CARVEDILOLO SAND 28CPR 6,25MG

3,62 €

Prezzo indicativo

Principio attivo: CARVEDILOLO
  • ATC: C07AG02
  • Descrizione tipo ricetta: RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
  • Presenza Glutine:
  • Presenza Lattosio: Il farmaco contiene lattosio

Data ultimo aggiornamento: 15/12/2011

Ipertensione essenziale. Angina pectoris stabile cronica. Trattamento aggiuntivo dell’insufficienza cardiaca cronica stabile da moderata a grave in combinazione alla terapia base convenzionale (quali ACE inibitori e diuretici con o senza digitale). Nota (se usato per trattare l’insufficienza cardiaca cronica): Il trattamento con Carvedilolo può essere inizato solo se il paziente è stato stabilizzato con la terapia convenzionale basica per l’isufficienza cardiaca, cioè la dose della terapia covenzionale esistente deve essere stata stabile per almeno quattro settimane prima di iniziare il trattamento con Carvedilolo.
Ogni compressa contiene 6,25 mg di carvedilolo. Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa contiene 68,64 mg di lattosio (come monoidrato) e 5 mg di saccarosio. Ogni compressa contiene 25 mg di carvedilolo. Eccipienti con effetti noti: Ogni compressa contiene 80,75 mg di lattosio (come monoidrato) e 60 mg di saccarosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Controindicazioni

• Ipersensibilità al carvedilolo o ad uno qualsiasi degli eccipienti elencati nel paragrafo 6.1.
• Insufficienza cardiaca instabile/scompensata • Disfunzione epatica clinicamente manifesta • Blocco AV di secondo e terzo grado (a meno di un pacemaker permanente in posizione) • Grave bradicardia (<50 bpm) • Sindrome del seno malato (incluso blocco senoatriale) • Grave ipotensione (pressione sistolica ematica <85 mmHg) • Shock cardiogeno • Asma bronchiale o altri disturbi respiratori con componente broncospastica (come broncopneumopatia cronica ostruttiva) • Embolia polmonare acuta • Angina di Prinzmetal • Feocromocitoma non trattato • Cor polmonare • Trattamento concomitante con MAO inibitori (eccetto per gli inibitori MAO-B) • Gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica • Acidosi metabolica • Trattamento endovenoso concomitante con verapamil, diltiazem o altri medicinali antiaritmici (vedere paragrafo 4.5).
• Allattamento.

