MIREBAX 30CPR RIV 10MG

31,10 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: RIVAROXABAN
  • ATC: B01AF01
  • Descrizione tipo ricetta: RRL - LIMITATIVA RIPETIBILE
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 16/01/2025

Prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) nei pazienti adulti sottoposti a interventi di sostituzione elettiva di anca o ginocchio. Trattamento della trombosi venosa profonda (TVP) e dell'embolia polmonare (EP) e prevenzione delle recidive di TVP e EP negli adulti. (Vedere paragrafo 4.4 per pazienti con EP emodinamicamente instabili).
Ogni compressa rivestita con film contiene 10 mg di rivaroxaban.Eccipiente con effetti noti Ogni compressa rivestita con film contiene 93 mg di lattosio (come monoidrato), vedere paragrafo 4.4. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

Ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1; Sanguinamento attivo clinicamente significativo; Lesione o condizione, tali da costituire un rischio significativo di sanguinamento maggiore.
Ciò può includere ulcerazione gastrointestinale in corso o recenti, presenza di neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento, lesioni cerebrali o spinali recenti, interventi chirurgici recenti al cervello, alla colonna vertebrale o all'occhio, emorragie intracraniche recenti, varici esofagee note o sospette, malformazioni arterovenose, aneurismi vascolari o disfunzioni vascolari intraspinali o intracerebrali maggiori; Trattamento concomitante con altri anticoagulanti, come le eparine non frazionate (UFH), eparine a basso peso molecolare (enoxaparina, dalteparina, ecc.), derivati dell'eparina (fondaparinux, ecc.), anticoagulanti orali (warfarin, dabigatran etexilato, apixaban, ecc.), tranne in circostanze specifiche di cambio di terapia anticoagulante (vedere paragrafo 4.2) o quando l'UFH è somministrato alle dosi necessarie per mantenere un catetere venoso centrale o arterioso aperto (vedere paragrafo 4.5); Malattia epatica associata a coagulopatia e rischio di sanguinamento clinicamente significativo, compresi i pazienti cirrotici con Child Pugh B e C (vedere paragrafo 5.2); Gravidanza e allattamento (vedere paragrafo 4.6).

Posologia

Posologia Prevenzione del TEV nei pazienti adulti sottoposti a interventi chirurgici di sostituzione elettiva dell'anca o del ginocchio La dose raccomandata è di 10 mg di rivaroxaban da assumere per via orale una volta al giorno.
La dose iniziale deve essere assunta 6-10 ore dopo l'intervento, a condizione che si sia stabilita l'emostasi.
La durata del trattamento dipende dal rischio individuale del paziente di tromboembolismo venoso, determinato dal tipo di intervento chirurgico ortopedico.
• Per i pazienti sottoposti a chirurgia maggiore dell'anca, si raccomanda una durata del trattamento di 5 settimane; • Per i pazienti sottoposti a interventi chirurgici maggiori al ginocchio, si raccomanda una durata del trattamento di 2 settimane.
in caso di dimenticanzadi una dose, il paziente deve assumere Mirebax immediatamente e poi continuare il giorno seguente con l'assunzione monogiornaliera abituale.
Trattamento della TVP, trattamento dell’EP e prevenzione delle recidive di TVP ed EP La dose raccomandata per il trattamento iniziale della TVP acuta o dell'EP acuta è di 15 mg due volte al giorno per le prime tre settimane, seguita da 20 mg una volta al giorno per la prosecuzione del trattamento e la prevenzione delle recidive di TVP ed EP.
Una terapia di breve durata (almeno 3 mesi) deve essere presa in considerazione nei pazienti con TVP o EP provocata da fattori di rischio transitori maggiori (ad es.
recenti interventi chirurgici maggiori o traumi).
Una terapia di più lunga durata deve essere presa in considerazione nei pazienti con TVP o EP provocata non correlata a fattori di rischio transitori maggiori, TVP o PE non provocata (primitiva) o in caso di anamnesi di TVP o EP recidivante.
Quando è indicata una profilassi delle recidive di TVP ed EP di lunga durata (dopo il completamento di una terapia di almeno 6 mesi per TVP o EP), la dose raccomandata è di 10 mg una volta al giorno.
Nei pazienti in cui il rischio di TVP o EP recidivanti è considerato elevato, come quelli con comorbidità complicate, o che hanno manifestato TVP o EP recidivante durante la profilassi di lunga durata con Mirebax 10 mg una volta al giorno, si deve prendere in considerazione una dose di Mirebax 20 mg una volta al giorno.
La durata della terapia e la scelta della dose devono essere personalizzate dopo un'attenta valutazione del beneficio del trattamento in rapporto al rischio per sanguinamento (vedere paragrafo 4.4).
  Periodo temporale Schema posologico Dose giornaliera totale
Trattamento e prevenzione della TVP e della EP recidivante Giorno 1-21 15 mg due volte al giorno 30 mg
Giorno 22 e successive 20 mg una volta al giorno 20 mg
Prevenzione della TVP e della EP recidivante Dopo il completamento di una terapia di almeno 6 mesi per TVP o EP 10 mg una volta al giorno o 20 mg una volta al giorno 10 mg o 20 mg
Per agevolare il cambio dose da 15 mg a 20 mg dopo il 21° giorno, è disponibile una confezione per le prime 4 settimane di trattamento di Mirebax per il trattamento della TVP/EPIn caso di dimenticanza di una dose durante la fase di trattamento di 15 mg due volte al giorno (giorno 1 - 21), il paziente deve assumere Mirebax immediatamente per garantire l'assunzione di 30 mg di Mirebax al giorno.
