sopprime il flusso mestruale.
Altri effetti collaterali di tipo generale sono rappresentati da intolleranza gastrointestinale, sensazione di capogiro, rash cutaneo e, in qualche caso, ritenzione di fluidi e alopecia.
Quando tali effetti collaterali sono gravi, è possibile controllarli attraverso una semplice riduzione del dosaggio senza influenzare la risposta al trattamento.
È necessario consultare lo specialista per valutare l’opportunità del proseguimento o della sospensione del trattamento o di eventuali modifiche dello stesso.
Sono stati riportati rash cutaneo (incluse rare segnalazioni di eritema multiforme, sindrome di Steven-Johnson, vasculiti cutanee e pemfigoide bolloso) e comunemente reazioni di ipersensibilità, incluso angioedema.
Negli stadi iniziali della terapia, nei pazienti con lesioni ossee, si è sviluppata ipercalcemia.
All’inizio della terapia con Tamoxifene si possono verificare episodi di recrudescenza sintomatologica della malattia (flare).
Tali manifestazioni sono transitorie e spesso associate ad una buona risposta alla terapia.
Sono stati segnalati alcuni casi di disturbi visivi tra cui rari casi di alterazioni corneali, cataratta e retinopatia.
In pazienti in trattamento con tamoxifene sono stati segnalati casi di neuropatia ottica e di neurite ottica e, in un limitato numero di casi, si è verificata cecità.
In pazienti in trattamento con Nomafen sono stati riportati comunemente disturbi sensoriali (inclusi parestesia e disgeusia).
Sono stati segnalati fibromi uterini, endometriosi ed altre alterazioni endometriali incluso iperplasia e polipi.
In pazienti trattate con Tamoxifene si è osservata piastrinopenia, generalmente limitata a valori quali 80.000-90.000/mm³, ma a volte anche inferiori.
Nel corso di terapia con Tamoxifene è stata segnalata leucopenia talvolta associata ad anemia e/o trombocitopenia.
Neutropenia, talvolta grave, è stata segnalata raramente e casi di agranulocitosi sono stati riportati raramente.
Vi è evidenza di eventi ischemici cerebrovascolari e tromboembolici, inclusi trombosi venosa profonda, trombosi microvascolare ed embolia polmonare, che si manifestano comunemente nel corso della terapia con Nomafen.
Il rischio di eventi trombolembolici risulta aumentato con l’utilizzo di Nomafen in associazione a sostanze citotossiche.
Crampi alle gambe e mialgia sono stati comunemente riportati in pazienti in terapia con Nomafen.
Occasionalmente sono stati riportati casi di polmonite interstiziale.
Tamoxifene è stato associato a variazioni dei livelli degli enzimi epatici ed ad un quadro di più gravi anormalità epatiche, tra cui fegato steatosico, colestasi ed epatite, insufficienza epatica, cirrosi e danno epatocellulare (compresa necrosi epatica).
Raramente è stato osservato un aumento di volume di cisti ovariche in pazienti in premenopausa trattate con Tamoxifene.
Nelle donne in trattamento con Nomafen sono stati raramente osservati polipi della vagina.
Comunemente, può essere associato all’impiego di tamoxifene un incremento dei livelli sierici dei trigliceridi, in alcuni casi con pancreatite.
Altri effetti indesiderati riportati in letteratura sono: vertigini, cefalea, depressione, confusione, stanchezza.
In associazione al trattamento con Nomafen è stata riportata un’incidenza non comune di carcinoma dell’endometrio e rari casi di sarcomi del corpo dell’utero (per lo più tumori maligni mulleriani misti).
Lupus eritematoso cutaneo è stato osservato molto raramente in pazienti trattate con Nomafen.
Porfiria cutanea tarda è stata osservata molto raramente in pazienti trattate con Nomafen.
Fatica è stata riportata molto comunemente in pazienti trattati con Nomafen.
Reazione da rievocazione di irradiazione è stata osservata molto raramente in pazienti trattate con Nomafen.
Dai risultati dello studio clinico NSABP P-1, un vasto studio della durata di 5 anni che ha coinvolto circa 13.000 donne ad alto rischio per insorgenza di cancro del seno che hanno assunto tamoxifene o placebo, è emerso nelle donne trattate con il tamoxifene un aumento dell’incidenza delle seguenti reazioni avverse rispetto al gruppo di controllo: - cancro dell’utero: adenocarcinoma endometriale (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 2.20 nel gruppo delle donne trattate contro 0.71 nel gruppo di controllo), sarcoma uterino, incluso il sarcoma misto di tipo mulleriano (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 0.17 nel gruppo delle donne trattate contro 0.00 nel gruppo di controllo); - stroke (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 1.43 nel gruppo delle donne trattate contro 1.00 nel gruppo di controllo) embolia polmonare (tasso di incidenza per 1000 anni/donna pari a 0.75 nel gruppo delle donne trattate contro 0.25 nel gruppo di controllo).
Alcuni dei casi di tumori maligni uterini, di ictus e di embolia polmonare hanno avuto esito fatale.
Nello stesso studio è stato rilevato anche un aumento dell’incidenza di trombosi venosa profonda, formazione di cataratta, operazioni chirurgiche per cataratta.
Gli effetti indesiderati di Nomafen sono elencati in tabella 1.
Se non diversamente specificato, le seguenti categorie di frequenza sono state calcolate in base al numero degli effetti indesiderati riportati in uno studio di Fase III condotto su 9.366 pazienti in post-menopausa, con carcinoma mammario operabile, trattate per 5 anni e se non specificato, non si è tenuto conto della frequenza all'interno del gruppo di trattamento comparativo o del fatto che il ricercatore l’abbia considerata collegata al farmaco in studio.