Posologia

Posologia Ipertensione essenziale: Il Carvedilolo può essere utilizzato per il trattamento dell’ipertensione da solo o in combinazione con altri antiipertensivi, soprattutto diuretici tiazidici.
Si raccomanda l’assunzione una volta al giorno, tuttavia la dose singola massima raccomandata è di 25 mg e la dose giornaliera massima raccomandata è di 50 mg.
Adulti: La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg una volta al giorno per i primi due giorni.
Successivamente, il trattamento viene continuato al dosaggio di 25 mg/die.
Se necessario, la dose può essere ulteriormente aumentata gradualmente a intervalli di due settimane o più raramente.
Anziani : La dose iniziale raccomandata nell’ipertensione è di 12,5 mg una volta al giorno, che può essere sufficiente anche per il trattamento di mantenimento.
Tuttavia, se la risposta terapeutica è inadeguata a questo dosaggio, la dose può essere ulteriormente aumentata gradualmente a intervalli di due settimane o più raramente.
Angina pectoris stabile cronica: Si raccomanda l’assunzione in due volte al giorno.
Adulti: Il dosaggio iniziale è di 12,5 mg due volte al giorno per i primi due giorni.
Successivamente, il trattamento continua con il dosaggio di 25 mg due volte al giorno.
Se necessario, la dose può essere ulteriormente aumentata gradualmente a intervalli di due settimane o più raramente, fino al dosaggio massimo raccomandato di 100 mg al giorno, suddiviso in due dosi (due volte al giorno).
Anziani: La dose iniziale raccomandata è di 12,5 mg, due volte al giorno, per due giorni.
Successivamente, il trattamento viene continuato con il dosaggio di 25 mg due volte al giorno, che rappresenta la dose giornaliera massima raccomandata.
Insufficienza cardiaca: Il carvedilolo viene somministrato nell’insufficienza cardiaca da moderata a grave, in aggiunta alla terapia di base convenzionale con diuretici, ACE inibitori, digitalici e/o vasodilatatori.
Il paziente deve essere clinicamente stabile (nessuna variazione nella classe NYHA, nessun ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca) e la terapia di base deve essere stabilizzata per almeno 4 settimane prima del trattamento.
Inoltre, il paziente deve avere una frazione di eiezione ventricolare sinistra ridotta e la frequenza cardiaca deve essere > 50 bpm e la pressione sanguigna sistolica > 85 mmHg (vedere paragrafo 4.3 Controindicazioni).
La dose iniziale è di 3,125 mg due volte al giorno per due settimane.
Se questa dose è tollerata, può essere aumentata lentamente a intervalli di non meno di due settimane, fino a 6,25 mg due volte al giorno, poi fino a 12,5 mg due volte al giorno e infine a 25 mg due volte al giorno.
Il dosaggio deve essere aumentato al livello tollerabile più elevato.
Il dosaggio massimo raccomandato è di 25 mg due volte al giorno, per pazienti con peso corporeo inferiore a 85 kg, e di 50 mg due volte al giorno per pazienti con peso corporeo superiore a 85 kg, a condizione che l’insufficienza cardiaca non sia grave.
Un aumento della dose a 50 mg due volte al giorno deve essere effettuato con prudenza, tenendo il paziente sotto stretto controllo medico.
Un peggioramento transitorio dei sintomi dell’insufficienza cardiaca può verificarsi all’inizio del trattamento o a causa di un aumento della dose, specialmente in pazienti con insufficienza cardiaca grave e/o sottoposti a trattamento diuretico ad alto dosaggio.
Ciò non richiede solitamente la sospensione del trattamento, ma la dose non deve essere aumentata.
Il paziente deve essere tenuto sotto osservazione da un medico/cardiologo per due ore dopo l’inizio del trattamento o l’aumento della dose.
Prima di ogni aumento di dosaggio, deve essere eseguito un esame al fine di verificare i potenziali sintomi di peggioramento dell’insufficienza cardiaca o sintomi di vasodilatazione eccessiva (ad es.
funzionalità renale, peso corporeo, pressione sanguigna, frequenza e ritmo del battito cardiaco).
Un peggioramento dell’insufficienza cardiaca o la ritenzione di liquidi vanno trattati aumentando la dose di diuretici, la dose di carvedilolo non deve essere aumentata fino a quando il paziente non si sia stabilizzato.
Se compare bradicardia o nel caso di allungamento della conduzione atrioventricolare, deve essere prima monitorato il livello di digossina.
Occasionalmente, può essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o temporaneamente sospendere del tutto il trattamento.
Anche in questi casi, è possibile spesso continuare con successo la titolazione della dose di carvedilolo.
La funzionalità renale, i trombociti e il glucosio (nel caso di NIDDM e/o IDDM) devono essere monitorati regolarmente durante la titolazione della dose.
Tuttavia, dopo la titolazione della dose, è possibile ridurre la frequenza di monitoraggio.
Se la terapia con carvedilolo viene sospesa per più di due settimane, la terapia deve essere ri-iniziata con 3,125 mg due volte al giorno e aumentata gradualmente, secondo le raccomandazioni sopra riportate.
Se la terapia con carvedilolo viene sospesa per più di due settimane, la terapia dovrà essere ripresa con 3,125 mg due volte al giorno per due settimane e - come sopra riportato - dovrà essere eseguito nuovamente un individuale graduale aggiustamento della dose.
Posologia in pazienti con insufficienza cardiaca cronica e danno renale Il dosaggio deve essere determinato per ogni paziente individualmente, tuttavia secondo i parametri farmacocinetici non esiste prova della necessità di un adeguamento della dose di carvedilolo in pazienti con diversi gradi di danni renali (inclusa l’insufficienza renale).
Compromissione epatica Può essere richiesto un aggiustamento della dose nei pazienti con compromissione epatica moderata.
Carvedilolo è controindicato nei pazienti con compromissione epatica clinicamente manifesta (vedere paragrafo 4.3 e 5.2).
Popolazione pediatrica La sicurezza di Carvedilolo nei bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età non è stata stabilita.
Pertanto non è consigliato l’uso di Carvedilolo in bambini e adolescenti sotto i 18 anni di età (vedere anche paragrafo 5.2).
Anziani I pazienti anziani possono essere più suscettibili agli effetti del carvedilolo e devono essere più attentamente monitorati.
Come per altri beta-bloccanti, e soprattutto in pazienti con coronaropatia, la sospensione del carvedilolo deve avvenire gradualmente (vedere paragrafo 4.4).
Con ipertensione essenziale All’inizio del trattamento, una dose giornaliera di 12.5 mg di carvedilolo è raccomandata anche nei pazienti anziani.
Tale dosaggio ha permesso di ottenere una adeguata riduzione della pressione sanguigna anche durante il trattamento a lungo termine di una parte dei pazienti.
Se la risposta è inadeguata, la dose può essere aumentata ad intervalli di almeno 14 giorni fino al raggiungimento della dose massima (dose singola di 25 mg o una dose massima giornaliera di 50 mg di carvedilolo).
Con angina pectoris Nei pazienti anziani non dovrebbe essere superata la dose di 25 mg due vote al giorno nel corso della giornata.
Modo di somministrazione Si raccomanda di assumere carvedilolo ai pasti per consentire che carvedilolo venga assorbito più lentamente (riducendo potenzialmente gli effetti dell’ipotensione ortostatica).
Il trattamento con carvedilolo è generalmente somministrato come terapia a lungo termine e non deve - se possibile - essere interrotto bruscamente, ma piuttosto interrotto gradualmente nell’arco di una-due settimane.

