GLIBOMET 40CPR RIV 400MG+2,5MG
4,34 €
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 16/06/2002
Diabete mellito Tipo 2 che non sia controllabile con il solo regime alimentare o con la dieta e sulfaniluree o biguanidi.
Ogni compressa rivestita con film contiene: Glibenclamide 2,5 mg; Metformina cloridrato 400 mg. Per l’elenco completo degli eccipienti vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- • Ipersensibilità ai singoli principi attivi (glibenclamide, metformina) ad altre sulfaniluree, ad altri solfonammidi o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1; • diabete mellito gestazionale; • diabete mellito Tipo 1 (insulino-dipendente); • coma e precoma diabetico; • qualsiasi tipo di acidosi metabolica acuta (come acidosi lattica, chetoacidosi diabetica); • diabete con un’anamnesi di episodi di acidosi lattica; • insufficienza epatica; • grave insufficienza renale (GFR < 30mL/min); • trattamento in corso con diuretici o con agenti antipertensivi suscettibili di causare alterazioni della funzione renale;• somministrazione endovenosa di mezzi di contrasto iodati (il trattamento deve essere sospeso nelle 48 ore precedenti e nelle 48 ore successive all’esecuzione dell’esame, vedere paragrafo 4.5); • affezioni cardiocircolatorie gravi (scompenso cardiaco classe I-IV NYHA New York Heart Association, stato di shock cardiogeno o tossinfettivo, recente infarto del miocardio, angina pectoris instabile, turbe della circolazione arteriosa periferica); • insufficienza respiratoria; • insufficienza adrenocorticale; • intossicazione acuta da alcol etilico, alcolismo cronico;• regimi fortemente ipocalorici e, soprattutto, stati di digiuno e/o malnutrizione; • disidratazione; • infezioni gravi; • gravi malattie distrofiche; • emorragie acute gravi; • shock; • gangrena; • gravidanza ed allattamento; • utilizzo nei due giorni precedenti o seguenti un intervento chirurgico; • porfiria; • trattamento concomitante con miconazolo (vedere paragrafo 4.5).
Posologia
- Posologia La posologia deve essere personalizzata e deve tenere conto dei valori di glicemia e HbA1c.
Adulti con funzione renale normale (GFR≥90mL/min) La dose iniziale raccomandata è di 1 compressa ai 2 pasti principali.
La posologia può essere aumentata gradualmente fino al raggiungimento del controllo della glicemia.
In seguito, la posologia di Glibomet può essere diminuita gradualmente fino a raggiungere la dose minima efficace per il mantenimento del controllo glicemico.
La dose giornaliera massima raccomandata è di 6 compresse.
Insufficienza renale Occorre valutare la GFR prima dell’inizio del trattamento con medicinali contenenti metformina e almeno una volta all’anno dopo l’inizio della terapia.
Nei pazienti che presentano un rischio maggiore di progressione dell’insufficienza renale e negli anziani, la funzione renale deve essere valutata con maggior frequenza, ad esempio ogni 3-6 mesi.
La dose giornaliera massima di Metformina deve di preferenza essere suddivisa in 2-3 dosi al giorno.
Devono esser presi in considerazione i fattori che possono aumentare il rischio di acidosi lattica (vedere paragrafo 4.4) prima di decidere l’avvio di una terapia con Metformina nei pazienti con GFR < 60 mL/min.
Qualora non fosse disponibile un dosaggio adeguato di Glibomet, i singoli principi attivi devono essere utilizzati al posto dell’associazione a dose fissa.
Nei pazienti con GFR ≥ 60 e < 89 ml/min, la dose giornaliera massima non deve superare 6 compresse.GFR mL/min Metformina Glibenclamide 60-89 La dose giornaliera massima è 3.000 mg.
Una riduzione della dose può essere presa in considerazione a fronte del peggioramento della funzione renale.Nessuna riduzione della dose è richiesta. 45-59 La dose giornaliera massima è 2.000 mg.