In questo caso si possono assumere due compresse da 15 mg in una volta sola.
Il giorno successivo il paziente deve continuare l'assunzione abituale raccomandata di 15 mg due volte al giorno.
In caso di dimenticanza di una dose durante la fase di trattamento con assunzione monogiornaliera, il paziente deve assumere Mirebax immediatamente e proseguire il giorno successivo con l'assunzione monogiornaliera raccomandata.
Non deve essere assunta una dose doppia in uno stesso giorno per compensare la dimenticanza della dose.
Passaggio dagli antagonisti della vitamina K (AVK) a Mirebax Per i pazienti trattati per TVP, EP e per la prevenzione delle recidive, il trattamento con AVK deve essere interrotto e la terapia con Mirebax deve essere iniziata una volta che l'INR è ≤ 2,5.
Quando si convertono i pazienti da AVK a Mirebax, i valori dell'International Normalised Ratio (INR) saranno falsamente elevati dopo l'assunzione di Mirebax.
L'INR non è indicato per misurare l'attività anticoagulante di Mirebax e pertanto non deve essere utilizzato (vedere paragrafo 4.5).
Passaggio da Mirebax ad antagonisti della vitamina K (AVK) Durante il passaggio da Mirebax a AVK esiste la possibilità di un effetto anticoagulante inadeguato.
È necessario garantire un'anticoagulazione adeguata e continua al passaggio ad un anticoagulante alternativo.
Si noti che Mirebax può contribuire ad innalzare l’INR.
Nei pazienti che passano da Mirebax a AVK, gli AVK devono essere somministrati in associazione fino a quando l'INR sarà ≥ 2,0.
Per i primi due giorni della fase di transizione, la posologia degli AVK deve essere quella iniziale standard, mentre, successivamente, sarà basata sull’INR.
Nella fase di trattamento concomitante con Mirebax che AVK, l'INR non deve essere testato prima di 24 ore dalla dose precedente, ma effettuato in modo affidabile almeno 24 ore dopo l'ultima dose (vedere paragrafi 4.5 e 5.2).
Passaggio da anticoagulanti parenterali a Mirebax Nei pazienti in trattamento con un anticoagulante parenterale, va interrotto il trattamento con l’anticoagulante parenterale e iniziato la terapia con Mirebax da 0 a 2 ore prima del momento in cui sarebbe dovuta avvenire la successiva somministrazione del medicinale parenterale (ad es.
eparine a basso peso molecolare) o al momento dell’interruzione di un medicinale parenterale a somministrazione continua (ad es.
eparina non frazionata per via endovenosa).
Passaggio da Mirebax ad anticoagulanti parenterali Somministrare la prima dose di anticoagulante parenterale quando la dose successiva di Mirebax avrebbe dovuto essere somministrata.
Popolazioni speciali Compromissione renale I limitati dati clinici relativi ai pazienti con severa compromissione renale (clearance della creatinina 15 - 29 ml/min) indicano che le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban aumentano in misura significativa.
Pertanto, Mirebax deve essere usato con cautela in questi pazienti.
L'uso non è raccomandato nei pazienti con clearance della creatinina < 15 ml/min (vedere paragrafi 4.4 e 5.2).
- Per la prevenzione del TEV in pazienti adulti sottoposti a interventi chirurgici di sostituzione elettiva dell'anca o del ginocchio, non è necessario alcun aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione renale lieve (clearance della creatinina 50-80 ml/min) o moderata (clearance della creatinina 30-49 ml/min) (vedere paragrafo 5.2); - Per il trattamento della TVP, il trattamento dell'EP e la prevenzione delle recidive di TVP ed EP, non è necessario alcun aggiustamento della dose rispetto a quella raccomandata nei pazienti con lieve compromissione renale (clearance della creatinina 50-80 ml/min) (vedere paragrafo 5.2).
Nei pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina 30 - 49 ml/min) osevera (clearance della creatinina 15 - 29 ml/min): i pazienti devono essere trattati con 15 mg due volte al giorno per le prime 3 settimane.
Successivamente, quando la dose raccomandata è di 20 mg una volta al giorno, si deve prendere in considerazione una riduzione della dose monogiornaliera da 20 mg a 15 mg se il rischio di sanguinamento valutato per il paziente supera il rischio di recidiva di TVP e EP.
La raccomandazione per l'uso del dosaggio di 15 mg è basata su modelli farmacocinetici PK e non è stata studiata in ambito clinico (vedere paragrafi 4.4, 5.1 e 5.2).
Quando la dose raccomandata è di 10 mg una volta al giorno, non è necessario un aggiustamento della dose rispetto a quella raccomandata.
Compromissione epatica Mirebax è controindicato nei pazienti con patologie epatihe associate a coagulopatia e rischio di sanguinamento clinicamente rilevante, compresi i pazienti cirrotici con Child Pugh B e C (vedere paragrafi 4.3 e 5.2).
