MEXABREST 30CPR RIV 25MG

64,80 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: EXEMESTANE
  • ATC: L02BG06
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio:

Data ultimo aggiornamento: 30/12/2011

MEXABREST è indicato per il trattamento adiuvante di donne in post-menopausa affette da carcinoma mammario precoce invasivo (early breast cancer, EBC) positivo ai recettori per gli estrogeni, dopo 2 - 3 anni di terapia adiuvante iniziale con tamoxifene. MEXABREST è indicato per il trattamento del carcinoma mammario in stadio avanzato nelle donne in post-menopausa naturale o indotta, la cui malattia è progredita dopo la terapia antiestrogenica. L’efficacia non è stata dimostrata nelle pazienti con negatività ai recettori per gli estrogeni.
Ogni compressa rivestita con film contiene 25 mg di exemestane. Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa contiene 90,40 mg di mannitolo. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

MEXABREST compresse è controindicato nelle pazienti con ipersensibilità nota al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1, nelle donne in premenopausa e in quelle gravide o in allattamento.

Posologia

Posologia Pazienti adulte e anziane La dose raccomandata di MEXABREST è di una compressa da 25 mg una volta al giorno, preferibilmente dopo i pasti.
Nelle pazienti affette da carcinoma mammario precoce, il trattamento con MEXABREST deve essere proseguito fino al termine di cinque anni di terapia ormonale adiuvante sequenziale combinata (tamoxifene seguito da exemestane), ma deve essere interrotto prima di questo termine in caso di recidiva tumorale.
Nelle pazienti con carcinoma mammario in stadio avanzato, il trattamento con MEXABREST deve essere proseguito fino alla manifestazione della progressione tumorale.
Per i pazienti con insufficienza epatica o renale non sono necessari aggiustamenti della dose (vedere paragrafo 5.2).
Popolazione pediatrica L’uso nei bambini non è raccomandato

Avvertenze e precauzioni

MEXABREST non deve essere somministrato a donne con stato endocrino pre-menopausale.
Per questo motivo, se clinicamente appropriato, si deve accertare lo stato post-menopausale mediante esame dei livelli di LH, FSH ed estradiolo.
MEXABREST deve essere usato con attenzione nelle pazienti affette da compromissione epatica o renale.
MEXABREST è un antiestrogeno potente, e in seguito alla sua somministrazione sono state osservate una riduzione della densità minerale ossea (BMD) e un aumento dell’incidenza di fratture (vedere paragrafo 5.1).
All’inizio del trattamento adiuvante con MEXABREST, le donne con osteoporosi o a rischio di osteoporosi devono essere sottoposte ad una valutazione dello stato di salute minerale ossea all’inizio del trattamento secondo le attuali linee guida e pratiche cliniche.
Le pazienti con malattia in stadio avanzato devono essere sottoposte a valutazione della loro densità minerale ossea caso per caso.
Sebbene non siano disponibili dati adeguati che mostrino gli effetti della terapia contro la riduzione della densità minerale ossea causata da MEXABREST, le pazienti trattate con MEXABREST devono essere sottoposte a monitoraggio accurato e il trattamento o la profilassi dell’osteoporosi devono essere iniziati nelle pazienti a rischio.
Si deve considerare la valutazione di routine dei livelli di 25-idrossi vitamina D prima di iniziare il trattamento con inibitori dell’aromatasi a causa della elevata prevalenza di grave carenza in donne con carcinoma mammario precoce.
Le donne con carenza di vitamina D devono assumere un supplemento di vitamina D.
Sodio Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente "senza sodio".