La dose iniziale non deve superare metà della dose massima.La dose giornaliera massima è 10,5 mg. 30-44 La dose giornaliera massima è 1.000 mg.
La dose iniziale non deve superare metà della dose massima.Nel paziente già in terapia con glibenclamide la dose giornaliera massima è 10,5 mg.
Nel paziente che presenta questi valori di GFR, prima dell’assunzione di glibenclamide, non si raccomanda l’inizio della terapia a causa del rischio di ipoglicemia.<30 Metformina è controindicata. Glibenclamide è controindicata
Nei pazienti con GFR ≥ 45 e <60 ml/min, la dose giornaliera massima non deve superare 4 compresse.
Nei pazienti con GFR ≥ 30 e <45 ml/min l’inizio della terapia non è raccomandato.
Nei pazienti già in trattamento, la dose massima giornaliera è 4 compresse.
Glibomet è controindicato nei pazienti con GFR < 30 ml/min (vedere paragrafo 4.3).
Anziani La dose iniziale raccomandata è 1 compressa.
La dose deve essere aggiustata in base alla funzione renale, che deve essere monitorata regolarmente (vedere paragrafo 4.4).
La dose di mantenimento deve essere attentamente aggiustata per ridurre il rischio di ipoglicemia.
Il trattamento deve essere titolato e iniziato con la dose più bassa disponibile (vedere paragrafo 4.4).
Popolazione pediatrica La sicurezza e l’efficacia di Glibomet nei bambini e negli adolescenti non state stabilite.
Modo di somministrazione Le compresse devono essere assunte con il pasto, non devono essere masticate e devono essere assunte con una quantità sufficiente di liquido.
La linea d’incisione serve per agevolarne la rottura al fine d’ingerire la compressa più facilmente e non per dividerla in dosi uguali.
L’assunzione di cibi con un quantitativo sufficiente di zuccheri deve seguire ogni uso del medicinale per prevenire l’insorgenza di ipoglicemia.
Terapia in combinazione con insulina Non sono disponibili dati clinici riguardanti l’uso concomitante di questo medicinale con la terapia insulinica. Avvertenze e precauzioni
- Il trattamento con medicinali ipoglicemizzanti ed in particolare il passaggio da o ad altri ipoglicemizzanti, deve essere monitorato dal medico.
Il paziente deve attenersi rigorosamente alle prescrizioni mediche circa la posologia e le modalità di assunzione, nonchè per quanto concerne il concomitante regime dietetico e l'attività fisica.
Devono essere periodicamente eseguite le analisi diagnostiche di routine (glicemia a digiuno e post-prandiale, HbA1c).
Per la presenza di una sulfanilurea, l'uso deve essere limitato ai pazienti con diabete mellito Tipo 2 che non possa essere controllato con il regime alimentare.
In caso di manifestazioni ipoglicemiche (vedere Effetti indesiderati paragrafo 4.8) è necessaria l’assunzione di saccaridi (zucchero); nei casi più gravi, che raramente possono arrivare fino alla perdita di coscienza, è necessario effettuare un'infusione lenta di soluzione glucosata.
In concomitanza con traumi, interventi chirurgici, malattie infettive e febbrili, può rendersi necessario instaurare temporaneamente la terapia insulinica per mantenere un adeguato controllo metabolico.
È opportuno tener presente la possibilità di reazioni antabuse-simili dopo l’ingestione di bevande alcoliche.
La somministrazione di glibenclamide, in confronto al trattamento con metformina o glicazide, è stata associata ad un aumentato rischio di mortalità cardiovascolare secondo quanto emerso dai risultati di studi epidemiologici.
È’ stato osservato un aumento del rischio di mortalità cardiovascolare specialmente in pazienti affetti da patologie coronariche.
Acidosi lattica L’acidosi lattica, una complicanza metabolica molto rara ma grave, si verifica più spesso con il peggioramento acuto della funzione renale o in caso di malattia cardiorespiratoria o sepsi.
L’accumulo di metformina si verifica con il peggioramento acuto della funzione renale e con l’aumento del rischio di acidosi lattica.