Popolazione anziana Nessun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Peso corporeo Nessun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Sesso Nessun aggiustamento della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l'efficacia di Mirebax 10 mg compresse nei bambini da 0 a 18 anni non sono state stabilite.
Non sono disponibili dati.
Pertanto, Mirebax 10 mg compresse non è raccomandato nei bambini di età inferiore ai 18 anni.
Modo di somministrazione Mirebax è per uso orale.
Le compresse possono essere assunte con o senza cibo (vedere paragrafi 4.5 e 5.2).
Frantumazione delle compresse Per i pazienti che non sono in grado di deglutire le compresse intere, la compressa di Mirebax può essere frantumata e mescolata con acqua o purea di mele immediatamente prima dell'uso e somministrata per via orale.
La compressa frantumata può essere somministrata anche attraverso un tubo gastrico (vedere paragrafi 5.2 e 6.6).

Avvertenze e precauzioni

Si raccomanda una sorveglianza clinica secondo la prassi usuale nel paziente in terapia anticoagulante per l’itera durata del trattamento.
Rischio emorragico Come per gli altri anticoagulanti, i pazienti che assumono Mirebax devono essere sottoposti ad attento monitoraggio per rilevare eventuali segni di emorragia.
Si raccomanda di usarlo con cautela in condizioni di aumentato rischio di emorragia.
La somministrazione di Mirebax deve essere interrotta in caso di emorragia severa (vedere paragrafo 4.9).
Negli studi clinici sono stati osservati più frequentemente sanguinamenti delle mucose (ad es.
epistassi, sanguinamenti gengivali, gastrointestinali, genito-urinari, compresi sanguinamenti vaginali anomali o flusso mestruale più abbondante) e anemia durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban rispetto al trattamento con AVK.
Pertanto, oltre a un'adeguata sorveglianza clinica, i test di laboratorio dell'emoglobina/ematocrito potrebbero essere utili per rilevare un sanguinamento occulto e quantificare la rilevanza clinica del sanguinamento manifesto, a seconda dei casi.
Diversi sottogruppi di pazienti, descritti di seguito in dettaglio, sono a maggior rischio di sanguinamento.
Questi pazienti devono essere attentamente monitorati per rilevare segni e sintomi di complicazioni e sanguinamento e anemia dopo l'inizio del trattamento (vedere paragrafo 4.8).
Nei pazienti che ricevono Mirebax per la prevenzione del TEV dopo interventi chirurgici elettivi di sostituzione dell'anca o del drenaggio della ferita chirurgica e misurazioni periodiche dell'emoglobina.
Qualsiasi calo inspiegabile dei livelli di emoglobina o della pressione arteriosa devono indurre alla ricerca di un focolaio emorragico.
Sebbene il trattamento con rivaroxaban non richieda una routine di monitoraggio continuo dell'esposizione, i livelli di rivaroxaban misurati con un test quantitativo calibrato anti-fattore Xa possono essere utili in situazioni eccezionali in cui la conoscenza dell’esposizione a rivaroxaban può aiutare a gestire le decisioni cliniche, ad esempio in caso di sovradosaggio e di interventi chirurgici d'emergenza (vedere paragrafi 5.1 e 5.2).
Compromissione renale Nei pazienti con severa compromissione renale (clearance della creatinina < 30 ml/min) i livelli di rivaroxaban nel plasma possono aumentare significativamente (1,6 volte in media), che può portare ad un aumento del rischio di sanguinamento.
Mirebax deve essere usato con cautela nei pazienti con clearance della creatinina di 15 - 29 ml/min.
L'uso non è raccomandato nei pazienti con clearance della creatinina < 15 ml/min (vedere paragrafi 4.2 e 5.2).
Nei pazienti con compromissione renale moderata (clearance della creatinina 30 - 49 ml/min) che assumono contemporaneamente altri medicinali che aumentano le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban, Mirebax deve essere usato con cautela (vedere paragrafo 4.5).
Interazioni con altri medicinali L'uso di Mirebax non è raccomandato nei pazienti che assumono un concomitante trattamento sistemico con antimicotici azolici (come ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo) o inibitori della proteasi dell'HIV (ad es.
ritonavir).
Questi principi attivi sono forti inibitori sia del CYP3A4 che della P-gp e pertanto possono aumentare le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban in misura clinicamente rilevante (2,6 volte in media), con conseguente aumento del rischio di sanguinamento (vedere paragrafo 4.5).
Si deve prestare attenzione ai pazienti che vengono trattati in concomitanza con medicinali che influenzano l'emostasi, come i medicinali antinfiammatori non steroidei (FANS), acido acetilsalicilico (ASA) e inibitori dell'aggregazione piastrinica o gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e inibitori della ricaptazione della serotonina norepinefrina (SNRI).
Per i pazienti a rischio di malattia ulcerosa gastrointestinale può essere preso in considerazione un appropriato trattamento profilattico (vedere paragrafo 4.5).