Avvertenze e precauzioni

Ipertensione In caso di ipertensione essenziale, Carvedilolo può essere utilizzato da solo o in associazione con altri agenti ipertensivi, specialmente con i diuretici tiazidici.
Se il paziente è stato (pre)trattato con diutetici, si raccomanda di interrompere, dove possibile, questo trattamento prima dell’inizio della terapia con Carvedilolo al fine di evitare un potenziale eccessivo calo della pressione sanguigna.
Poichè l’esperienza clinica disponibile è insufficiente, Carvedilolo non deve essere usato in presenza di ipertensione labile o secondaria, modello completo di blocco cardiaco di branca, predisposizione ad abbassamento della pressione sanguigna collegata a cambiamenti posturali (ortostasi) patologie infiammatorie acute del cuore, cambiamenti emodinamicamente rilevanti delle valvole cardiache o del tratto di eflusso cardiaco, stadi terminali dei disturbi circolatori arteriosi periferici, così come la terapia concomitante con antagonisti dei recettori α1 o agonisti dei recettori α2. Se, in casi straordinari e giustificati, carvedilolo e clonidina sono co-somministrati, clonidina può essere interrotta solo se è stato sospeso qualche giorno prima il trattamento con carvedilolo.
Insufficienza cardiaca congestizia cronica In generale, Carvedilolo deve essere sempre usato in aggiunta alla terapia di base costituita da diuretici, digitali, ACE-inibitori e/o altri vasodilatatori.
La terapia con Carvedilolo può essere iniziata solo se il paziente è stato stabilizzato con la terapia base convenzionale per l’insufficienza cardiaca, ossia la dose della terapia convenzionale esistente deve essere stabile da almeno quattro settimane prima di iniziare il trattamento con Carvedilolo.
Può manifestarsi un aumento dell’abbassamento della pressione dopo la prima dose di Carvedilolo così come dopo l’aumento della dose soprattutto in pazienti con insufficienza cardiaca severa (NYHA > III), carenza di sali e/o fluidi (ad esempio in caso di terapia con un’elevata dose di diuretici) ma anche in pazienti anziani.
(≥ 70 anni) o in pazienti con pressione arteriosa basale bassa (ad es.
sistolica <100 mmHg).
Pertanto, questi pazienti devono essere monitorati da un medico per circa due ore dall’assunzione della prima dose di Carvedilolo e dopo un aumento della dose al fine di evitare qualsiasi evento incontrollato causato da una reazione ipotensiva.
I pazienti con insufficienza cardiaca (congestizia) possono presentare un peggioramento dell’insufficienza cardiaca o della ritenzione idrica durante la fase di titolazione di carvedilolo.
Se si manifestano questi sintomi, deve essere aumentata la dose dei diuretici senza aumentare ulteriormente la dose di carvedilolo fino alla stabilizzazione clinica.
In alcuni casi, tuttavia, può essere necessario ridurre la dose di carvedilolo o, in rari casi, interrompere temporaneamente il trattamento.
Questi episodi non precludono la possibilità di una successiva efficace titolazione di carvedilolo.
A causa degli eventi avversi a carico della conduzione atrio-ventricolare, Carvevilolo deve essere usato con cautela nei pazienti con blocco atrio-ventricolare di primo grado.
È consigliata estrema cautela in caso di co-somministrazione di carvedilolo e glicosidi cardiaci, poichè entrambi rallentano la conduzione AV (vedere paragrafo 4.5).
Funzionalità renale nell’insufficienza cardiaca congestizia In corso di terapia con carvedilolo, i pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione arteriosa (pressione sistolica <100 mmHg), affetti anche da cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa, o insufficienza renale possono manifestare un peggioramento della funzionalità renale, che è solitamente reversibile.
Per questo motivo, la funzionalità renale dei pazienti che presentano tali fattori di rischio, deve essere attentamente monitorata durante la fase di titolazione della terapia di Carvedilolo.
Se si osserva un peggioramento della funzionalità renale, la dose di carvedilolo deve essere ridotta o, se necessario, deve essere interrotto il trattamento.
Disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto miocardico acuto Prima di iniziare il trattamento con carvedilolo il paziente deve essere clinicamente stabile e deve aver ricevuto un ACE-inibitore almeno nelle ultime 48 ore, e la dose di ACE-inibitore deve essere stabile da almeno 24 ore precedenti.
Alla luce della limitata esperienza clinica disponibile sull’uso di carvedilolo in pazienti con angina instabile, è assolutamente necessario usare cautela in presenza di questi sintomi.
Blocco cardiaco di primo grado Data la sua azione dromotropa negativa, il carvedilolo deve essere somministrato con cautela in pazienti con blocco cardiaco di primo grado.
Broncopneumopatia cronica ostruttiva I pazienti soggetti a broncospasmo possono sviluppare difficoltà respiratorie a causa di un potenziale aumento della resistenza delle vie aeree.
I pazienti con patologie respiratorie con componente broncospastica non devono essere trattate con carvedilolo (vedere paragrafo 4.3).