In caso di disidratazione (diarrea grave o vomito, febbre o ridotta assunzione di fluidi), la metformina deve essere temporaneamente sospesa e si raccomanda al paziente di rivolgersi a un professionista sanitario.
Il trattamento con medicinali che possono compromettere in modo acuto la funzionalità renale (quali gli antipertensivi, i diuretici e i FANS) deve essere iniziato con attenzione nei pazienti trattati con metformina.
Altri fattori di rischio per l’acidosi lattica sono l’assunzione eccessiva di alcol, l’insufficienza epatica, il diabete non adeguatamente controllato, la chetosi, il digiuno prolungato e qualsiasi condizione associata con l’ipossia, oltre all’uso concomitante di medicinali che possono causare acidosi lattica (vedere paragrafi 4.3 e 4.5).
I pazienti e/o gli operatori sanitari devono essere informati del rischio di acidosi lattica.
L’acidosi lattica è caratterizzata da dispnea acidotica, dolore addominale, crampi muscolari, astenia e ipotermia seguita da coma.
Nel caso di sintomi sospetti, i pazienti devono interrompere l’assunzione di metformina e consultare immediatamente un medico.
I rilievi di laboratorio di valore diagnostico sono: un minor pH ematico (< 7.35), l’aumento dei livelli di lattato plasmatico (>5 mmol/L) ed un aumento del deficit anionico e del rapporto lattato/piruvato.
Diagnosi: L’acidosi lattica è caratterizzata da dispnea acidotica, dolore addominale e ipotermia, seguita da coma.
Deve essere considerato il rischio di acidosi lattica nel caso di segni aspecifici quali grave affaticamento e malessere, vomito, spasmi muscolari con disturbi digestivi come dolore addominale e grave perdita dell’appetito.
I rilievi di laboratorio di valore diagnostico comprendono una diminuzione del pH, livelli di lattato plasmatico superiori a 5 mmol/l ed un aumento del deficit anionico e del rapporto lattato/piruvato.
Se si sospetta acidosi lattica, l’uso di questo medicinale deve essere prontamente sospeso e il paziente deve essere ospedalizzato immediatamente (vedere paragrafo 4.9).
Il rischio di acidosi lattica dipende dall’accumulo di metformina nell’organismo con funzione renale ridotta.
Pertanto la funzione renale deve essere monitorata regolarmente prima di intraprendere la terapia e ad intervalli regolari durante il trattamento con metformina.
I pazienti devono essere sufficientemente informati in merito al rischio di acidosi lattica.
Funzionalità renale Deve essere valutato il GFR prima dell’inizio del trattamento e ad intervalli regolari successivamente, vedere paragrafo 4.2.
La metformina è controindicata nei pazienti con GFR<30 mL/min e deve essere interrotta temporaneamente in presenza di condizioni che alterano la funzionalità renale, vedere paragrafo 4.3.
Nei pazienti anziani una ridotta funzionalità renale è comune e asintomatica.
Deve essere prestata particolare attenzione a quei casi in cui possono verificarsi disturbi della funzionalità renale, ad esempio, con l’inizio di un trattamento con antipertensivi o diuretici o con l’inizio di una terapia con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS).
Ipoglicemia Considerando che il medicinale contiene una sulfanilurea, il suo uso è associato con il rischio di sviluppare ipoglicemia.
La titolazione della dose successivamente all’inizio del trattamento può prevenire l’occorrenza di ipoglicemia.
Il trattamento è indicato solo se il paziente aderisce ad un regolare regime alimentare (compresa la colazione).
È importante l’assunzione regolare di zuccheri in quanto il rischio di ipoglicemia aumenta con una ritardata assunzione di cibo e con un’assunzione insufficiente o sbilanciata di zuccheri.
È più probabile che si verifichi l’ipoglicemia con diete per la riduzione del peso, dopo attività fisica intensa e prolungata, con il consumo di alcol o durante la somministrazione di una combinazione di farmaci ipoglicemizzanti.
