Mal di testa
La maggior parte delle persone, quando avverte dolore al capo, parla genericamente di mal di testa (in termini medici: cefalea). In realtà, dietro questa espressione si nascondo tante problematiche diverse, con sfaccettature e caratteristiche differenti.
Basti pensare che, a oggi, sono state identificate tredici forme di cefalea, a loro volta suddivise in oltre novanta “sottocategorie”.
È importante, dunque, iniziare a fare chiarezza, precisando quando e come è corretto utilizzare il termine cefalea.
Basti pensare che, a oggi, sono state identificate tredici forme di cefalea, a loro volta suddivise in oltre novanta “sottocategorie”.
È importante, dunque, iniziare a fare chiarezza, precisando quando e come è corretto utilizzare il termine cefalea.
Forme primarie e secondarie
Nella maggior parte dei casi il mal di testa è una malattia a se stante: non è causata cioè da altre problematiche, ma è il risultato di una serie di fattori non sempre identificabili, come scorrette abitudini di vita, variazioni biochimiche, modificazioni ormonali o fenomeni vascolari. In termini medici si parla di cefalee primarie. Rappresentano la forma più comune di mal di testa e, fra queste, le tre principali sono l’emicrania, la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo.
Ci sono, però, anche le cefalee secondarie, chiamate anche cefalee sintomo: in questo caso il mal di testa è la manifestazione, o più spesso una delle manifestazioni, di altre malattie, come sinusite o glaucoma, o di situazioni ben precise, per esempio il consumo o il mancato consumo di particolari sostanze, quali caffeina, alcolici o alcuni tipi di farmaci.
Ci sono, però, anche le cefalee secondarie, chiamate anche cefalee sintomo: in questo caso il mal di testa è la manifestazione, o più spesso una delle manifestazioni, di altre malattie, come sinusite o glaucoma, o di situazioni ben precise, per esempio il consumo o il mancato consumo di particolari sostanze, quali caffeina, alcolici o alcuni tipi di farmaci.
Episodiche e croniche
Gli esperti distinguono, poi, fra forme episodiche e forme croniche. Le prime, come dice il nome stesso, sono caratterizzate da crisi dolorose sporadiche, ossia che si presentano per meno di quindici giorni al mese.
Nelle cefalee croniche, invece, il dolore compare con una frequenza elevata, per almeno quindici giorni al mese, per più di sei mesi, senza rispondere ai trattamenti e associandosi spesso a disturbi dell’umore e disabilità psicofisica. La forma che cronicizza più di tutte è l’emicrania.
Una delle cause maggiori di cronicizzazione è rappresentata dall’abuso di farmaci. Infatti, se la persona fa un uso eccessivo e scorretto di antinfiammatori e analgesici senza chiedere consiglio al medico, con il tempo, rende l’organismo tollerante e meno sensibile all’azione dei medicinali, con il rischio proprio di abusare dei medicinali.
Nelle cefalee croniche, invece, il dolore compare con una frequenza elevata, per almeno quindici giorni al mese, per più di sei mesi, senza rispondere ai trattamenti e associandosi spesso a disturbi dell’umore e disabilità psicofisica. La forma che cronicizza più di tutte è l’emicrania.
Una delle cause maggiori di cronicizzazione è rappresentata dall’abuso di farmaci. Infatti, se la persona fa un uso eccessivo e scorretto di antinfiammatori e analgesici senza chiedere consiglio al medico, con il tempo, rende l’organismo tollerante e meno sensibile all’azione dei medicinali, con il rischio proprio di abusare dei medicinali.
L’intensità è variabile
Il mal di testa primario è una malattia benigna: infatti, non causa deficit neurologici o di altro tipo e non mette in pericolo la vita della persona. Tuttavia, può avere ripercussioni anche molto serie.
Nella maggior parte dei casi, fortunatamente, il dolore è modesto e compatibile con la vita quotidiana o perlomeno facilmente e velocemente risolvibile con il ricorso a piccoli accorgimenti.
Talvolta, invece, le crisi sono particolarmente forti e invalidanti: impediscono di dedicarsi al lavoro o allo studio, ostacolano la vita sociale e costringono a mettersi a letto o comunque a isolarsi. Gli esperti parlano allora di cefalee di grado elevato.
Nella maggior parte dei casi, fortunatamente, il dolore è modesto e compatibile con la vita quotidiana o perlomeno facilmente e velocemente risolvibile con il ricorso a piccoli accorgimenti.
Talvolta, invece, le crisi sono particolarmente forti e invalidanti: impediscono di dedicarsi al lavoro o allo studio, ostacolano la vita sociale e costringono a mettersi a letto o comunque a isolarsi. Gli esperti parlano allora di cefalee di grado elevato.
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