CLINDAMICINA LIM 5F 600MG/4ML
20,67 âŹ
Prezzo indicativo
Data ultimo aggiornamento: 13/07/2007
La clindamicina è indicata nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da germi anaerobi sensibili, nonchĂŠ nel trattamento delle gravi infezioni sostenute da stafilococchi, streptococchi e pneumococchi. Un trattamento con clindamicina, per lo piĂš associata ad un antibiotico aminoglicosidico, può essere preso in considerazione come alternativa nella terapia di infezioni ginecologiche e pelviche acute da Chlamydia trachomatis quando lâimpiego dellâantibiotico di scelta, le tetracicline, è controindicato. La clindamicina si è dimostrata efficace nel trattamento di infezioni da stafilococchi resistenti ad altri antibiotici; prima dellâimpiego è necessario tuttavia eseguire opportuni test microbiologici al fine di stabilire la sensibilitĂ in vitro del germe verso lâantibiotico. Trattamento delle infezioni opportunistiche da Toxoplasma gondii e Pneumocystis jiroveci in pazienti immunocompromessi.
Una fiala da 4 ml contiene: Principio attivo : Clindamicina fosfato 712,92 mg equivalente a clindamicina base 600,0 mg Eccipienti con effetti noti : ogni ml di soluzione contiene 9,45 mg di alcool benzilico e 0,50 mg di bisodio edetato. Per lâelenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.
Controindicazioni
- Il farmaco è controindicato nei pazienti che alla anamnesi dovessero risultare ipersensibili alla clindamicina, alla lincomicina o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati al paragrafo 6.1.
Il farmaco è controindicato durante lâallattamento (vedere paragrafo 4.6).
Per il suo contenuto in alcool benzilico, clindamicina fosfato soluzione iniettabile non deve essere somministrato ai nati prematuri, ai neonati, ai bambini al di sotto dei 2 anni (vedere paragrafi 4.4 e 4.6). Posologia
- La posologia e la via di somministrazione devono essere determinate dalla gravitĂ dellâinfezione, dalle condizioni del paziente e dalla sensibilitĂ del microrganismo responsabile.
Posologia Adulti: somministrazione per via intramuscolare profonda e per fleboclisi.
Infezioni gravi da cocchi aerobi Gram-positivi e anaerobi piĂš sensibili (generalmente non sono inclusi il Bacteroides fragilis, i Peptococchi ed i Clostridi diversi dal Clostridium perfringens): 600-1200 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni.
Infezioni gravissime , particolarmente quelle dovute ad accertato o sospetto Bacteroides fragilis, Peptococchi o Clostridi diversi dai Clostridium perfringens: 1200-2700 mg/die suddivisi in due, tre o quattro somministrazioni.
Questi dosaggi, se il caso lo richiede, possono essere aumentati fino a 4800 mg/die da somministrare per flebo in quelle infezioni che possono compromettere la vita del paziente.
Non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg.
Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
non deve essere iniettato per via endovenosa sotto forma di bolo non diluito, ma deve essere infuso in un periodo di almeno 10-60 minuti.
Il farmaco può essere somministrato per la prima volta mediante fleboclisi rapida e successivamente mediante fleboclisi lenta secondo lo schema seguente:Nella malattia infiammatoria pelvica : 900 mg ogni 8 ore per via endovenosa in associazione ad un appropriato antibiotico attivo sugli aerobi Gram-negativi.Per mantenere concentrazioni ematiche di clindamicina superiori a: Iniziare con fleboclisi rapida di: Indi continuare con: 4 mcg/ml 10 mg/min per 30â 0,75 mg/min 5 mcg/ml 15 mg/min per 30â 1,00 mg/min 6 mcg/ml 20 mg/min per 30â 1,25 mg/min
Continuare la terapia per almeno 4 giorni e, comunque, per 48 ore dopo che si è osservato un miglioramento nella paziente.
Continuare la terapia con clindamicina orale al dosaggio di 450 mg ogni 6 ore fino a completare il ciclo di terapia (10-14 giorni).
Toxoplasmosi cerebrale in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: 600-1200 mg di clindamicina fosfato per via endovenosa o di clindamicina cloridrato per via orale ogni 6 ore per due settimane, seguiti da 300-600 mg di clindamicina cloridrato per via orale ogni 6 ore fino a completare il ciclo terapeutico di 8-10 settimane.