Diabete Carvedilolo deve essere somministrato con cautela ai pazienti con diabete mellito, in quanto i risultati di controlli dei livelli di zuccheri nel sangue possono peggiorare o i segnali di avvertimento e i sintomi di un'ipoglicemia acuta possono venire mascherati.
Pertanto, la concentrazione di glucosio nel sangue all’inizio del trattamento o durante la titolazone di carvedilolo deve essere regolarmente monitorate in questi pazienti.
Potrebbe essere necessario di conseguenza adattare la terapia ipoglicemizzante.
Allo stesso modo, il rigido digiuno richiede un attento monitoraggio medico della glicemia (vedere paragrafo 4.5).
I beta-bloccanti possono aumentare la resistenza all'insulina e mascherare i sintomi dell'ipoglicemia.
D'altro canto, numerosi studi hanno dimostrato che i β-bloccanti vasodilatatori, come carvedilolo, hanno un impatto favorevole sui profili di glucosio e dei lipidi.
Vasculopatia periferica e sindrome di Raynaud Carvedilolo deve essere impiegato con cautela in pazienti con vasculopatia periferica (come la sindrome di Raynaud) poiché i beta-bloccanti possono precipitare o aggravare i sintomi di un'insufficienza arteriosa.
(Ipertiroidismo) Carvedilolo può mascherare i sintomi delle tireotossicosi.
Anestesia e chirurgia maggiore Particolare attenzione deve essere prestata nei pazienti che devono subire interventi chirurgici a causa dell’effetto cumulativo degli effetti inotropo negativi di carvedilolo e degli anestetici.
Bradicardia Carvedilolo può indurre bradicardia.
Il dosaggio di carvedilolo deve essere ridotto qualora la frequenza del polso del paziente scenda al di sotto di 55 battiti per minuto.
Cimetidina La somministrazione concomitante di cimetidina deve avvenire con cautela poiché gli effetti del carvedilolo possono essere aumentati (vedere paragrafo 4.5).
Ipersensibilità Carvedilolo deve essere somministrato con cautela ai pazienti con precedenti per gravi reazioni di ipersensibilità ed ai pazienti sottoposti a terapia di desensibilizzazione in quanto i beta-bloccanti possono aumentare sia la sensibilità agli allergeni sia la gravità di una reazione anafilattica.
Gravi reazioni cutanee Sono state riportate casi molto rari di gravi reazioni cutanee come l’epidermolisi necrotica tossica (TEN) e la sindrome di Steven-Johnson (SJS) durante il trattamento con Carvedilolo (vedere anche paragrafo 4.8).
Carvedilolo deve essere definitivamente sospeso in pazienti che manifestano gravi reazioni cutanee imputabili a Carvedilolo.
Psoriasi In pazienti con precedenti per fenomeni psoriasici associati a trattamento con beta-bloccanti, carvedilolo deve essere somministrato solo dopo un'attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio.
Uso concomitante di calcio-antagonisti In pazienti nei quali sia necessario utilizzare carvedilolo in associazione a calcio-antagonisti del tipo verapamil o diltiazem, o ad altri medicinali antiaritmici, è necessario provvedere ad un attento monitoraggio elettrocardiografico (ECG) e della pressione arteriosa.
Feocromocitoma Nei pazienti con feocromocitoma, il trattamento con un alfa-bloccante deve essere iniziato prima di utilizzare un qualsiasi agente beta-bloccante.
Sebbene carvedilolo possieda proprietà farmacologiche sia alfa che beta-bloccanti, non vi è alcuna esperienza relativa al suo uso in questa condizione.
Pertanto, particolare cautela deve essere prestata nel somministrare carvedilolo ai pazienti con sospetto feocromocitoma.
Angina variante di Prinzmetal I medicinali dotati di attività beta-bloccante non selettiva possono determinare l'insorgenza di dolore toracico nei pazienti affetti da angina variante di Prinzmetal.
Non sono disponibili dati relativi ad esperienze cliniche con carvedilolo in questi pazienti, sebbene l'attività alfa-bloccante di carvedilolo possa prevenire questi sintomi.
Carvedilolo è controindicato nei pazienti affetti da angina variante di Prinzmetal (vedere paragrafo 4.3).
In ogni caso occorre prestare attenzione nel somministrare carvedilolo a pazienti con sospetta angina variante di Prinzmetal.
Lenti a contatto I portatori di lenti a contatto devono tener presente l'eventualità di una ridotta lacrimazione.
Sindrome da sospensione Il trattamento con carvedilolo non deve essere interrotto bruscamente, specialmente in pazienti con cardiopatia ischemica.
La sospensione del trattamento con carvedilolo deve avvenire gradualmente (nell'arco di 2 settimane).
Uso come agente dopante L'assunzione di Carvedilolo può portare a risultati positivi nei test antidoping.
L’assunzione di Carvedilolo come agente dopante può essere pericoloso per la salute.
Lattosio Questo medicinale contiene lattosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit totale di lattasi o malassorbimento del glucosio-galattosio non devono assumere questo medicinale.
Saccarosio Questo medicinale contiene saccarosio.
I pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al fruttosio, malassorbimento del glucosio-galattosio o insufficienza di saccarosio-isomaltasi non devono assumere questo medicinale.
Come con altri bloccanti del recettore β e in particolare nei pazienti coronarici, il carvedilolo deve essere sospeso in modo graduale.