Altri fattori di rischio emorragico Come nel caso di altri antitrombotici, rivaroxaban non è raccomandato nei pazienti con un aumentato rischio di sanguinamento, come: • disturbi di sanguinamento congeniti o acquisiti; • ipertensione arteriosa severa non controllata; • altra malattia gastrointestinale senza ulcerazione attiva che può potenzialmente portare a complicanze di sanguinamento (ad es.
malattia infiammatoria intestinale, esofagite, gastrite e malattia da reflusso gastroesofageo); • retinopatia vascolare; • bronchiectasie o storia di emorragia polmonare.
Pazienti con cancro I pazienti con malattia maligna possono essere contemporaneamente a più alto rischio di sanguinamento e trombosi.
Il beneficio individuale del trattamento antitrombotico deve essere valutato rispetto al rischio di sanguinamento nei pazienti con cancro attivo in base alla localizzazione del tumore, alla terapia antineoplastica e allo stadio della malattia.
I tumori localizzati nel tratto gastrointestinale o genito-urinario sono stati associati ad un aumentato rischio di sanguinamento durante la terapia con rivaroxaban.
Nei pazienti con neoplasie maligne ad alto rischio di sanguinamento, l'uso di rivaroxaban è controindicato (vedere paragrafo 4.3).
Pazienti con valvole protesiche Rivaroxaban non deve essere utilizzato per la tromboprofilassi in pazienti recentemente sottoposti a sostituzione transcatetere della valvola aortica (TAVR).
La sicurezza e l'efficacia del Mirebax non sono state studiate in pazienti con protesi valvolari cardiache; pertanto, non ci sono dati a sostegno del fatto che Mirebax fornisca un'adeguata anticoagulazione in questa popolazione di pazienti.
Il trattamento con Mirebax non è raccomandato per questi pazienti.
Pazienti con sindrome antifosfolipidica Gli anticoagulanti orali ad azione diretta (DOAC), incluso rivaroxaban, non sono raccomandati per i pazienti con anamnesi di trombosi a cui è stata diagnosticata la sindrome antifosfolipidica.
In particolare, per i pazienti che sono triplo positivi (per lupus anticoagulante, anticorpi anticardiolipina, e anti-beta 2-glicoproteina I), il trattamento con DOAC potrebbe essere associato ad un aumento dei tassi di eventi trombotici ricorrenti rispetto alla terapia con antagonisti della vitamina K.
Chirurgia delle fratture di anca Rivaroxaban non è stato valutato in studi clinici interventistici in pazienti sottoposti a chirurgia per frattura dell'anca per valutarne l'efficacia e la sicurezza.
Pazienti con EP emodinamicamente instabili o pazienti che necessitano di trombolisi o embolectomia polmonare Mirebax non è raccomandato come alternativa all'eparina non frazionata nei pazienti con embolia polmonare che sono emodinamicamente instabili o che possono essere sottoposti a trombolisi od embolectomia polmonare, poiché la sicurezza e l'efficacia di Mirebax non sono state valutate in queste condizioni cliniche.
Anestesia o puntura spinale/epidurale In caso di anestesia neurassiale (anestesia spinale/epidurale) o puntura spinale/epidurale, i pazienti trattati con agenti antitrombotici per la prevenzione delle complicanze tromboemboliche sono a rischio di sviluppare un ematoma epidurale o spinale che può causare una paralisi prolungata o permanente.
Il rischio di questi eventi può essere aumentato dall'uso post-operatorio di cateteri epidurali permanenti o dall'uso concomitante di medicinali che alterano l'emostasi.
Il rischio può anche essere aumentato da una puntura epidurale o spinale traumatica o ripetuta.
I pazienti devono essere frequentemente monitorati per rilevare segni e sintomi di compromissione neurologica (ad es.
intorpidimento o debolezza delle gambe, disfunzioni intestinali o vescicali).
Se si nota una compromissione neurologica, sono necessari una diagnosi e un trattamento urgenti.
Prima dell'intervento neurassiale, il medico deve valutare il potenziale beneficio rispetto al rischio nei pazienti in terapia anticoagulante o nei pazienti per i quali è in programma una terapia anticoagulante per la profilassi antitrombotica.
Per ridurre il rischio potenziale di sanguinamento associato all'uso concomitante di rivaroxaban e all'anestesia neurassiale (epidurale/spinale) o alla puntura spinale, considerare il profilo farmacocinetico di rivaroxaban.
L’inserimento o la rimozione di un catetere epidurale o l’esecuzione di una puntura lombare avviene preferibilmente quando si stima che l'effetto anticoagulante di rivaroxaban sia basso (vedere paragrafo 5.2).
Prima di rimuovere un catetere epidurale, devono trascorrere almeno 18 ore dall'ultima somministrazione di rivaroxaban.
Dopo la rimozione del catetere, devono trascorrere almeno 6 ore prima di somministrare la dose successiva di rivaroxaban.
In caso di puntura traumatica, la somministrazione di rivaroxaban deve essere ritardata di 24 ore.
Raccomandazioni posologiche prima e dopo procedure invasive e interventi chirurgici diversi dall'intervento di sostituzione elettiva dell'anca o del ginocchio Qualora siano necessari una procedura invasiva o un intervento chirurgico, Mirebax 10 mg deve essere interrotto almeno 24 ore prima dell'intervento, se possibile e sulla base del giudizio clinico del medico.