Quando la clindamicina viene associata alla pirimetamina la dose di questâultima è di 25-75 mg per via orale per 8-10 settimane.
Con le dosi piĂš elevate di pirimetamina si consiglia di somministrare 10-20 mg/die di acido folinico.
Polmonite da Pneumocystis jiroveci in pazienti immunodeficienti ad alto rischio: clindamicina fosfato per via endovenosa 600 mg ogni 6 ore o 900 mg ogni 8 ore oppure 300-450 mg di clindamicina cloridrato per via orale ogni 6 ore somministrate per 21 giorni e 15-30 mg di primachina somministrata per via orale una volta al giorno per 21 giorni.
Popolazione pediatrica Al di sopra dei due anni di etĂ , somministrazione per via intramuscolare profonda o per fleboclisi.
Infezioni gravi : 15-25 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni.
Infezioni gravissime : 25-40 mg/kg/die suddivisi in 3-4 somministrazioni.
Il dosaggio da somministrare ai bambini può, in alternativa, essere valutato in base alla superficie corporea: 350 mg/m²/die per le infezioni gravi e 450 mg/m²/die per le infezioni gravissime.
Se si dovesse manifestare una grave diarrea, sospendere lâantibiotico.
La terapia per via parenterale può essere sostituita da quella orale (capsule) quando le condizioni migliorano e a discrezione del medico.
In caso di infezioni da streptococco betaemolitico, continuare il trattamento per almeno 10 giorni.
Modo di somministrazione Diluizione e velocitĂ di somministrazione Non somministrare per via intramuscolare dosi singole superiori a 600 mg.
La concentrazione di clindamicina nel diluente per infusione non deve superare 18 mg/ml e la velocitĂ di infusione non deve superare 30 mg al minuto.
La somministrazione di Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
mediante fleboclisi va effettuata secondo lo schema seguente:Si raccomanda di non somministrare piĂš di 1200 mg in una singola infusione della durata di unâora.Dose Diluire in Tempo di somministrazione 300 mg 50 ml 10 minuti 600 mg 50 ml 20 minuti 900 mg 50 -100 ml 30 minuti 1200 mg 100 ml 40 minuti
CompatibilitĂ Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
è fisicamente e chimicamente compatibile per almeno 24 ore, in soluzioni iniettabili di destrosio al 5% e cloruro di sodio 0,9% contenente i seguenti antibiotici nelle concentrazioni comunemente impiegate: amikacina, aztreonam, cefamandolo, cefazolina, cefotaxima, cefoxitina, ceftazidima, ceftizoxima, gentamicina, netilmicina, piperacillina e tobramicina.
La compatibilitĂ e la durata di stabilitĂ delle miscele di farmaci variano in funzione della concentrazione e di altre condizioni.
Ă invece incompatibile con ampicillina, difenilidantoina, barbiturici, aminofillina, solfato di magnesio e gluconato di calcio (vedere paragrafo 6.2). Avvertenze e precauzioni
- In pazienti sottoposti a terapia con clindamicina sono state riportate reazioni da ipersensibilitĂ gravi, comprese reazioni cutanee gravi come reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS), sindrome di Stevens-Johnson (SJS), necrolisi epidermica tossica (NET) e pustolosi esantematica acuta generalizzata (AGEP).
Qualora si verifichi una reazione da ipersensibilitĂ o una reazione cutanea grave, il trattamento con clindamicina deve essere interrotto e deve essere istituita una terapia adeguata (vedere paragrafi 4.3 e 4.8).
Questo medicinale contiene alcol benzilico (9,45 mg/ml) come conservante.
Lâimpiego dellâalcool benzilico è stato associato a reazioni avverse gravi, inclusa la âgasping sindromeâ e il decesso in pazienti pediatrici, in particolare non deve essere dato ai bambini prematuri o ai neonati.
Nonostante le normali dosi terapeutiche del prodotto trasportino in genere quantitĂ di alcool benzilico sostanzialmente inferiori a quelle associate alla âgasping sindromeâ, non è nota la quantitĂ di alcool benzilico alla quale si può manifestare la tossicitĂ .
Il rischio di tossicitĂ da alcool benzilico dipende dalla quantitĂ somministrata e dalla capacitĂ epatica di eliminare la sostanza.