Interazioni

Interazioni farmacocinetiche Effetti di carvedilolo sulla farmacocinetica di altri medicinali Carvedilolo è sia un substrato che un inibitore della P-glicoproteina.
Pertanto la biodisponibilità di medicinali trasportati dalla P-glicoproteina può essere aumentata con la somministrazione concomitante di carvedilolo.
Inoltre, la biodisponibilità del carvedilolo può essere modificata da induttori o inibitori della P-glicoproteina.
Digossina: numerosi studi su volontari sani e pazienti con insufficienza cardiaca hanno mostrato livelli di digossina sierica aumentati fino al 20%.
Nei pazienti di sesso maschile è stato osservato un effetto significativamente più ampio rispetto alle pazienti di sesso femminile.
Si raccomanda pertanto un controllo dei livelli di digossina quando si inizia, si aggiusta o si sospende la terapia con con carvedilolo (vedere paragrafo 4.4).
Carvedilolo non ha effetto sulla digossina somministrata per via endovenosa.
Ciclosporina: due studi in pazienti sottoposti a trapianto renale o cardiaco trattati con ciclosprorina per via orale hanno mostrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l’inizio del trattamento con Carvedilolo.
Sembra che il carvedilolo aumenti di circa il 10-20% la disponibilità di ciclosporina ingerita per via orale.
Per mantenere le concentrazioni di ciclosporina all’interno dell’intervallo terapeutico è stata ridotta la dose di ciclosporina in media del 10-20%.
Il meccanismo di interazione non è noto, tuttavia potrebbe essere implicata l’inibizione da parte di carvedilolo della P-glicoproteina intestinale.
A causa dell’ampia variabilità individuale dei livelli di ciclosporina, si raccomanda di monitorare attentamente le concentrazioni plasmatiche di ciclosporina dopo l’inizio della terapia con carvedilolo e di aggiustare la dose di ciclosporina in modo approppriato.
Se ciclosporina viene somministrata via endovenosa, non ci si aspetta alcuna interazione con carvedilolo.Effetti di altri medicinali sulla farmacocinetica di carvedilolo Gli inibitori così come gli induttori di CYP2D6 e CYP2C9 possono modificare in modo stereoselletivo il metabolismo sistemico e/o presistemico del Carvedilolo, provocando aumentate o ridotte concentrazioni plasmatiche di (R)-Carvedilolo e (S)-Carvedilolo (vedere paragrafo 5.2).
Alcuni esempi osservati in pazienti o in soggetti sani sono elencati sotto, ma la lista non è esaustiva.
Cimetidina: cimetidina, idralazina e alcol possono aumentare la disponibilità sistemica di carvedilolo poiché riducono il metabolismo epatico attraverso l'inibizione enzimatica.
Pertanto, si raccomanda un attento monitoraggio di questi pazienti se i medicinali vengono somministrati in concomitanza.Rifampicina: in uno studio effettuato con 12 soggetti, la somministrazione di rifampicina ha ridotto i livelli plasmatici di Carvedilolo di circa il 60% ed è stata osservata una diminuzione dell’effetto di carvedilolo sulla pressione arteriosa sistolica.
Il meccanismo di interazione non è noto, ma può essere dovuto all’induzione da parte di rifampicina della P-glicoproteina intestinale.
Si raccomanda un attento monitoraggio dell’attività beta-bloccante nei pazienti trattati in concomitanza con carvedilolo e rifampicina Amiodarone: uno studio in vitro con microsomi epatici umani ha dimostrato che amiodarone e desetilamiodarone hanno inibito l'ossidazione di (R)- e (S)-carvedilolo.
La concentrazione a valle di (R)- e (S)-carvedilolo è risultata significativamente aumentata di 2,2 volte nei pazienti con insufficienza cardiaca che hanno assunto contemporaneamente carvedilolo e amiodarone rispetto ai pazienti in monoterapia su carvedilolo.
L'effetto su (S)-carvedilolo è stato attribuito al desetilamiodarone, un metabolita di amiodarone, che è un potente inibitore del CYP2C9.
Nei pazienti trattati con carvedilolo e amiodarone si raccomanda un attento monitoraggio dell’attività beta-bloccante.