Pazienti anziani: un’età pari o superiore a 65 anni è stata identificata come un fattore di rischio per l’ipoglicemia in pazienti trattati con sulfaniluree.
L’ipoglicemia può essere difficile da riconoscere nell’anziano.
Le dosi iniziali e di mantenimento di glibenclamide devono essere attentamente aggiustate per ridurre il rischio di ipoglicemia (vedere paragrafo 4.2).
Diagnosi: I sintomi dell’ipoglicemia comprendono: mal di testa, fame, nausea, vomito, affaticamento elevato, disturbi del sonno, nervosismo, aggressività, disturbi della concentrazione e della reattività, depressione, confusione, disturbi della parola, disturbi della vista, brividi, paralisi e parestesia, vertigini, delirio, spasmi, sonnolenza, perdita di conoscenza, respirazione superficiale e bradicardia.
Possono verificarsi sudorazione, sensazione di paura, tachicardia, ipertensione, palpitazioni, angina e aritmie a causa di meccanismi anti-regolatori provocati da ipoglicemia.
Questi ultimi sintomi possono essere assenti se l’ipoglicemia inizia lentamente, in casi di neuropatia autonomica o se il paziente utilizza betabloccanti, clonidina, reserpina, guanetidina o altri farmaci simpaticomimetici.
Terapia per l’ipoglicemia: Sintomi lievi di ipoglicemia senza disturbi della conoscenza o sintomatologia neurologica devono essere trattati con l’immediata somministrazione di zucchero.
La dose deve essere aggiustata e/o le abitudini alimentari devono essere modificate.
Possono verificarsi anche gravi condizioni ipoglicemiche con disturbi della conoscenza, coma o sintomi neurologici manifesti che prima dell’ospedalizzazione immediata del paziente, richiedono un trattamento rapido con somministrazione endovenosa di glucosio al momento della diagnosi determinata o sospetta.
Un’ipoglicemia sospetta richiede sempre un esame da parte di un medico specializzato con una struttura di ricovero a disposizione.
Fattori importanti per la riduzione del rischio di attacchi ipoglicemici sono la scelta attenta dei pazienti e dei dosaggi e l’informazione appropriata del paziente.
Se il paziente sperimenta ripetuti episodi ipoglicemici, che sono o di natura grave o associati ad una situazione imprevedibile, devono essere considerate altre possibilità di terapie antidiabetiche diverse da Glibomet.
Fattori che favoriscono l’ipoglicemia: • Uso concomitante di alcol, specialmente se in combinazione con digiuno; • Rifiuto di collaborare o (in particolare nei pazienti anziani) inabilità del paziente a collaborare; • Malnutrizione, assunzione irregolare di cibo, saltare i pasti, digiuno o modifiche al regime alimentare; • Equilibrio insufficiente di attività fisica e assunzione di zuccheri; • Insufficienza renale; • Grave insufficienza epatica; • Sovradosaggio con Glibomet; • Alcuni disturbi endocrini: funzionalità insufficiente della tiroide, paratiroide e midollare del surrene; • Somministrazione concomitante di alcuni altri medicinali (vedere paragrafo 4.5).
Insufficienza epatica e renale: La farmacocinetica e/o la farmacodinamica di Glibomet possono risultare alterate nei pazienti con insufficienza epatica o grave insufficienza renale.
Se si verifica ipoglicemia, può essere protratta in tali pazienti, e deve essere iniziata una terapia adeguata.
Informazioni per il paziente: Al paziente e ai suoi parenti stretti devono essere spiegati i rischi dell’ipoglicemia, i suoi sintomi e la terapia appropriata, oltre ai fattori che possono indurla.
Allo stesso modo, deve essere considerato e spiegato ai pazienti il rischio dell’acidosi lattica nell’eventualità in cui si verifichino segni aspecifici come spasmi muscolari associati ad un disturbo digestivo, dolore addominale e grave astenia, dispnea attribuibile ad acidosi, ipotermia e coma.
Il paziente deve essere particolarmente ben informato dell’importanza della necessità di aderire ad un regime alimentare con un conseguente programma di regolare attività fisica e monitoraggio regolare dei livelli glicemici.