Se la procedura non può essere ritardata, l'aumento di rischio di emorragico deve essere valutato rispetto all'urgenza dell'intervento.
Mirebax deve essere ripreso al più presto dopo la procedura invasiva o l'intervento chirurgico, a condizione che la situazione clinica lo consenta e che sia stata raggiunta un'emostasi adeguata, in base alla valutazione del medico curante (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione anziana L’età avanzata può aumentare il rischio emorragico (vedere paragrafo 5.2).
Reazioni dermatologiche Durante la sorveglianza post-marketing sono state segnalate reazioni cutanee gravi, incluse la sindrome di Stevens-Johnson/necrolisi epidermica tossica e la sindrome DRESS, in associazione all'uso di rivaroxaban (vedere paragrafo 4.8).
I pazienti sembrano essere a più alto rischio per questo tipo di reazioni nelle prime fasi della terapia: l'insorgenza della reazione si verifica nella maggior parte dei casi entro le prime settimane di trattamento.
Rivaroxaban deve essere interrotto alla prima comparsa di una grave reazione cutanea (ad es.
diffusione, intensa e/o vescica), o di qualsiasi altro segno di ipersensibilitàin concomitanza con lesioni della mucosa.
Informazioni sugli eccipienti Mirebax contiene lattosio.
I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per unità di dosaggio, cioè è essenzialmente "senza sodio".

Interazioni

Inibitori del CYP3A4 e della P-gp La co-somministrazione di rivaroxaban con ketoconazolo (400 mg una volta al giorno) o ritonavir (600 mg due volte al giorno) ha portato ad un aumento di 2,6 volte / 2,5 volte dell'AUC media di rivaroxaban e di 1,7 volte / 1,6 volte della Cmax media di rivaroxaban, con aumenti significativi degli effetti farmacodinamici che possono portare a un aumento del rischio di sanguinamento.
Pertanto, l'uso di Mirebax non è raccomandato nei pazienti che ricevono un concomitante trattamento sistemico con antimicotici azolici come ketoconazolo, itraconazolo, voriconazolo e posaconazolo o con inibitori della proteasi dell'HIV.
Questi principi attivi sono forti inibitori sia del CYP3A4 che della P-gp (vedere paragrafo 4.4).
Si prevede che i principi attivi che inibiscono fortemente solo una delle vie metaboliche di rivaroxaban, il CYP3A4 o la P-gp, aumentino in misura minore le concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban.
La claritromicina (500 mg due volte al giorno), ad esempio, considerata un potente inibitore del CYP3A4 e un moderato inibitore della P-gp, ha indotto un aumento di 1,5 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,4 volte del Cmax.
L'interazione con la claritromicina non è clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma può essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio.
(Per i pazienti con insufficienza renale: vedere paragrafo 4.4).
L'eritromicina (500 mg tre volte al giorno), che inibisce moderatamente il CYP3A4 e la P-gp, ha portato ad un aumento di 1,3 volte dell'AUC media e della Cmax media di rivaroxaban.
L'interazione con l'eritromicina non è clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma può essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio.
Nei soggetti con compromissione renale lieve, l'eritromicina (500 mg tre volte al giorno) ha determinato un aumento di 1,8 volte dell'AUC media di rivaroxaban e di 1,6 volte della Cmax rispetto ai soggetti con funzionalità renale normale.
Nei soggetti con compromissione renale moderata, l'eritromicina ha determinato un aumento di 2,0 volte dell'AUC media di rivaroxaban e di 1,6 volte della Cmax rispetto ai soggetti con funzionalità renale normale.
L'effetto dell'eritromicina è additivo a quello della compromissione renale (vedere paragrafo 4.4).
Il fluconazolo (400 mg una volta al giorno), considerato un moderato inibitore del CYP3A4, ha determinato un aumento di 1,4 volte dell'AUC media di rivaroxaban e un aumento di 1,3 volte della Cmax media.
L'interazione con fluconazolo probabilmente non è clinicamente rilevante nella maggior parte dei pazienti, ma può essere potenzialmente significativa nei pazienti ad alto rischio.
(Per i pazienti con insufficienza renale: vedere paragrafo 4.4).
Dati i limitati dati clinici disponibili con il dronedarone, la co-somministrazione con rivaroxaban deve essere evitata.
Anticoagulanti Dopo somministrazione combinata di enoxaparina (40 mg in dose singola) con rivaroxaban (dose singola da 10 mg) è stato osservato un effetto additivo sull'attività anti-fattore Xa, senza ulteriori effetti sui test della coagulazione (PT, aPTT).
Enoxaparina non ha influenzato la farmacocinetica di rivaroxaban.
A causa dell’aumento del rischio di sanguinamento, si deve prestare attenzione se i pazienti sono trattati in concomitanza con qualsiasi altro anticoagulante (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).
FANS/inibitori dell’aggregazione piastrinica Non è stato osservato alcun prolungamento clinicamente rilevante del tempo di sanguinamento dopo somministrazione concomitante di rivaroxaban (15 mg) e naprossene 500 mg.
Tuttavia, ci possono essere individui con una risposta farmacodinamica più pronunciata.
Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative con la co-somministrazione di rivaroxaban con 500 mg di acido acetilsalicilico.