Fluoxetina e paroxetina: in uno studio randomizzato, trasversale effettuato su 10 pazienti con insufficienza cardiaca, la somministrazione concomitante di fluoxetina, un potente inibitore del CYP2D6, ha determinato un'inibizione stereoselettiva del metabolismo di carvedilolo con un incremento del 77% nell’AUC media dell’enantiomero R(+) e ad un aumento statisticamente non significativo del 35% dell'AUC medio dell'enantiomero (S) rispetto al gruppo placebo.
Tuttavia, non sono state osservate differenze tra i gruppi di trattamento per quanto riguarda gli eventi avversi, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca.
L’effetto di paroxetina, un potente inibitore del CYP2D6, somministrata in dose singola sulla farmacocinetica di carvedilolo è stato studiato in 12 soggetti sani dopo singola somministrazione orale.
Nonostante sia stato riscontrato un significativo aumento dell’esposizione di (R)- e (S)-Carvedilolo, non sono stati osservati effetti clinici.
Interazioni farmacodinamiche Insulina o iagenti antidiabetici orali: gli effetti dell'insulina o degli ipoglicemizzanti orali possono risultare potenziati da agenti con proprietà beta-bloccante.
I segni e i sintomi di ipoglicemia possono essere mascherati o attenuati (specialmente la tachicardia).
In pazienti che assumono insulina o ipoglicemizzanti orali è pertanto raccomandabile un regolare controllo della glicemia.
Agenti che riducono le catecolamine: pazienti che assumono sia medicinali con proprietà beta-bloccanti sia un medicinale che può ridurre le catecolamine (es.
reserpina e inibitori delle monoaminoossidasi), devono essere attentamente monitorati per i segni di ipotensione e/o bradicardia severa.
Digossina: l'uso combinato di beta-bloccanti e digossina può determinare un ulteriore prolungamento del tempo di conduzione atrioventricolare (AV).
Calcio antagonisti di verapamil, o diltiazem, o amiodarone o altri antiaritmici: in combinazione con carvedilolo possono aumentare il rischio di disturbi della conduzione AV (vedere paragrafo 4.4).Casi isolati di disturbo della conduzione (raramente con compromissione emodinamica) sono stati osservati quando carvedilolo è somministrato in associazione con diltiazem.
Come osservato per altri agenti con proprietà beta-bloccanti, se carvedilolo è somministrato per via orale con calcio antagonisti del tipo verapamil o dilitiazem, amiodarone e altri antiaritmici si raccomanda il monitoraggio del ritmo cardiaco (ECG), della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa (vedere anche paragrafo 4.4).
Clonidina: la somministrazione concomitante di clonidina, reserpina, guanetidina, metildopa o guanfacina con proprietà beta-bloccanti può potenziare gli effetti di riduzione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.
Quando il trattamento concomitante con agenti aventi proprietà beta-bloccanti e clonidina deve essere interrotto, il beta-bloccante deve essere interrotto per primo.
La terapia con clinidina può essere interrotta alcuni giorni dopo, diminuendo gradualmente la dose.
Antipertensivi: come osservato per altri agenti con attività beta-bloccante, carvedilolo può potenziare l’effetto di altri medicinali con azione antiipertensiva somministrati in concomitanza (ad esempio antagonisti del recettore a1) o quella di medicinali per i quali l’ipotensione fa parte del profilo dei propri effetti indesiderati (ad es.
barbituici, fenotazione, antidepressivi triciclici, agenti vasodilatatori e alcol).
Anestetici: particolare attenzione dei segni vitali deve essere prestata durante l'anestesia a causa della sinergia tra gli effetti inotropo negativo ed ipotensivo di carvedilolo, degli anestetici e narcotici (vedere paragrafo 4.4).
FANS: l'uso concomitante di medicinali antiinfiammatori non steroidei (FANS) e di medicinali beta-bloccanti può provocare un aumento dei livelli di pressione sanguigna e un insufficiente controllo della pressione sanguigna stessa.
Broncodilatatori beta-agonisti: i medicinali beta-bloccanti non cardioselettivi si oppongono agli effetti broncodilatatori dei broncodilatatori beta-agonisti.
Si raccomanda un attento monitoraggio dei pazienti.

