Venezia 78: il ritorno di Jane Campion con The Power of the Dog
Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst sono protagonisti di The Power of The Dog, il film di Jane Campion in Concorso a Venezia 78
Il Concorso della 78esima Mostra del Cinema di Venezia entra nel vivo e mette sul piatto alcune delle sue carte (potenzialmente) vincenti. Tra queste The Power of the Dog, nuova opera di Jane Campion che arriva a ben dodici anni di distanza dal suo ultimo film Bright Star (e solo quattro da Top of the Lake – Il mistero del lago, serie tv da lei scritta e diretta).
La regista neozelandese è arrivata al Lido insieme a due dei suoi splendidi protagonisti, ovvero Benedict Cumberbatch e Kirsten Dunst, i quali hanno anche partecipato alla conferenza stampa ufficiale per raccontare questa intensa esperienza.
Cosa c’è da sapere sul film
The Power of the Dog è tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Savage, datato 1967.
La storia è ambientata nel Montana del 1925, dove facciamo la conoscenza Phil Burbank (Benedict Cumberbatch) ovvero un cowboy inflessibile e d’indole crudele che gestisce il ranch più grande di tutta la vallata. Ad aiutarlo il fratello George, che è l’opposto di lui, impacciato e di buon cuore. Quando quest’ultimo sposa Rose (Kirsten Dunst), una vedova del luogo, Phil intraprende contro la donna un’implacabile guerra privata, servendosi dell’efebico figlio di lei Peter.
A interpretare George c’è Jesse Plemons, compagno anche nella vita di Kirsten Dunst. Nel cast anche Kodi Smit-McPhee, Thomasin McKenzie, Geneviève Lemon, Keith Carradine e Frances Conroy.
Come e quando il pubblico potrà vedere The Power of the Dog? Dal 1° dicembre sarà disponibile su Netflix.
La parola ai protagonisti
«Il libro ha avuto su di me un effetto fortissimo, mi ha fatto viaggiare in profondità e in questo periodo riesco raramente a finire un romanzo. Nelle settimane seguenti mi è capitato più volte di ripensarci e così ho cercato di immaginare la possibilità di farne un film e l’abbiamo realizzato» racconta Jane Campion durante la conferenza veneziana. «L’abbiamo girato in una valle della Nuova Zelanda dimenticata. Sembrava di essere su una barca sperduta nell’Oceano e invece eravamo in un paesaggio terrestre».
Sui personaggi della storia dice: «Come donna mi interessava molto il ruolo di Rose e volevo amplificarlo: nel 1925 non era certo facile per una donna lamentarsi con il proprio marito del fratello che viveva con loro. Rose pensava di essere l’obiettivo degli attacchi perché sbagliata e così la sua unica soluzione diventa l’alcol».
Le fa eco Kirsten Dunst: «Si, Rose è l’obiettivo della frustrazione di Phil. Per cercare di rendere la situazione al meglio ne ho parlato a lungo con Benedict, con il quale però non ho delle vere e proprio scene in cui ci scontriamo. Ognuno crea i suoi demoni. Lei è l’immagine perfetta dell’isolamento in cui vive e del dolore profondo che prova».
La parola passa quindi a Benedict Cumberbatch: «La tossicità mascolina di questo personaggio è il risultato di come è stato cresciuto, fa parte della sua tragedia personale. Purtroppo le persone che sono state danneggiate tendono a fare danno agli altri. È un personaggio complesso, non lo si può semplicemente considerare il cattivo della storia».
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