Interazioni

Le evidenze in vitro hanno dimostrato che il farmaco viene metabolizzato dal citocromo P450 CYP3A4 e dalle aldo-cheto reduttasi (vedere paragrafo 5.2) e non inibisce nessuno degli isoenzimi CYP principali.
In uno studio clinico farmacocinetico, l’inibizione specifica del CYP 3A4 da parte del chetoconazolo non ha mostrato effetti significativi sulla farmacocinetica dell’exemestane.
In uno studio di interazione con rifampicina, potente induttore del CYP450, alla dose di 600 mg al giorno e una dose singola di exemestane di 25 mg, la AUC dell’exemestane è risultata inferiore del 54% e la Cmax del 41%.
Dal momento che non è stata valutata la rilevanza clinica di questa interazione, la co-somministrazione di farmaci come la rifampicina, gli anticonvulsivanti (per es.
fenitoina e carbamazepina) e i fitofarmaci contenenti Hypericum perforatum (erba di S.
Giovanni), che notoriamente inducono il CYP3A4, può ridurre l’efficacia di MEXABREST.
MEXABREST deve essere usato con cautela in caso di concomitante somministrazione di farmaci metabolizzati dal CYP3A4 e con stretto margine terapeutico.
Non vi sono esperienze cliniche sull’uso concomitante di MEXABREST con altri medicinali antitumorali.
MEXABREST non deve essere co-somministrato con medicinali contenenti estrogeno, dal momento che questi annullerebbero la sua azione farmacologica.

