Teatro: grandi interpreti in scena
Con il mese di novembre arrivano molti attori amatissimi dal pubblico, che si cimentano in testi perfetti per farci pensare, riflettere ed emozionarci
Molte volte si decide di andare a teatro non tanto perché si è scelto uno spettacolo che si sente nelle proprie corde, quanto per vedere proprio “quegli” attori che si muovono in scena. E novembre è un mese in cui sono numerosi gli appuntamenti con interpreti molto noti agli amanti della prosa. Ci sono mostri sacri della recitazione, come Umberto Orsini e Franco Branciaroli, nomi amati e molto applauditi dal grande pubblico come quelli di Alessandro Haber, Maddalena Crippa, Sergio Rubini, Filippo Dini, Alessandro Preziosi, Sergio Muniz, Violante Placido o Lucia Mascino, e interpreti “prestati” alla drammaturgia da altri mondi, come Concita De Gregorio.
I testi spaziano dai grandi classici, anche rivisitati, alle creazioni moderne e più sperimentali, fino alle interpretazioni dell’attualità.
Su il sipario!
Il Teatro Verdi di Padova inaugura la stagione con “I parenti terribili” di Jean Cocteau, una prima nazionale diretta da Filippo Dini (direttore artistico del Teatro Stabile del Veneto) e interpretata da Dini con Milvia Marigliano, Mariangela Granelli, Giulia Briata e Cosimo Grilli (6-10 novembre). Considerata l’opera teatrale perfetta dell’eclettico autore e artista francese, la pièce è un ritratto scandaloso e disturbante di una famiglia claustrofobica e incestuosa, intrappolata in un intreccio di odi brutali e passioni ossessive. In questo inferno familiare si leva un inno all’amore tragico e impossibile: quello infelice e non corrisposto di una donna per il marito della sorella, quello patetico di un padre per una giovane donna, quello folle e incontrollato di un giovane alle prime esperienze, quello possessivo e venato di incesto di una madre verso il figlio. Dopo Padova lo spettacolo arriva al Carignano di Torino (12-24 novembre), al Del Monaco di Treviso (28 novembre-1 dicembre).
Dal 20 al 24 novembre il Verdi di Padova ospita Alessandro Preziosi, interprete e regista di “Aspettando Re Lear” di Tommaso Mattei, tratto da William Shakespeare. Il testo propone un confronto generazionale in un mondo che sprofonda. Da notare, per gli amanti del pittore Michelangelo Pistoletto, la presenza di alcune sue opere in scena. Lo spettacolo sarà poi anche al Teatro La Pergola di Firenze (3-8 dicembre).
Al Manzoni di Milano, dal 5 al 17 novembre, Umberto Orsini e Franco Branciaroli interpretano una commedia di Neil Simon del 1972, “I ragazzi irresistibili”, con la regia di Massimo Popolizio. “Il testo si dipana intorno a una lite fra due anziani attori di varietà, costretti a riprendere una collaborazione precedentemente interrotta per rifare per la tv un vecchio sketch” sintetizza Branciaroli. Si parla di vecchiaia e anche di morte, in uno spettacolo che fa ridere con un guizzo di malinconia, perché tocca manie e fragilità commoventi.
Sempre a Milano, ma al Carcano, il 29 ottobre il sipario si apre su “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, con la regia di Paolo Valerio (fino al 3 novembre). Alessandro Haber, che interpreta Zeno Cosini, ne mostra profondità e ironia surreale, complessità e fragilità, senso d’inadeguatezza e successi, autoassoluzione e sensi di colpa, nevrosi e incapacità di sentirsi “in sintonia” con la società: tutti aspetti che si rispecchiano nelle contraddizioni dell’uomo contemporaneo e che rendono quindi Zeno un personaggio attualissimo.
