14/09/2020

Le secrezioni del seno

Può capitare che da une o entrambe le mammelle fuoriescano sostanze sierose o anche sangue, anche se la donna non è in gravidanza o non sta allattando. Si tratta di una situazione che in genere mette in allarme e fa pensare subito al peggio.
In realtà, non si tratta necessariamente di un segnale negativo. Ovviamente, come tutte le anomalie che riguardano la mammella, non va ignorato, ma non bisogna nemmeno agitarsi prima del tempo. Ecco per quali ragioni.

BILATERALI O MONOLATERALI

Le secrezioni sono un sintomo frequente, specie in donne di età compresa fra i 30 e i 50 anni, e quasi sempre sono legate a una condizione benigna.

Generalmente le perdite che hanno una causa fisiologica e, quindi, non segnalano alcun disturbo, si presentano da entrambi i capezzoli (bilaterali), anche se eventualmente con un flusso quantitativamente differente tra le due mammelle, e fuoriescono da più orifizi (ossia da più dotti galattofori).

Al contrario, le secrezioni significative, che vanno valutate con attenzione, il più delle volte hanno queste caratteristiche:

– sono monolaterali, ossia riguardano solo una mammella;

– sono monoporiche, non fuoriescono cioè da tutti i pori;

– sono continue;

– tendono a manifestarsi spontaneamente, non derivano cioè da compressione.

QUANDO SONO LATTIGINOSE

Se dalle mammelle fuoriesce spontaneamente o dopo spremitura dei capezzoli, un siero bianco lattiginoso, giallo, acquoso o trasparente, e la donna non è incinta, non allatta o non ha smesso da pochi mesi di farlo, la colpa può essere comunque di un’eccessiva produzione di prolattina (Prl), un ormone che regola la funzione delle ghiandole mammarie e partecipa alla modulazione di altre funzioni dell’organismo e che ha il compito proprio di stimolare la produzione di latte.

Alla base possono esserci cause diverse: fisiologiche, farmacologiche e patologiche. Nel primo gruppo rientrano tutti quei fattori benigni che possono determinare un aumento di produzione di prolattina da parte dell’ipofisi, come la mancanza di sonno, l’orgasmo, l’esercizio fisico e gli stress.
Fra le cause farmacologiche, invece, ci sono alcuni farmaci usati nella terapia di patologie psichiatriche (come gli antidepressivi), determinati farmaci usati in alcune malattie gastro-intestinali (come certi anti-ulcera) e altre molecole (come oppiacei, estrogeni ad alte dosi, morfina).
Le cause patologiche comprendono tutte le malattie che possono alzare il livello di prolattina: una delle più comuni è rappresentata dagli adenomi ipofisari, piccoli tumori benigni (i tumori maligni sono molto rari) di una parte del cranio che possono produrre ormoni e dunque alterare il delicato equilibrio del sistema neuro-endocrino. Ci sono comunque anche altre malattie responsabili di un eccesso di prolattina, come l’ipotiroidismo, l’insufficienza renale cronaca, altri tumori. 

Che cosa fare

Se si è soggette a perdite biancastre dal seno è importante rivolgersi allo specialista, che prescriverà tutta una serie di accertamenti per indagare la causa.
I trattamenti ovviamente variano a seconda dell’origine dell’iperprolattinemia. Laddove è possibile, si cerca di rimuovere la causa, per esempio si può intervenire chirurgicamente per asportare gli adenomi oppure si possono consigliare tecniche rilassanti in caso di stress.
Il medico può anche prescrivere farmaci in grado di provocare una rapida riduzione dei livelli di prolattina nel sangue e la scomparsa dei sintomi.

QUANDO SONO VERDASTRE O GIALLOGNOLE

Perdite dense verdastre o giallognole, generalmente monolaterali e presenti solo da un orifizio, sono per lo più il sintomo di infiammazioni ai dotti galattofori, che possono avere diverse cause.

Possono, per esempio, essere la conseguenza di un’ectasia duttale, una lesione dei dotti galattofori di medio e grosso calibro, che si dilatano e provocano il ristagno di secrezioni. Le secrezioni finiscono per provocare un’irritazione cronica del dotto, che si infiamma, fa male e causa, talvolta, una retrazione o una deviazione del capezzolo. Il dotto dilatato e il permanere dei sintomi possono, a lungo andare, dar luogo a un ascesso. 

Alla base di queste secrezioni può esserci anche una mastite periduttale 

Che cosa fare

È sempre bene rivolgersi a uno specialista per analizzare la situazione e capire come intervenire.
Per esempio in caso di ectasia duttale, può non essere necessario adottare alcuna cura. Tuttavia, in caso di complicanze come eczema, ascessi o mastalgia, il medico potrebbe prescrivere dei trattamenti mirati, come una terapia antibiotica, e molto raramente un intervento chirurgico.

QUANDO SONO ROSSE

Quando dal capezzolo fuoriescono gocce di sangue le donne si allarmano molto. Non sempre però ce n’è reale bisogno.
Alla base di questa situazione potrebbe esserci il papilloma intraduttale, una lesione benigna della mammella che si forma dall’epitelio dei condotti galattofori.
Altre possibili cause di questo disturbo sono traumi accidentali al seno, disturbi del fegato, ascessi o infezioni della mammella come la mastite, uso di determinati farmaci, ipotiroidismo, ectasia del dotto mammario, alterazioni fibrocistiche. 

Più raramente, il sanguinamento (specie se le perdite sono monolaterali e di colore rosso vivo o marrone) è il sintomo di un tumore al seno.

Che cosa fare

È un sintomo da non sottovalutare: se si notano perdite di sangue dai capezzoli è fondamentale richiedere un consulto specialistico.
Anche in questo caso, i trattamenti variano a seconda della situazione. Nel caso di papilloma intraduttale, per esempio, la terapia consiste nell’escissione a cuneo del dotto interessato oppure, qualora non sia ben identificabile la sede del papilloma, nella resezione in blocco dei dotti retroareolari.

SE COMPAIONO IN GRAVIDANZA O ALLATTAMENTO

Quando le secrezioni dal capezzolo si manifestano in gravidanza o allattamento, in genere, hanno un altro significato.
Già dal quinto mese le mammelle iniziano a produrre colostro, una secrezione molto nutriente e ricca di anticorpi materni, che con il passare delle settimane riempie i dotti galattofori. Durante l’attesa, dunque, la donna può notare qualche goccia fuoriuscire dal capezzolo e la secrezione può essere più o meno intensa.
Anche in allattamento, ovviamente, le secrezioni sono normali. Se il latte contiene tracce di sangue la colpa può essere delle ragadi.
Anche una volta terminato l’allattamento al seno, comunque, si può avere una secrezione lattiginosa o sierosa da uno o entrambi i seni per molti mesi.