Nei neonati prematuri e sottopeso può esservi maggiore probabilità di sviluppare tossicità .
Lâalcool benzilico può causare reazioni tossiche e anafilattiche nei bambini fino a 3 anni di etĂ (vedere paragrafo 4.3).
Lâimpiego della clindamicina deve essere riservato ai pazienti allergici alla penicillina o a pazienti per i quali, a giudizio del medico, la penicillina non sia indicata.
Per la possibilitĂ di coliti, il medico prima di prescrivere la clindamicina, deve valutare la natura dellâinfezione e la possibilitĂ di impiego di farmaci meno tossici.
Il trattamento con gli antibiotici altera la normale flora del colon e porta ad una crescita eccessiva di Clostridium difficile.
Ciò è stato riferito con l'uso di quasi tutti gli antibiotici, compresa la clindamicina.
Il Clostridium difficile produce le tossine A e B che contribuiscono allo sviluppo della diarrea associata a Clostridium difficile (CDAD) ed è una causa primaria di âcolite da antibioticiâ.
Ă necessaria unâattenta anamnesi poichĂŠ i casi di diarrea associata a C.
difficile sono stati segnalati anche oltre due mesi dopo la somministrazione di antibiotici.Nei pazienti che presentano diarrea dopo somministrazione di antibiotici è importante prendere in considerazione la diagnosi di CDAD.
Essa può evolvere in colite, compresa la colite pseudomembranosa (vedere paragrafo 4.8), la cui gravità può variare da colite lieve a fatale.
La colite è usualmente caratterizzata da grave e persistente diarrea con crampi addominali e può esservi presenza di sangue e muco nelle feci.
La colite se non è diagnosticata e trattata tempestivamente può evolvere a peritonite, shock e megacolon tossico.
Lâesame endoscopico può rivelare colite pseudomembranosa.
Se esiste un sospetto di colite si raccomanda un esame rettosigmoidoscopico.
La presenza di colite può essere ulteriormente confermata dallâesame colturale delle feci per il Clostridium difficile in un media selettivo e dal saggio per la tossina del C.
difficile.
Se si sospetta o viene confermata la presenza di diarrea da antibiotici o di colite da antibiotici, si deve interrompere il trattamento in corso con antibiotici, compresa la clindamicina, e si devono prendere immediatamente provvedimenti terapeutici adeguati.
In questa situazione sono controindicati i farmaci che inibiscono la peristalsi.
Gli antiperistaltici, gli oppiacei e il difenossilato piĂš atropina possono prolungare e/o peggiorare le condizioni.
La vancomicina è risultata efficace nel trattamento delle coliti pseudomembranose antibiotico-dipendenti prodotte dal Clostridium difficile.
Il dosaggio per gli adulti è da 500 mg a 2 g/die di vancomicina per via orale suddivisa in tre-quattro somministrazioni per un periodo di 7-10 giorni.
La colestiramina si lega alla tossina in vitro: però questa resina si lega anche alla vancomicina.
Pertanto nel caso di somministrazione contemporanea di colestiramina e vancomicina è consigliabile somministrare ciascun farmaco ad orari diversi.
Sono stati descritti alcuni rari casi di ricaduta dopo trattamento con vancomicina.
I dati finora disponibili mettono in luce che i pazienti anziani e/o gravemente ammalati tollerano meno bene la diarrea; qualora questi pazienti dovessero essere trattati con clindamicina occorre prestare particolare attenzione alle variazioni della frequenza dellâevacuazione.
Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
deve essere prescritto con cautela ad individui con anamnesi positiva per malattie gastro-intestinali, particolarmente coliti ed agli individui atopici.
Talvolta lâuso di antibiotici può provocare lo sviluppo di germi resistenti, in particolare lieviti.
Qualora dovesse manifestarsi una superinfezione intraprendere le misure terapeutiche adeguate.
Durante una terapia prolungata si devono effettuare esami periodici della funzionalitĂ epatica e renale ed esami emocromocitometrici.
Compromissione della funzionalitĂ epatica e renaleLâemivita del farmaco è risultata solo lievemente modificata negli epatonefro-pazienti.
Pertanto in caso di compromissione della funzionalità epatica e renale di lieve o media gravità non è necessaria di norma una riduzione della dose che può essere richiesta nei casi di grave deterioramento della funzione del fegato e del rene.