Potenziale scompenso metabolico Nell’eventualità di lesioni, procedure chirurgiche, malattie infettive o febbrili, o qualsiasi altra potenziale causa di scompenso diabetico, deve essere considerata una terapia temporanea con insulina in sostituzione a questo trattamento, al fine di mantenere un adeguato controllo metabolico.
I sintomi di iperglicemia sono aumento della minzione, sete intensa e secchezza della cute.
Somministrazione concomitante di glibenclamide con altri medicinali Non è raccomandata la somministrazione concomitante di glibenclamide con alcool, fenilbutazone o danazolo (vedere paragrafo 4.5).
Altre avvertenze Tutti i pazienti devono ulteriormente aderire ad un regime alimentare che preveda la regolare assunzione di zuccheri nel corso della giornata.
I pazienti sovrappeso devono proseguire con la propria dieta di riduzione del peso.
Una regolare attività fisica è altrettanto importante quanto l’uso di Glibomet.
Il monitoraggio del diabete mediante analisi di laboratorio (glicemia, HbA1c) deve essere effettuato regolarmente.
L’anemia emolitica può svilupparsi in pazienti con deficienza dell’enzima G6PD (glucosio-6-fosfato deidrogenasi) che sono trattati usando sulfaniluree.
Dato che glibenclamide rientra nella classe chimica delle sulfaniluree, si raccomanda di prestare attenzione quando Glibomet viene usato nei pazienti con deficit di G6PD, e deve essere valutata la possibilità di una terapia priva di sulfaniluree.
Metformina può ridurre i livelli sierici di vitamina B12.
Il rischio di bassi livelli di vitamina B12 aumenta con l'aumento della dose di metformina, della durata del trattamento e/o in pazienti con fattori di rischio noti per causare carenza di vitamina B12.
In caso di sospetta carenza di vitamina B12 (come anemia o neuropatia), i livelli sierici di vitamina B12 devono essere monitorati.
Il monitoraggio periodico della vitamina B12 potrebbe essere necessario nei pazienti con fattori di rischio per carenza di vitamina B12.
La terapia con metformina deve essere continuata fino a quando è tollerata e non controindicata e deve essere fornito un trattamento correttivo appropriato per la carenza di vitamina B12 in linea con le attuali linee guida cliniche.
Questo medicinale contiene meno di 1 mmol (23mg) di sodio per compressa, cioè essenzialmente ‘senza sodio’. Interazioni
- Combinazioni controindicate Interazioni con glibenclamide Miconazolo (somministrazione sistemica, gel orale) aumenta l’effetto ipoglicemico con potenziale insorgenza di sintomi ipoglicemici o anche coma (vedere paragrafo 4.3).
Usi concomitanti non raccomandati Con le sulfaniluree Alcol Effetto antiabuse (intolleranza all’alcol) specialmente con cloropropamide, glibenclamide, glipizide, tolbutamide.
Aumento dell’azione ipoglicemizzante (inibizione delle reazioni di compensazione) che può favorire l’insorgenza di coma ipoglicemico.
Deve essere evitato il consumo di alcol e di medicinali contenti alcol.
Fenilbutazone (somministrazione sistemica) Aumento dell’effetto ipoglicemico delle sulfaniluree (distacco delle sulfaniluree dai siti di adesione sulle proteine e/o riduzione della loro eliminazione).
Usare di preferenza altri farmaci antinfiammatori, che inducono minori interazioni, o informare il paziente in altro modo aumentando il monitoraggio: ove necessario, la dose deve essere aggiustata durante la terapia con farmaci antinfiammatori e dopo la loro interruzione.
Antinfettivi L’uso concomitante delle sulfaniluree, compreso glibenclamide, con determinati antinfettivi come i solfonamidi (ad es.
cotrimossazolo), levofloxacin o claritromicina possono aumentare il rischio di ipoglicemia grave.