Effetti indesiderati

(a) Riassunto del profilo di sicurezza La frequenza delle reazioni avverse non è dose dipendente, ad eccezione di capogiri, visione alterata e bradicardia.
(b) Tabella delle reazioni avverse Il rischio della maggior parte delle reazioni avverse associate a carvedilolo è simile per tutte le indicazioni.
Le eccezioni vengono descritte nella sottosezione (c).
Le categorie di frequenza sono le seguenti: Molto comune ≥ 1/10 Comune ≥ 1/100, <1/10 Non comune ≥ 1/1.000, <1/100 Raro ≥ 1/10.000, <1/1.000 Molto raro <1/10.000 Non nota: la frequenza non può essere calcolata sulla base dei dati disponibili La tabella 1 sotto riportata riassume gli effetti indesiderati che sono stati riportati in associazione all’uso di carvedilolo in studi clinici pivotali per le seguenti indicazioni: insufficienza cardiaca cronica, disfunzione ventricolare sinistra dopo infarto acuto del miocardio, ipertensione e trattamento a lungo termine dell’angina pectoris.
Tabella 1: reazioni avverse negli studi clinici
Classificazione per organi e sistemi Reazione Avversa Frequenza
Infezioni e infestazioni Bronchiti Comune
Polmonite Comune
Infezioni delle vie respiratorie superiori Comune
Infezioni delle vie urinarie Comune
Patologie del sistema emolinfopoietico Anemia Comune
Trombocitopenia Rara
Leucopenia Molto rara
Disturbi del sistema immunitario Ipersensibilità (reazioni allergiche) Molto rara
Disturbi del metabolismo e della nutrizione Aumento di peso Comune
Ipercolesterolemia Comune
, Compromissione del controllo del glucosio nel sangue (iperglicemia, ipoglicemia) nei pazienti con diabete mellito Comune
Disturbi psichiatrici Depressione, umore depresso Comune
Disturbi del sonno Comune
Incubi Non comune
Allucinazioni Non comune
Confusione Non comune
Psicosi Molto rara
Patologie del sistema nervoso Capogiri Molto comune
Mal di testa Molto comune
Presincope, sincope Comune
Parestesia Non comune
Patologie dell’occhio Compromissione della vista Comune
Ipolacrimazione (occhi asciutti) Comune
Irritazione degli occhi Comune
Patologie cardiache Insufficienza cardiaca Molto comune
Bradicardia Comune
Ipervolemia Comune
Ritenzione di liquidi Comune
Blocco atriventricolare re Non comune
Angina pectoris Non comune
Patologie vascolari Ipotensione Molto comune
Ipotensione ortostatica Comune
Disturbi della circolazione periferica (estremità fredde, malattia vascolare periferica, esacerbazione della claudicatio intermittens e della sindrome di Raynaud) Comune
Ipertensione Comune
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche Dispnea Comune
Edema polmonare Comune
Asma nei pazienti presisposti Comune
Congestione nasale Rara
Patologie gastrointestinali Nausea Comune
Diarrea Comune
Vomito Comune
Dispepsia Comune
Dolore addominale Comune
Costipazione Non Comune
Secchezza delle fauci Rara
Patologie epatobiliari Aumenti di alanina aminotransferasi (ALT), aspartato aminotransferasi (AST) e gamma glutamil transferasi (GGT) Molto rara
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo Reazioni cutanee (per esempio esantema allergico, dermatite, orticaria, prurito, psoriasi e lesioni della pelle nodulari) Non comune
Gravi reazioni cutanee avverse (per es.
eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica)
Non nota
Alopecia Non nota
Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo Dolore agli arti Comune
Patologie renali e urinarie Insufficienza renale e alterazioni della funzionalità renale nei pazienti con malattia vascolare diffusa e/o affetti da insufficienza renale Comune
Disturbi della minzione Comune
Incontinenza urinaria nelle donne Molto rara
Patologie dell’apparato riproduttivo e della mammella Disfunzione erettile Non comune
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione Astenia (affaticamento) Molto comune
Dolore Comune
Edema Comune
(c) Descrizione delle reazioni avverse selezionate Capogiri, sincope, cefalea e astenia sono generalmente lievi e hanno maggiori probabilità di verificarsi all’inizio del trattamento.
Nei pazienti con insufficienza cardiaca congestizia si possono rilevare un peggioramento dell’insufficienza cardiaca e ritenzione idrica nel corso di incremento della titolazione della dose di carvedilolo (vedere paragrafo 4.4).
L’insufficienza cardiaca è una reazione avversa segnalata comunemente sia in pazienti trattati con placebo che con carvedilolo (rispettivamente 14,5% e 15,4% nei pazienti con disfunzione ventricolare sinistra a seguito di infarto miocardico acuto).
Un peggioramento reversibile della funzionalità renale è stato osservato durante la terapia con carvedilolo in pazienti con insufficienza cardiaca cronica con bassa pressione sanguigna, cardiopatia ischemica e malattia vascolare diffusa e/o insufficienza renale preesistente (vedere paragrafo 4.4).
Come classe di farmaci i bloccanti dei recettori beta-adrenergici possono provocare la manifestazione di diabete latente, l’aggravamento di un diabete manifesto e l’inibizione della controregolazione del glucosio ematico.
Il carvedilolo può causare incontinenza urinaria nelle donne, che si risolve con la cessazione del medicinale.
Segnalazione delle reazioni avverse sospette La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale.
Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all’indirizzo https://www.aifa.gov.it/content/segnalazioni-reazioni-avverse.