Effetti indesiderati

MEXABREST è stato generalmente ben tollerato in tutti gli studi clinici condotti con MEXABREST in dosi standard di 25 mg/die, e gli effetti indesiderati sono stati di solito lievi o moderati.
Il tasso di interruzioni per eventi avversi è stato del 7,4% nelle pazienti con carcinoma mammario precoce che avevano ricevuto un trattamento adiuvante con MEXABREST dopo terapia adiuvante iniziale con tamoxifene.
Le reazioni avverse riportate più di frequente sono state le vampate di calore (22%), l’artralgia (18%) e l’affaticamento (16%).
Il tasso di interruzioni per eventi avversi è stato del 2,8% nella popolazione complessiva di pazienti affette da carcinoma mammario avanzato.
Le reazioni avverse riportate più di frequente sono state le vampate di calore (14%) e la nausea (12%).
La maggior parte delle reazioni avverse può essere attribuita alle conseguenze farmacologiche normali della deprivazione estrogenica (per es.
vampate di calore).
Le reazioni avverse riportate durante studi clinici e l’esperienza post-marketing sono elencate di seguito in base alla classificazione per sistemi e organi e in ordine di frequenza.
Le frequenze sono definite come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000, <1/1.000); molto raro (<1/10.000) e non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
Patologie del sistema emolinfopoietico
Molto comune Leucopenia(**)
Comune Trombocitopenia(**)
Non nota Diminuzione della conta linfocitaria (**)
Disturbi del sistema immunitario
Non comune Ipersensibilità
Disturbi del metabolismo e della nutrizione
Comune Anoressia
Disturbi psichiatrici
Molto comune Depressione, insonnia
Patologie del sistema nervoso
Molto comune Cefalea, capogiri
Comune Sindrome del tunnel carpale, parestesia
Raro Sonnolenza
Patologie vascolari
Molto comune Vampate di calore
Patologie gastrointestinali
Molto comune Dolore addominale, nausea
Comune Vomito, diarrea, costipazione, dispepsia
Patologie epatobiliari
Raro Epatite ( †), epatite colestatica( †)
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Molto comune Iperidrosi
Comune Alopecia, eruzione cutanea, orticaria, prurito
Raro Postulosi esantematosa generalizzata acuta( †)
Disturbi del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo
Molto comune Dolore articolare e muscoloscheletrico(*)
Comune Osteoporosi, fratture
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Molto comune Dolore, affaticamento
Comune Edema periferico, astenia
Indagine
Molto comune Aumento degli enzimi epatici, aumento della bilirubina ematica, aumento della fosfatasi alcalina ematica
(*) Comprende: artralgia e, meno di frequente, dolore alle estremità, osteoartrosi, mal di schiena, artrite, mialgia e rigidità articolare (**) Nelle pazienti con carcinoma mammario in fase avanzata sono state riportate raramente trombocitopenia e leucopenia.
In circa il 20% delle pazienti che ricevono MEXABREST, soprattutto nelle pazienti con preesistente linfocitopenia, è stata osservata una occasionale diminuzione dei linfociti; tuttavia i valori medi dei linfociti in queste pazienti non si modificano in maniera significativa nel tempo e non si è osservato un corrispondente aumento delle infezioni virali.
Questi effetti non sono stati osservati in studi su pazienti trattate per il carcinoma mammario precoce.
(†) Frequenza calcolata secondo la regola del 3/X Nella tabella sottostante è riportata la frequenza di eventi avversi e malattie prespecificati nello studio Intergroup Exemestane Study (IES) sul carcinoma mammario precoce, indipendentemente dalla causalità, segnalati in pazienti in trattamento con la terapia in studio e fino a 30 giorni dopo la sua cessazione.
Eventi avversi e malattie Exemestane Tamoxifene
(N = 2249) (N = 2279)
Vampate di calore 491 (21,8%) 457 (20,1%)
Affaticamento 367 (16,3%) 344 (15,1%)
Cefalea 305 (13,6%) 255 (11,2%)
Insonnia 290 (12,9%) 204 (9,0%)
Sudorazione profusa 270 (12,0%) 242 (10,6%)
Eventi ginecologici 235 (10,5%) 340 (14,9%)
Capogiri 224 (10,0%) 200 (8,8%)
Nausea 200 (8,9%) 208 (9,1%)
Osteoporosi 116 (5,2%) 66 (2,9%)
Emorragia vaginale 90 (4,0%) 121 (5,3%)
Altro cancro primitivo 84 (3,6%) 125 (5,3%)
Vomito 50 (2,2%) 54 (2,4%)
Disturbi della vista 45 (2,0%) 53 (2,3%)
Tromboembolia 16 (0,7%) 42 (1,8%)
Frattura da osteoporosi 14 (0,6%) 12 (0,5%)
Infarto miocardico 13 (0,6%) 4 (0,2%)
Nello studio IES, la frequenza degli eventi cardiaci ischemici nei bracci di trattamento con exemestane e tamoxifene è stata rispettivamente del 4,5% e del 4,2%.
Non è stata osservata alcuna differenza significativa per nessun singolo evento cardiovascolare, compresa l’ipertensione (9,9% verso 8,4%), infarto del miocardio (0,6% verso 0,2%) e insufficienza cardiaca (1,1% verso 0,7%).
Nello studio IES, l’exemestane è stato associato a una più elevata incidenza di ipercolesterolemia rispetto al tamoxifene (3,7% vs.
2,1%).
In un altro studio separato, in doppio cieco e randomizzato, su donne in post-menopausa affette da carcinoma mammario precoce a basso rischio trattato con exemestane (N=73) o placebo (N=73) per 24 mesi, l’exemestane è stato associato a una riduzione media del 7-9% del colesterolo HDL rispetto a un aumento dell’1% nel gruppo placebo.
È stata osservata anche una riduzione del 5-6% dell’apolipoproteina A1 nel gruppo trattato con exemestane verso lo 0-2% del placebo.
L’effetto sugli altri parametri lipidici analizzati (colesterolo totale, colesterolo LDL, trigliceridi, apolipoproteina B e lipoproteina a) è stato molto simile nei due gruppi di trattamento.
La significatività clinica di questi risultati non è chiara.
Nello studio IES, sono state rilevate ulcere gastriche con una frequenza più elevata nel braccio trattato con exemestane che in quello trattato con tamoxifene (0,7% verso <0,1%).
La maggior parte delle pazienti in terapia con exemestane affette da ulcere gastriche ha ricevuto o aveva ricevuto in precedenza un trattamento concomitante con antinfiammatori non steroidei.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite Agenzia Italiana del Farmaco Sito web: https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non sono disponibili dati clinici su gravidanze esposte ad MEXABREST.
Gli studi sugli animali hanno mostrato una tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3).
MEXABREST è quindi controindicato nelle donne in gravidanza.
Allattamento Non è noto se l’exemestane venga escreto nel latte materno.
MEXABREST non deve essere somministrato alle donne che allattano al seno.
Donne in perimenopausa o in età fertile Il medico deve informare sulla necessità di una contraccezione adeguata in caso di donne che possono iniziare una gravidanza, comprese le donne in peri-menopausa o che sono da poco in post-menopausa, fino a quando non si sia stabilizzato definitivamente il loro stato post-menopausale (vedere paragrafi 4.3 e 4.4).

Conservazione

Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.