Ciclofosfamide L’uso concomitante delle sulfaniluree, compreso glibenclamide, con ciclofosfamide può aumentare il rischio di ipoglicemia grave.
Feniramidolo L’uso concomitante delle sulfaniluree, compreso glibenclamide, con feniramidolo può aumentare il rischio di ipoglicemia grave.
Con tutti gli antidiabetici Danazolo Se la combinazione è inevitabile, il paziente deve essere informato e deve essere incrementato il monitoraggio della glicemia.
Se possibile, aggiustare la dose degli antidiabetici in base alla terapia con danazolo e dopo la sua interruzione.
Con metformina Alcol L’intossicazione da alcol è associata con un maggior rischio di acidosi lattica, specialmente in caso di • digiuno, malnutrizione; • insufficienza epatica.
Evitare il consumo di alcol e di medicinali che lo contengono.
Mezzi di contrasto iodati La somministrazione endovenosa di mezzi di contrasto iodati può causare un accumulo di metformina che può determinare l’insorgenza di nefropatia iatrogena ed aumentato rischio di acidosi lattica.
Interrompere il trattamento nelle 48 ore precedenti e nelle 48 ore successive all’esecuzione di indagini diagnostiche per cui è previsto l’utilizzo di un mezzo di contrasto iodato.
Il possibile riutilizzo del medicinale deve essere preceduto da una rivalutazione della funzione renale, vedere paragrafo 4.3.
Combinazioni che richiedono precauzioni per l’uso Con tutti gli antidiabetici Clorpromazina A dosi elevate (100 mg) può determinare un aumento della glicemia da ridotto rilascio di insulina, il paziente deve essere informato e monitorato.
Se necessario, la dose dell’antidiabetico deve essere aggiustata durante e dopo la terapia neurolettica.
Perexilina L’uso della perexilina è stato associato ad ipoglicemia.
Pertanto l’uso di perexilina con gli antidiabetici richiede cautela e il paziente deve essere informato di controllare la glicemia con maggior frequenza.
Corticosteroidi (glucocorticoidi) e tetracosactide (uso sistemico e locale) Livelli glicemici elevati, occasionalmente associati a chetosi (ridotta tolleranza per gli zuccheri con i corticosteroidi, deficit insulinico relativo).
Avvertenze per l’uso: il paziente deve essere informato della necessità di un controllo più frequente della glicemia.
Se possibile, la dose dell’antidiabetico deve essere aggiustata durante e dopo la terapia con corticosteroidi.
Beta 2 agonisti (es.
adrenalina) Avvertenze per l’uso: il paziente deve essere informato della necessità di un controllo più frequente della glicemia, e passare alla terapia insulinica se necessario, perché i Beta 2 agonisti possono indurre aumento della glicemia.
Inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ad esempio, captopril, enalapril) Gli ACE-inibitori possono ridurre la glicemia.
È importante aggiustare la dose di Glibomet durante la terapia con ACE-inibitori fino alla sua interruzione.
Con metformina Trasportatori di cationi organici 1 Trasportatori di cationi organici 2 La metformina è un substrato sia del trasportatore OCT1 che del trasportatore OCT2.
La somministrazione di metformina in associazione • con inibitori di OCT1 (come il verapamil) può ridurre l'efficacia della metformina; • con inibitori di OCT1 (come la rifampicina) può aumentare l'assorbimento gastrointestinale e l'efficacia della metformina; • con inibitori di OCT2 (come cimetidina, dolutegravir, ranolazina, trimetoprim, vandetanib, isavuconazolo) può ridurre l'eliminazione renale della metformina, causando così un aumento della concentrazione plasmatica di metformina; • con inibitori sia di OCT1 che di OCT2 (come crizotinib, olaparib) può alterare l'efficacia e l'eliminazione renale della metformina.
In soggetti con diabete mellito di tipo 2, che hanno assunto metformina (1.000 mg due volte al giorno) e ranolazina 500 mg o 1000 mg due volte al giorno, è stato osservato un aumento della concentrazione plasmatica di metformina di 1,4 e 1,8 volte rispettivamente.
