Venezia 79: Catherine Deneuve (Leone alla carriera) tra fascino e impegno
L'attrice francese premiata con il Leone d'oro per la sua lunga e fortunata carriera ha parlato di sé e del suo rapporto con il cinema, anche da spettatrice
È stata inaugurata ufficialmente 79esima Mostra del Cinema di Venezia con una cerimonia di apertura condotta (con grande disinvoltura) dalla madrina Rocío Muñoz Morales. Nel corso della serata è stato consegnato anche il Leone d’oro alla carriera alla divina Catherine Deneuve, introdotta dal regista Arnaud Desplechin (con cui ha lavorato in alcuni film).
L’attrice francese ha dichiarato di essere onorata per questo riconoscimento, anche perché molto legata al festival.
La sua prima partecipazione risale al 1967 con Bella di giorno di Luis Buñuel (che vinse il Leone d’oro) e nel 1998 ha ricevuto la Coppa Volpi come miglior attrice per Place Vendôme di Nicole Garcia.
Mai sentita un sex symbol
Prima di essere premiata Catherine Deneuve ha incontrato la stampa, indossando una camicia in cui era impossibile non notare la bandiera ucraina. La cosa non stupisce, dato che l’attrice è anche una nota attivista (in passato ha lottato per la legalizzazione dell’aborto, ha sostenuto Amnesty International nella lotta contro la pena di morte, è una sostenitrice dei diritti LGBT – solo per fare qualche esempio), però non ha voluto commentare questa sua scelta. «Volevo semplicemente portarla, ma non me la sento di dire altro».
Il tempo passa, ma Catherine è sempre affascinante e carismatica. Però lei ci tiene a precisare: «Io non sono una icona e non mi sono mai sentita un sex symbol. Certo, è una sfida mantenere questo look, soprattutto negli ultimi anni. Però bisogna dire che è meglio invecchiare come attrice in Europa piuttosto che negli Stati Uniti. Negli anni’50 si pensava che dopo i 35 anni le attrici fossero più che mature, ma all’epoca era diverso, anche nella vita di tutti i giorni».
Se ha consigli per le giovani attrici? «A dire la verità no, perché ognuno fa il proprio percorso individuale e ha le sue idee su ciò che vuole fare».
L’amore per il cinema
Quella tra Catherine Deneuve e il cinema è una lunga storia d’amore iniziata nel 1956 con il film Le collegiali di André Hunebelle e che continua anche oggi. «Ho appena finito di girare a Parigi La Tortue, un film piuttosto leggero su Chirac, mentre presto inizierò in Belgio le riprese di Funny Birds (regia di Marco La Via e Hanna Ladoul) che è ambientato in una fattoria in mezzo alle galline» – anticipa l’attrice, che invece sul suo percorso artistico dice – «Vivo la realtà del presente senza guardarmi troppo indietro. Quando lo si fa capita di rendersi conto di avere preso qualche decisione sbagliata, ma inconsapevolmente. Nel momento in cui si accetta un film non si conoscono le difficoltà che si incontreranno sul set e ci si rende conto sempre dopo se un regista è buono o meno. È come quando si cammina per lungo tempo in montagna, in un percorso che hai deciso, ma in cui ci sono comunque salite dure e momenti di sconforto. Per fortuna non si sa tutto prima».
E sul suo rapporto con il cinema come spettatrice sottolinea: «Io riesco anche oggi ad entusiasmarmi per un film e spero che lo faccia anche il pubblico, continuando a frequentare le sale. Io, per esempio, preferisco sempre scoprire un film sul grande schermo intorno ad altre persone che non conosco, l’atmosfera è diversa».
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