In caso di prolungamento della terapia devono essere eseguiti esami delle funzioni renale ed epatica.
Sono state riferite non frequentemente lesioni traumatiche renali acute, inclusa insufficienza renale acuta.
Nei pazienti affetti da compromissione renale preesistente o che assumono in concomitanza farmaci nefrotossici deve essere preso in considerazione il monitoraggio della funzione renale (vedere paragrafo 4.8).
PoichĂŠ la clindamicina non diffonde adeguatamente nel liquido cefalorachidiano, il farmaco non deve essere impiegato per il trattamento delle meningiti.
I dati sullâuso di Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
in donne in gravidanza sono limitati pertanto lâuso deve essere effettuato solo se strettamente necessario (vedere paragrafo 4.6). Informazioni importanti su alcuni eccipienti Alcol benzilico Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
contiene 9, 45 mg di alcol benzilico per ml (vedere paragrafo 4.3 e 4.6).
Alcol benzilico può causare reazioni allergiche.
Alcol benzilico è stato associato al rischio di gravi effetti indesiderati inclusi problemi respiratori (sindrome da respiro agonico) nei bambini piccoli.
La somministrazione endovenosa di alcol benzilico è stata associata a gravi eventi avversi e morte in neonati (sindrome da respiro agonico).
Non è nota la minima quantità di alcol benzilico per cui si manifesta la tossicità .
Rischio aumentato nei bambini piccoli a causa di accumulo.
Grandi volumi devono essere usati con cautela e solo se necessario, specialmente in pazienti con insufficienza epatica o renale a causa del rischio di accumulo e tossicitĂ (acidosi metabolica).
Sodio Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
per uso intramuscolare contiene meno di 1 mmol (23 mg) di sodio per dose, cioè è praticamente âsenza sodioâ.
Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
per uso endovenoso contiene 23,48 mg di sodio (componente principale del sale da cucina) per 8 ml.
Questo equivale a 1,17% dellâassunzione massima giornaliera raccomandata con la dieta di un adulto. Interazioni
- Antagonisti della vitamina K Test di coagulazione aumentati (PT/INR) e/o emorragie sono stati riportati in pazienti trattati con clindamicina in associazione con antagonisti della Vitamina K (es.
warfarin, acenocumarolo e fluindione).
Pertanto, i test di coagulazione nei pazienti in trattamento con antagonisti della vitamina K devono essere frequentemente monitorati.
La clindamicina somministrata per via iniettabile si è dimostrata in grado di indurre un blocco neuromuscolare che potrebbe potenziare l'attività di altri farmaci bloccanti neuromuscolari (per esempio: etere, tubocurarina, pancuronio).
Deve essere quindi utilizzata con cautela nei pazienti che assumono tali farmaci.
Ă stata riportata un'azione sinergica con il metronidazolo nei confronti del Bacteroides fragilis.
L'associazione con gentamicina può determinare occasionalmente un sinergismo e mai un antagonismo.
Ă stata dimostrata una reattivitĂ crociata fra clindamicina e lincomicina.
La clindamicina viene metabolizzata principalmente da CYP3A4 e, in misura minore, da CYP3A5, nel metabolita maggiore clindamicina solfossido e nel metabolita minore N-desmetilclindamicina.
Pertanto, gli inibitori di CYP3A4 e CYP3A5 possono ridurre la clearance della clindamicina e gli induttori di questi isoenzimi possono aumentarla.
In presenza di forti induttori di CYP3A4 come la rifampicina, monitorare lâeventuale perdita di efficacia.Studi in vitro indicano che la clindamicina non inibisce CYP1A2, CYP2C9, CYP2C19, CYP2E1 o CYP2D6 e inibisce solo moderatamente CYP3A4.
Pertanto, sono improbabili interazioni clinicamente importanti tra clindamicina e farmaci co-somministrati metabolizzati da questi enzimi CYP.
La somministrazione di clindamicina e primachina in volontari HIV-positivi non ha influito significativamente sui parametri farmacocinetici della zidovudina. Effetti indesiderati
- La seguente tabella presenta le reazioni avverse segnalate con Clindamicina fosfato Bioindustria L.I.M.
soluzione per infusione nellâambito delle sperimentazioni cliniche e durante la fase post-marketing sono riportate sotto, classificate per frequenza e per classificazione per sistemi e organi.