In uno studio condotto su sette volontari sani che hanno assunto 250 mg di metformina una volta al giorno e 400 mg di cimetidina due volte al giorno, sono stati osservati un aumento dell'AUC e della Cmax della metformina, rispettivamente del 50% e dell'81%.
Si raccomanda di prestare attenzione, quando questi medicinali sono co-somministrati alla metformina, in quanto si può avere un aumento della concentrazione plasmatica di quest’ultima.
In tal caso può essere preso in considerazione un adeguamento del dosaggio della metformina.
Altre interazioni Alcuni medicinali possono influire in modo avverso sulla funzionalità renale, potendo aumentare il rischio di acidosi lattica, ad esempio i FANS, compresi gli inibitori della ciclossigenasi (COX-2) ACE-inibitori, e antagonisti del recettore della angiotensina II e diuretici, in particolare i diuretici dell’ansa.
È necessario un attento monitoraggio della funzionalità renale con l’inizio di un trattamento o con l’uso di tali medicinali in combinazione con metformina.
Con glibenclamide Betabloccanti, clonidina, reserpina, guanetidina e farmaci simpaticomimetici Betabloccanti, clonidina, reserpina, guanetidina e i farmaci simpaticomimetici mascherano alcuni sintomi dell’ipoglicemia: palpitazioni e tachicardia.
La maggioranza dei betabloccanti non selettivi aumentano l’occorrenza e la gravità dell’ipoglicemia.
Il paziente deve essere informato e la glicemia deve essere misurata con maggior frequenza, specialmente all’inizio della terapia.
Fluconazolo Prolungamento dell’emivita di eliminazione delle sulfaniluree con possibile insorgenza di sintomi ipoglicemici.
Il paziente deve essere informato e la glicemia deve essere misurata con maggior frequenza e se possibile, la dose dell’antidiabetico deve essere aggiustata durante e dopo la somministrazione di fluconazolo.
Bosentan Maggior rischio di epatotossicità se bosentan viene somministrato con glibenclamide, si raccomanda pertanto di evitare l’uso concomitante; l’effetto ipoglicemico di glibenclamide può essere ridotto, in quanto bosentan ne diminuisce la concentrazione nel plasma.
Altre interazioni: l’uso concomitante deve essere preso in considerazione Con glibenclamide Desmopressina Effetto antidiuretico ridotto.
L’azione ipoglicemica della sulfanilurea può essere aumentata da farmaci inibitori monoaminossidasi, cloramfenicolo, probenecid, salicilati, sulfinpirazone; al contrario, può essere diminuita da contraccettivi orali, diuretici tiazidici e barbiturici.
Occorre tener presente che le biguanidi possono aumentare l’azione degli anticoagulanti.
Colesevelam Con la somministrazione concomitante la concentrazione plasmatica di glibenclamide è ridotta e può portare ad una diminuzione dell’effetto ipoglicemico.
L’effetto non è stato osservato se glibenclamide viene somministrato in un arco di tempo precedente all’assunzione di altri farmaci.
Si raccomanda di somministrare Glibomet almeno 4 ore prima di colesevelam. Effetti indesiderati
- Gli effetti indesiderati più frequenti all’inizio del trattamento sono sintomi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea e dolore addominale e perdita dell’appetito.
Nella maggior parte dei casi questi effetti scompaiono proseguendo il trattamento.
Un lento aumento della dose può migliorare la tolleranza gastrointestinale.
All’inizio del trattamento possono inoltre verificarsi disturbi vista come conseguenza dell’ipoglicemia.
Durante il trattamento con metformina può verificarsi acidosi lattica pericolosa per la vita o fatale, specialmente in pazienti con alcune condizioni predisponenti, quali insufficienza renale e shock cardiocircolatorio, che può rapidamente evolvere in stadi molto gravi, se il trattamento non viene tempestivamente interrotto e se non vengono prese adeguate misure.
Infatti sono stati riferiti casi di livelli elevati di acido lattico nel sangue, aumento del rapporto lattato/piruvato, diminuzione del pH del sangue, e iperazotemia, che hanno avuto un esito eccezionalmente sfavorevole.
