Teatro: recuperiamo il tempo perduto
In un clima di grande entusiasmo, gli attori ritornano sul palcoscenico di molte sale italiane, con spettacoli che erano stati sospesi a causa del Covid ma anche con nuove produzioni, studiate e provate nel periodo della pandemia
In questi giorni le interviste agli attori, ai registi e a tutti i professionisti del teatro sembrano un coro a una sola voce: in tutte si percepisce l’emozione e l’entusiasmo di chi ritrova il palcoscenico, il contatto con il pubblico, insomma la più stimolante ragione di vita. Dopo le prime aperture di sipario, immediatamente dopo il via libera al ritorno degli spettatori in platea, sono molti i teatri in tutta Italia che si rimettono in marcia: ritornano in scena gli spettacoli di cui il lockdown aveva interrotto la rappresentazione, si riorganizzano i cartelloni e arrivano anche nuove pièce, nate e provate durante i mesi della pandemia.
Nelle pièce ci sono spunti di riflessione sul mondo delle donne e sui loro sentimenti, ma anche sul nostro presente e sulle speranze per un futuro che è difficile prevedere.
Un cartellone su e giù per l’Italia
Il teatro Manzoni di Roma riapre con lo spettacolo “Oggi è già domani”, di Willy Russel (fino al 23 maggio), in cui Paola Quattrini interpreta Dora, una casalinga con un marito assente e due figli egoisti, che trova il modo di evadere dal grigiore e dalla tristezza della sua vita con un’incrollabile fiducia nel domani.
Il 9 maggio, al Teatro Goldoni di Venezia, debutta “U-tòpi-a Venezia. Il teatro di cittadinanza nella città ideale”: è un lavoro ideato e condotto dal regista Mattia Berto per il Teatro Stabile del Veneto, con un gruppo di veneziani appassionati che durante i mesi della pandemia hanno provato a ripensare la realtà attraverso nuove prospettive. La metafora della campagna elettorale, dei proclami per la città futura e dell’affermazione del pensiero unico, imposta da un candidato-dittatore, è un modo per riflettere sulla nostra epoca, in cui tutto sembra essere riscritto ogni giorno.
Fino al 9 maggio il Teatro Verga di Catania ospita “Il filo di mezzogiorno” (con la regia di Mario Martone), in cui l’autrice, Goliarda Sapienza, ripercorre il suo viaggio verso la rinascita grazie alla psicoanalisi. La pièce arriva poi a Roma (Teatro India, 20-29 maggio). Intanto a Bologna il Teatro Duse ospita dall’11 maggio Alessandro Bergonzoni con “Trascendi e Sali”, uno spettacolo visionario, ricco di tolleranza e di pace e al Gobetti di Torino (11-16 maggio) si scopre una personalità femminile insospettabile in “La signorina Felicita, ovvero la felicità”, di e con Lorena Senestri (in omaggio a Guido Gozzano). Sempre al Gobetti, dal 18 maggio, ci si emoziona con la commedia a metà fra il noir e il thriller “Le cinque rose di Jennifer”, di Annibale Ruccello.
Un mese di maggio all’insegna della prosa anche per il Teatro Carcano, di Milano che riprende la programmazione con la rassegna di quattro spettacoli “Ci risiamo!”. Dall’11 al 14 maggio la prima di “Le Gattoparde” è una follia in forma di teatro, una festa fra canzonette e letteratura, sacro e profano. Segue “Innamorati” (18-21 maggio), che Davide Lorenzo Palla ha tratto da Goldoni: una storia d’amore che nasconde tensioni tutte da scoprire. Serata unica (25 maggio) per “Situazione drammatica – il copione”, un progetto di Tindaro Granata che coinvolge il pubblico in sala. Infine, spazio alle donne con “Appunti G” (27-28 maggio), un viaggio nell’universo della sessualità femminile, compiuto da tre attrici comiche e una giornalista (Lucia Vasini, Alessandra Faiella, Rita Pelusio e Livia Grossi).
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