Clopidogrel (dose di carico di 300 mg seguita da dose di mantenimento di 75 mg) non ha mostrato un'interazione farmacocinetica con rivaroxaban (15 mg), ma in un sottogruppo di pazienti è stato osservato un aumento rilevante del tempo di sanguinamento che non era correlato all'aggregazione piastrinica, alla P- selectina o ai livelli del recettore GPIIb/IIIa.
Si deve prestare attenzione se i pazienti sono trattati in concomitanza con FANS (incluso l'acido acetilsalicilico) e inibitori dell'aggregazione piastrinica, perché questi medicinali aumentano tipicamente il rischio emorragico (vedere paragrafo 4.4).
SSRI/SNRI Come per altri anticoagulanti, può esistere la possibilità che i pazienti siano ad aumentato rischio di sanguinamento in caso di uso concomitante con SSRI o SNRI a causa del loro effetto a livello delle piastrine.
Quando usati in concomitanza a rivaroxaban, sono stati osservati tassi numericamente più elevati di sanguinamento maggiore o non maggiore clinicamente rilevanti in tutti i gruppi di trattamento.
Warfarin La conversione dei pazienti dalla terapia con antagonista della vitamina K warfarin (INR da 2,0 a 3,0) a rivaroxaban (20 mg) o da rivaroxaban (20 mg) a warfarin (INR da 2,0 a 3,0) ha aumentato il tempo di protrombina/INR (Neoplastina) in maniera più che additiva (possono essere osservati valori individuali di INR fino a 12), mentre gli effetti sull'aPTT, l'inibizione dell'attività del fattore Xa e il potenziale di trombina endogena sono stati additivi.
Se si desidera testare gli effetti farmacodinamici di rivaroxaban durante il periodo di transizione, possono essere analizzati l’attività anti-fattore Xa, il PiCT e l'Heptest, poiché questi test non sono influenzati dal warfarin.
Il quarto giorno dopo l'ultima dose di warfarin, tutti i test (inclusi PT, aPTT, inibizione dell'attività del fattore Xa ed ETP) riflettono esclusivamente l'effetto di rivaroxaban.
Se si desidera verificare gli effetti farmacodinamici del warfarin durante il periodo di conversione, si può utilizzare la misurazione dell'INR al Ctrough di rivaroxaban (24 ore dopo la precedente assunzione di rivaroxaban), poiché in quel momento, tale test è influenzato in misura minima da rivaroxaban.
Non è stata osservata alcuna interazione farmacocinetica tra warfarin e rivaroxaban.
Induttori di CYP3A4 La co-somministrazione di rivaroxaban con la rifampicina, potente induttore del CYP3A4, ha portato ad una diminuzione di circa il 50% dell'AUC media di rivaroxaban, con parallele diminuzioni dei suoi effetti farmacodinamici.
L'uso concomitante di rivaroxaban con altri forti induttori del CYP3A4 (per es.
fenitoina, carbamazepina, fenobarbital o erba di San Giovanni (Hypericum perforatum)) può anche portare a una riduzione delle concentrazioni plasmatiche di rivaroxaban.
Pertanto, la somministrazione concomitante di forti induttori del CYP3A4 deve essere evitata a meno che il paziente non sia strettamente osservato per i segni e i sintomi di trombosi.
Altre terapie concomitanti Non sono state osservate interazioni farmacocinetiche o farmacodinamiche clinicamente significative quando rivaroxaban è stato co-somministrato con midazolam (substrato del CYP3A4), digossina (substrato della P- gp), atorvastatina (substrato del CYP3A4 e della P-gp) o omeprazolo (inibitore della pompa protonica).
Rivaroxaban non inibisce né induce nessuna delle principali isoforme del CYP come il CYP3A4.
Non è stata osservata alcuna interazione clinicamente rilevante con il cibo (vedere paragrafo 4.2).
Parametri di laboratorio I parametri della coagulazione (ad es.
PT, aPTT, HepTest) sono influenzati come previsto dalla modalità d'azione di rivaroxaban (vedere paragrafo 5.1).

Effetti indesiderati

Sintesi del profilo di sicurezza La sicurezza di rivaroxaban è stata valutata in tredici studi fondamentali di fase III (vedere Tabella 1).
Complessivamente, sono stati esposti a rivaroxaban 69.608 pazienti adulti in diciannove studi di fase III e 488 pazienti pediatrici in due studi di fase II e due studi di fase III.
Tabella 1: Numero dei pazienti studiati, dose giornaliera totale e durata massima del trattamento negli studi di fase III negli adulti e nei bambini
Indicazione Numero di pazienti* Dose giornaliera totale Durata massima di trattamento
Prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) nei pazienti adulti sottoposti a interventi elettivi di sostituzione di anca o di ginocchio 6,097 10 mg 39 giorni
Prevenzione del TEV in pazienti allettati 3,997 10 mg 39 giorni
Trattamento del TEV, EP e prevenzione delle recidive 6,790 Giorni 1 - 21: 30 mg.
Giorno 22 e successivi:20 mg.
Dopo almeno 6 mesi: 10 mg o 20 Mg.