L'acidosi lattica può essere favorita dall’ingestione contemporanea di alcol (vedere Paragrafo 4.4).
Durante il trattamento con Glibomet possono manifestarsi gli effetti indesiderati elencati di seguito.
L’occorrenza degli effetti indesiderati viene definita come segue: molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1000, <1/100); raro (≥1/10000, <1/1000); molto raro (<1/10000).
Patologie del sistema del sistema emalinfopoietico Raro: Leucopenia, trombocitopenia; Molto raro: Agranulocitosi, anemia emolitica, aplasia midollare, pancitopenia, emolisi acuta nei pazienti con deficit del glucosio-6-fosfato deidrogenasi.
Questi disturbi si normalizzano con l’interruzione del trattamento.
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Comune: Diminuzione/carenza di vitamina B12 (vedere paragrafo 4.4); Non comune: crisi di porfiria epatica e porfiria cutanea;Raro: Ipoglicemia; Molto raro: Acidosi lattica.
Effetti simili al Disulfiram con l’uso di alcol.
Disturbi del sistema nervoso Comune: Cefalea, Disgeusia.
Disturbi oculari Comune: Alterazione della vista (transitorio).
Patologie gastrointestinali Molto comune: Nausea, vomito, diarrea, dolore addominale e perdita dell’appetito.
Questi effetti avversi si verificano spesso all’inizio della terapia e si risolvono spontaneamente nella maggior parte dei casi.
Per prevenire questi sintomi, si raccomanda di usare Glibomet in 2 o 3 dosi giornaliere.
Anche un lento incremento della dose può migliorare la tolleranza gastrointestinale.
Patologie epatobiliari Molto raro: epatite che richiede la sospensione del trattamento, alterazione dei test di funzionalità epatica.
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Può svilupparsi reattività incrociata ai solfonammidi e loro derivati.
Raro: Prurito, orticaria, rash maculopapulare; Molto raro: Angioite granulomatosa allergica, eritema multiforme, dermatite esfoliativa, fotosensibilità, orticaria, che può progredire in shock.
Esami Diagnostici Non comune: aumento da medio o medio alto dei livelli di urea e creatinina nel siero; Molto raro: iponatraemia.
Pazienti anziani Possono verificarsi fenomeni ipoglicemici specialmente nei pazienti anziani debilitati, nel caso di stress fisico insolito, abitudini alimentari irregolari o con l’uso di bevande alcoliche, in presenza di funzionalità renale e/o epatica compromessa (vedere anche Paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione, all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse. Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Non esistono dati preclinici e clinici sull’uso di Glibomet nelle donne in gravidanza.
Glibomet non deve essere usato per il trattamento del diabete in gravidanza.
Nel caso di diabete gestazionale si raccomanda di passare la paziente da una terapia con antidiabetici orali all’insulina non appena inizia a pianificare la gravidanza o non appena la gravidanza è nota e se la paziente sta assumendo questo prodotto.
Si raccomanda il monitoraggio della glicemia del neonato.Rischi collegati alla metformina Gli studi sugli animali non hanno evidenziato effetti teratogenici.
Studi clinici non hanno fornito alcuna evidenza di malformazioni fetali collegate all’uso di metformina (vedere paragrafo 5.3).
Rischi collegati a glibenclamide Gli studi sugli animali non hanno evidenziato effetti teratogenici.
Attualmente, non sono disponibili dati rilevanti nella pratica clinica sulla base dei quali poter valutare effetti teratogenici e fetotossici collegati all’uso di glibenclamide in gravidanza (vedere Paragrafo 5.3).
Allattamento Non sono disponibili dati sufficienti sul passaggio di metformina e glibenclamide nel latte materno e in considerazione del rischio di sviluppare ipoglicemia neonatale, il prodotto è controindicato durante l’allattamento. Conservazione
- Questo medicinale non richiede alcuna condizione particolare di conservazione.
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Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.