Gravidanza e allattamento

Gravidanza Non c'è adeguata esperienza clinica relativa all'utilizzo di carvedilolo nelle donne in gravidanza.
Gli studi sugli animali hanno mostrato tossicità riproduttiva (vedere paragrafo 5.3) I beta-bloccanti riducono la perfusione placentare, che può causare morte fetale intrauterina e parti immaturi e prematuri.
Inoltre, si possono verificare reazioni avverse (specialmente ipoglicemia e bradicardia) nel feto e nel neonato.
Si può verificare un aumento del rischio di complicanze cardiache e polmonari nel neonato nel periodo postnatale.
Pertanto, Carvedilolo non deve essere usato in gravidanza a meno che i benefici per la madre giustifichino i rischi potenziali per il feto o il neonato.
Il trattamento con i beta-bloccanti deve essere iinterrotto 72-48 ore prima della prevista del parto.
Se non è possibile, il neonato deve essere monitorato per le prime 48-72 ore di vita.
Allattamento Studi su animali hanno mostrato che carvedilolo o i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno dei ratti e si accumulano lì.
L'escrezione di carvedilolo nel latte materno non è stata studiata.
L'allattamento non è pertanto raccomandato durante l'assunzione di carvedilolo.
Fertilità Studi sugli animali hanno mostrato una ridotta fertilità della donna in seguito al trattamento con Carvedilolo (vedere paragrafo 5.3).

Conservazione

Contenitore in HDPE con chiusura in PP: conservare nel contenitore originale.
Blister (blister laminato OPA/Al/PVC/Al): conservare nella confezione originale.

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Segnalazione degli effetti indesiderati
Se dovesse manifestarsi un qualsiasi effetto indesiderato, compresi quelli non elencati in questo foglio, è doveroso rivolgersi al proprio medico, ad uno specialista e/o al farmacista. La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l’autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Gli effetti indesiderati possono essere segnalati direttamente tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo www.agenziafarmaco.it/it/responsabili. Segnalando gli effetti indesiderati si può contribuire a fornire maggiori informazioni sulla sicurezza di questo medicinale.