21 mesi
Trattamento del TEV e prevenzione delle recidive di TEV in neonati a termine e bambini di età inferiore ai 18 anni dopo l'inizio del trattamento anticoagulante standard 329 Dose aggiustata in base al peso corporeo per ottenere un'esposizione simile a quella osservata negli adulti trattati per TVP con 20 mg di rivaroxaban una volta al giorno 12 mesi
Prevenzione dell'ictus e dell'embolia sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare 7,750 20 mg 41 mesi
Prevenzione degli eventi aterotrombotici in pazienti dopo SCA 10,225 Rispettivamente 5 mg o 10 mg, cosomministrati con ASA o ASA più clopidogrel o ticlopidine 31 mesi
Prevenzione di eventi aterotrombotici in pazienti con CAD/PAD 18,244 5 mg cosomministrati con ASA o 10 mg da solo 47 mesi
3,256** 5 mg cosomministrati con ASA 42 mesi
* Pazienti esposti ad almeno una dose di rivaroxaban.
Le reazioni avverse più comunemente segnalate nei pazienti che hanno ricevuto rivaroxaban sono state le emorragie (vedere paragrafo 4.4.
e "Descrizione delle reazioni avverse selezionate") (Tabella 2).
Le emorragie più comunemente riportate sono state l'epistassi (4,5%) e l'emorragia del tratto gastrointestinale (3,8%).
Tabella 2: Percentuali degli eventi emorragici* e anemia in pazienti esposti a rivaroxaban negli studi di fase III completati negli adulti e nei bambini
Indicazione Emorragie di qualsiasi tipo Anemia
Prevenzione del TEV nei pazienti adulti sottoposti a interventi elettivi di sostituzione di anca o di ginocchio 6.8% dei pazienti 5.9% dei pazienti
Prevenzione del TEV in pazienti allettati 12.6% dei pazienti 2.1% dei pazienti
Trattamento della TVP, dell’EP e della prevenzione delle recidive 23% dei pazienti 1.6% dei pazienti
Trattamento del TEV e prevenzione delle recidive di TEV in neonati a termine e bambini di età inferiore a 18 anni a seguito dell’inizio di un trattamento anticoagulante standard 39.5% dei pazienti 4.6% dei pazienti
Prevenzione dell’ictus e dell’embolia sistemica nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare 28 per 100 anni paziente 2.5 per 100 anni paziente
Prevenzione di eventi aterotromboici in pazienti sono SCA 22 per100 anni paziente 1.4 per 100 anni paziente
Prevenzione di eventi aterotrombotici in pazienti con CAD/PAD 6.7 per 100 anni paziente 0.15 per 100 anni paziente **
8.38 per 100 anni paziente# 0.74 per 100 anni paziente*** #
* Vengono raccolti, segnalati e valutati tutti gli eventi emorragici per tutti gli studi con rivaroxaban.
** Nello studio COMPASS, l’incidenza di anemia è bassa, poichè è stato utilizzato un approccio selettivo alla raccolta degli eventi avversi.
*** È stata adottata un approccio selettivo alla raccolta degli eventi avversi.
# Dallo studio VOYAGER PAD.
Elenco tabellare delle reazioni avverse Le frequenze delle reazioni avverse segnalate con MIREBAX in pazienti adulti e pediatrici sono riportate nella Tabella 3 sottostante, classificate per sistemi e organi (secondo MedDRA) e per frequenza.
Le frequenze sono definite come segue: Molto comune (≥ 1/10); comune (≥ 1/100 to < 1/10); non comune (≥ 1/1,000 to < 1/100); raro (≥ 1/10,000 to < 1/1,000); molto raro (< 1/10,000); non nota (la frequenza non può essere definite sulla base dei dati disponibili).
Tabella 3: Tutte le reazioni avverse riportate nei pazienti adulti negli studi clinici di fase III o durante l’uso post-marketing* e in due studi di fase II e uno di fase III in pazienti pediatrici
Comune Non commune Raro Molto raro Non nota
Patologie del Sistema emolinfopoietico
Anemia (incl.
i rispettivi parametri di laboratorio)
Piastrinosi (incl.
conta delle piastrine aumentata)A, trombocitopenia
   
Disturbi del Sistema immunitario
  Reazione allergica, dermatite allergica, angioedema ed edema allergico  Reazioni anafilattiche incluso shock anafilattico 
Patologie del Sistema nervoso
Capogiri, cefalea Emorragia cerebrale e intracranica, sincope   
Patologie dell’occhio
Emorragia dell’occhio (incl.
emorragia della congiuntiva)
    
Patologie cardiache
  Tachicardia   
Patologie vascolari
Ipotensione, ematoma    
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Epistassi, emottisi   Polmonite eosinofila 
Patologie gastrointestinali
Sanguinamento gengivale, emorragia del tratto gastrointestinale (incl.