Tabella 1 Effetti indesiderati mostrati da Nomafen:
a Questo effetto indesiderato non è stato riportato nei soggetti trattati con tamoxifene (n = 3094) nel suddetto studio.Frequenza Classificazione per sistemi ed organi Effetto indesiderato Molto comune (≥10%) Patologie gastrointestinali Nausea Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ritenzione dei fluidi Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella Perdite ematiche vaginali, secrezione vaginale Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Rash cutaneo Patologie vascolari Vampate di calore Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Fatica Comune (≥ 1% e <10%) Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Patologie dell’occhio Cataratta, retinopatia Disturbi del sistema immunitario Reazioni di ipersensibilità Esami diagnostici Trigliceridi elevati Patologie del sistema muscolo scheletrico e del tessuto connnettivo Mialgia Tumori benigni, maligni e non specificati Fibromi uterini Patologie del sistema nervoso Eventi cerebrovascolari ischemici, mal di testa, capogiri, disturbi sensoriali (inclusi parestesia e disgeusia), prurito vulvare Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Prurito vulvare, alterazioni endometriali (inclusi iperplasia e polipi) Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Alopecia Patologie gastrointestinali Vomito, diarrea, costipazione Patologie epatobiliari Variazione dei livelli degli enzimi epatici, fegato steatosico Patologie vascolari Eventi tromboembolici (inclusi trombosi venosa profonda, trombosi micro vascolare ed embolia polmonare) Non comune (≥ 0,1% e <1%) Patologie del sistema emolinfopoietico Trombocitopenia, leucopenia Patologie dell’occhio Disturbi visivi Patologie gastrointestinali Pancreatite Disturbi del metabolismo e della nutrizione Ipercalcemia (in pazienti con metastasi ossee) Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Cancro endometriale Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Polmonite interstiziale Patologie epatobiliari Cirrosi al fegato Patologie del sistema emolinfopoietico Neutropenia, agranulocitosia Raro (≥0.01% e <0.1%) Patologie dell’occhio Alterazioni corneali, neuropatia otticaa Tumori benigni, maligni e non specificati (cisti e polipi compresi) Sarcoma uterino (per lo più tumori maligni mulleriani misti)a polipi della vagina Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Recrudescenza tumoralea, endometriosi, gonfiamento delle cisti ovarichea Patologie del sistema nervoso Neurite ottica Patologie epatobiliari Epatite, colestasia, anomalie epatichea, danno epatocelularea, necrosi epaticaa Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Angioedema, sindrome Steven-Johnsona, vasculiti cutaneea, pemfigoide bollosoa, eritema multiformea Molto Raro (<0.01%) Tessuto cutaneo e sottocutaneo Lupus eritematoso cutaneob Patologie congenite, familiari e genetiche Porfiria cutanea tardab Traumatismo, avvelenamento e complicazioni da procedura Reazione da rievocazione di irradiazioneb
Tuttavia è stato riportato in altri studi o è stato tratto da altre fonti.
La frequenza è stata calcolata usando il limite superiore dell’intervallo di confidenza al 95% per la stima puntuale (basato su 3/X, dove X rappresenta il totale del campione, ad es.
3094).
Questa è calcolata come 3/3094 che equivale alla categoria di frequenza “raro”.
b L’evento non è stato osservato in altri studi clinici principali.
La frequenza è stata calcolata usando il limite superiore dell’intervallo di confidenza al 95% per la stima puntuale (basato su 3/X, dove X rappresenta il totale del campione di 13.357 pazienti negli studi clinici principali).
Questa è calcolata come 3/13.357 che equivale alla categoria di frequenza “molto raro”.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza: Nomafen è controindicato in gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Sebbene non sia stata stabilita alcuna relazione causale con il farmaco, sono stati segnalati pochi casi di aborti spontanei, anomalie congenite e morti fetali in pazienti che avevano assunto Tamoxifene.
Negli studi di tossicità sul ciclo riproduttivo nel ratto, coniglio e scimmia, il tamoxifene non ha mostrato potenziale teratogeno.
Nei modelli sperimentali di sviluppo del tratto riproduttivo fetale del roditore, tamoxifene è stato associato a modificazioni simili a quelle causate da estradiolo, etinilestradiolo, clomifene e dietilstilbestrolo (DES).
Sebbene la rilevanza clinica di tali modificazioni non sia nota, alcune di queste, specialmente l’adenosi vaginale, sono simili a quelle osservate nelle donne giovani che, nella vita intrauterina avevano subito l’esposizione a DES e che presentano un rischio di 1:1000 di sviluppare un carcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice.
Solo un piccolo numero di pazienti è stato esposto a tamoxifene in corso di gravidanza.
Non è stato riportato che tale esposizione abbia causato una successiva adenosi vaginale o carcinoma a cellule chiare della vagina o della cervice nelle donne giovani che avevano subito l’esposizione a tamoxifene nella vita intrauterina.
Le pazienti devono essere informate della necessità di evitare una gravidanza durante il trattamento con Tamoxifene e, se sessualmente attive, devono usare contraccettivi di barriera o altri metodi contraccettivi non ormonali.
Le pazienti in premenopausa, prima di iniziare il trattamento, devono essere sottoposte ad attenti controlli per escludere la possibilità di una gravidanza in atto.
Le pazienti devono essere informate dei rischi potenziali per il feto qualora si instaurasse una gravidanza durante il trattamento con Tamoxifene o nei due mesi successivi all’interruzione della terapia.
Allattamento : L’impiego di Tamoxifene durante l’allattamento non è consigliato in quanto non è noto se esso sia escreto nel latte materno.
La decisione di interrompere l’allattamento o la terapia con Tamoxifene deve essere valutata in base alla necessità di trattamento. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna conservazione particolare di conservazione.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.