I gruppi di frequenza sono definiti in base alla seguente convenzione: Molto comune: ⼠1/10; Comune: ⼠1/100, < 1/10; Non comune: ⼠1/1000, ⤠1/100; Raro: ⼠1/10000, ⤠1/1000; Molto raro: < 1/10000; Non nota: (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
All'interno dei diversi gruppi di frequenza, gli effetti indesiderati vengono riportati in ordine di gravitĂ decrescente.*Reazioni avverse individuate nellâesperienza post-immissione in commercio §Rari casi sono stati segnalati dopo una somministrazione endovenosa troppo rapida (vedere paragrafo 4.2).Classificazione per Sistemi e Organi Molto comune ⼠1/10 Comune Da ⼠1/100 A < 1/10 Non Comune Da ⼠1/1.000 A < 1/100 Raro Da ⼠1/10.000 A < 1/1.000 Molto Raro < 1/10.000 Non Nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili) Infezioni ed Infestazioni Colite Pseudomembranosa * (vedere paragrafo 4.4) Colite da Clostridium difficile*, Infezione della vagina* Patologie del Sistema Emolinfopoietico Agranulocitosi*, Netropenia*, Trombocitopenia*, Leucopenia*, Eosinofilia Disturbi del Sistema immunitario Shock anafilattico*, Reazione anafilattoide*, Reazione anafilattica*, IpersensibilitĂ * Patologie del Sistema Nervoso Disgeusia Disturbi Cardiaci Arresto cardio-respiratorio § Patologie Vascolari Tromboflebite Ipotensione§ Patologie Gastrointestinali Diarrea, Nausea Dolore addominale, Vomito Patologie Epatobiliari Ittero* Patologie della Cute e del Tessuto Sottocutaneo Eruzione cutanea maculopapulare Orticaria, Eritema multiforme, Prurito Necrolisi epidermica tossica (TEN)*, Sindrome di Stevens-Johnson (SJS)*, Reazione da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS)*, Pustolosi esantematica generalizzata acuta (AGEP)*, Angioedema*, Dermatite esfoliativa*, Dermatite bollosa*, Esantema morbilliforme* Patologie renali e urinarie Lesione traumatica renale acuta#, Azotemia, Oliguria e/o proteinuria Patologie Sistemiche e Condizioni Relative alla Sede di Somministrazione Dolore, Ascesso in sede di iniezione Irritazione nella sede di iniezione* Esami diagnostici Parametri di funzionalitĂ epatica anormali
# Vedere paragrafo 4.4.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo lâautorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione allâindirizzo: http://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse Gravidanza e allattamento
- Gravidanza Gli studi sulla tossicitĂ riproduttiva condotti su ratti e conigli a seguito di somministrazione per via orale e sottocutanea non hanno mostrato segni di compromissione della fertilitĂ o di danni causati al feto a causa di clindamicina, se non a dosi tali da indurre tossicitĂ nella madre.
Non sempre gli studi sulla riproduzione negli animali sono predittivi della risposta nella specie umana.
Nella specie umana la clindamicina attraversa la placenta.
A seguito di dosi multiple, le concentrazioni nel liquido amniotico sono risultate approssimativamente pari al 30% rispetto alle concentrazioni presenti nel sangue materno.
Negli studi clinici su donne in gravidanza, la somministrazione sistemica di clindamicina durante il secondo ed il terzo trimestre non risultata associato ad un aumento della frequenza di anomalie congenite.
Non ci sono studi adeguati e ben controllati in donne gravide durante il primo trimestre di gravidanza.
Clindamicina deve essere usato in gravidanza solo se strettamente necessario (vedere paragrafo 4.4).
L'alcol benzilico può attraversare la placenta.
Allattamento La clindamicina somministrata per via orale e parenterale è stata rinvenuta nel latte materno in concentrazioni comprese tra 0,7 a 3,8 mcg/ml.
A causa delle possibili reazioni avverse serie nei bambini allattati al seno, le donne che allattano non devono assumere la clindamicina.
FertilitĂ Studi di fertilitĂ in ratti trattati oralmente con clindamicina non hanno rivelato effetti sulla fertilitĂ o capacitĂ riproduttiva. Conservazione
- Conservare ad una temperatura compresa tra 8° e 30°C.
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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo lâautorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.