Emorragia rettale), dolore gastrointestinale e addominale, dispepsia, nausea, stipsiA, diarrea, vomitoA P
Bocca secca   
Patologie epatobiliari
Transaminasi aumentate Compromissione epatica, bilirubina aumentata, fosfatasi alcalina ematica aumentataA, GGT aumentataA Ittero, aumento della bilirubina coniugata (con o senza aumento concomitante delle ALT), colestasi, epatite (incluso traumatismo epatocellulare)  
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Prurito (compresi casi non comuni di prurito generalizzato), eruzione cutanea, ecchimosi, emorragia cutanea e sottocutanea Orticaria  Sindrome di Stevens- Johnson/Necrolisi Epidermica Tossica, sindrome DRESS 
Patologie del Sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Dolore a un artoA P Emartrosi Emorragia muscolare  Sindrome compartimentale secondaria a sanguinamento
Patolgie renali e uinarie
Emorragia del tratto urogenitale (incl.
ematuria e menorragiaB), compromissione renale (incl.
aumento della creatininemia, aumento dell'urea nel sangue)
    Insufficienza renale/insufficienza renale acuta secondaria a sanguinamento tale da causare ipoperfusione, nefropatia da anticoagulanti
Patologie generali e condizioni relative alla sede di somministrazione
FebbreA, edema periferico, riduzione delle forze e dell’energia (incl.
Stanchezza e astenia)
Sensazione di star poco bene (incl.
Malessere)
Edema localizzato A  
Esami diagnostici
  LDH aumentataA, Lipasi aumentataA, Amilasi aumentataA   
Traumatismi, intossicazioni e complicazioni da procedura
Emorragia post- procedurale (compresa l'anemia post-operatoria e l'emorragia della ferita), contusione, secrezione della feritaA  Pseudoaneurisma vascolareC  
A osservato nella prevenzione del TEV in pazienti adulti sottoposti ad interventi chirurgici elettivi di sostituzione dell'anca o del ginocchio.
B osservato nel trattamento di TVP, PE e nella prevenzione delle recidive in quanto molto comune nelle donne < 55 anni.
C osservato come non comune nella prevenzione di eventi aterotrombotici in pazienti dopo SCA (a seguito di intervento coronarico percutaneo).
* È stato applicato un approccio selettivo predefinito alla raccolta degli eventi avversi in studi di fase III selezionati.
L'incidenza delle reazioni avverse non è aumentata e non sono state identificate nuove reazioni avverse dopo l'analisi di questi studi.
Descrizione delle reazioni avverse selezionate A causa del suo meccanismo d'azione farmacologico, l'uso di Mirebax può essere associato a un aumento del rischio di sanguinamento occulto o conclamato in qualsiasi tessuto o organo, che possono provocare anemia post-emorragica.
Segni, sintomi e gravità (compreso l'esito fatale) variano a seconda della sede e del grado o dell’entità del sanguinamento e/o dell'anemia (vedere paragrafo 4.9 "Gestione del sanguinamento").
Negli studi clinici i sanguinamenti della mucosa (ad es.
epistassi, sanguinamenti gengivali, gastrointestinali, genito- urinari, compresi sanguinamenti vaginali anomali o mestruazioni più abbondanti) e l’anemia sono stati segnalati più frequentemente, in confronto al trattamento con AVK, durante il trattamento a lungo termine con rivaroxaban.
Perciò, oltre a un'adeguata sorveglianza clinica, può essere importante, se del caso, effettuare dei controlli di laboratorio su emoglobina/ematocrito per individuare i sanguinamenti occulti e quantificare la rilevanza clinica dei sanguinamenti evidenti.
Il rischio emorragico può essere aumentato in determinate categorie di pazienti, ad es.
nei pazienti con grave ipertensione arteriosa non controllata e/o sottoposti a trattamenti concomitanti con effetti sull’emostasi (vedere paragrafo 4.4 "Rischio emorragico").
Le mestruazioni possono essere di intensità e/o durata maggiore.
Le complicanze emorragiche possono manifestarsi come debolezza, pallore, capogiro, cefalea o gonfiori di origine sconosciuta, dispnea e shock di origine non nota.
In alcuni casi, come conseguenza dell'anemia, sono stati osservati sintomi di ischemia cardiaca come dolore toracico o angina pectoris.
Per Mirebax sono state segnalate le note complicanze delle emorragie gravi, come la sindrome compartimentale e la compromissione renale dovuta a ipoperfusione o la nefropatia da anticoagulanti.
Pertanto, nella valutazione delle condizioni dei pazienti in terapia anticoagulante occorre considerare l’eventualità di un’emorragia.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza La sicurezza e l'efficacia di Mirebax non sono state stabilite nelle donne in gravidanza.
Gli studi condotti sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
A causa della potenziale tossicità riproduttiva, del rischio intrinseco di sanguinamento e dell'evidenza che rivaroxaban attraversi la placenta, Mirebax è controindicato durante la gravidanza (vedere paragrafo 4.3).
Le donne in età fertile devono evitare di iniziare una gravidanza durante il trattamento con rivaroxaban.
Allattamento La sicurezza e l'efficacia di Mirebax non sono state stabilite nelle donne che allattano.
I dati sugli animali indicano che rivaroxaban sia secreto nel latte materno.
Pertanto, Mirebax è controindicato durante l'allattamento (vedere paragrafo 4.3).
Deve essere presa una decisione circa la possibilità di interrompere l'allattamento al seno o interrompere la terapia.
Fertilità Non sono stati condotti studi specifici con rivaroxaban nell'uomo per determinare gli effetti sulla fertilità.
In uno studio sulla fertilità maschile e femminile nei ratti non sono stati riscontrati effetti (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.

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