“L’origine del mondo. Ritratto in un interno” è la pièce scritta e diretta da Lucia Calamaro, da vedere al Teatro San Ferdinando Napoli dal 13-17 novembre. In scena Concita De Gregorio, Lucia Mascino e Alice Redini. L’autrice e regista spiega: «Quando ho scritto L’origine del mondo, nel 2011, per raccontare l’attraversamento e la riemersione da uno stato di depressione acuta, era impensabile immaginare che nel 2020 la depressione sarebbe stata dichiarata dall’OMS la malattia più diffusa al mondo. Partendo da questi dati, ho riallestito questo spettacolo, un ritratto esteticamente elaborato dello stato d’animo più diffuso al mondo, perché fra le varie piaghe che colpiscono oggi l’umanità, la depressione primeggia. È uno spettacolo a tesi: se c’è un problema, c’è la soluzione, se no non è un problema. Non vi arrendete, anime in pena. Continuate a cercare conforto».
Toni Servillo interpreta “Il fuoco sapiente” al Goldoni di Venezia il 12 novembre. La drammaturgia è di Giuseppe Montesano e il testo parte dai grandi poeti e filosofi classici per insegnare che “il domani ci sarà solo se ritroveremo il nostro futuro perduto, il futuro che è cominciato venticinque secoli fa. E allora oggi, se non vogliamo spegnerci lentamente nella decadenza che chiamiamo modernità, dobbiamo ritrovare quel fuoco sapiente che accende il cuore e la mente, o siamo perduti”.
Dal 12 al 17 novembre Sergio Rubini è al Carcano di Milano in veste di regista e interprete di “Il caso Jekyll”, che parte dal romanzo di Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e di mister Hyde per superarne il taglio fantastico e analizzare in chiave psicanalitica il tema del doppio che alberga in ciascuno di noi. Rubini spiega: «Il nostro testo è un viaggio nell’inconscio, nella fattispecie di un famoso luminare della medicina, Henry Jekyll, che cercando le cause della malattia mentale si fa cavia e diventa poi vittima delle sue stesse teorie, tirando fuori dalla caverna del conscio ciò che è a lui stesso nascosto, la sua ombra, il suo Hyde. La storia è così più vicina ai temi della contemporaneità e offre allo spettatore la possibilità non solo di rispecchiarsi nei pericoli e nei piaceri della propria ombra, ma anche di essere spunto di riflessione sulla necessità di dialogare col proprio inconscio, portarlo fuori e condividerlo con la collettività per evitare che scavi in solitudine nel nostro io un tunnel di sofferenze e violenza».
Uno spettacolo con un fortissimo impatto sul pubblico è “1984” di George Orwell, che dopo le tappe di Carpi (9-10 novembre) e di Genova al Teatro Ivo Chiesa (14-17 novembre) arriva al Carcano di Milano (20-24 novembre) e poi tocca Mestre (27-28 novembre) e Torino (30 novembre – 1 dicembre) con il suo quesito sotteso: che cosa è la verità? Robert Icke e Duncan MacMillan hanno portato questo geniale adattamento del libro ai trionfi di Londra e New York: ne arriva adesso in Italia un’edizione diretta da Giancarlo Nicoletti, con in scena Violante Placido, Ninni Bruschetta, Woody Neri. «Nemmeno Orwell poteva immaginare che quell’intuizione si sarebbe prestata a rappresentare il presente post-ideologico che vede alla ribalta una nuova forma soft di dittatura, fatta di hi-tech, globalizzazione tradita, media e social. Il Grande Fratello digitale dei nostri giorni esiste ed è una rete che avvolge tutti e la suggestione che il Big Brother possa essere solo un algoritmo e non un politico in carne ed ossa era già nelle pagine del romanzo» commenta il regista. Il capolavoro orwelliano mantiene quindi intatta tutta la sua sconvolgente attualità, è una rappresentazione impietosa dei nostri giorni, in cui la privacy è un’illusione, la nozione di verità oggettiva è messa continuamente in discussione, potere e servilismo vanno a braccetto e la corruzione è tale da far sembrare inutile ogni forma di ribellione. In scena videoproiezioni, telecamere a circuito chiuso, effetti speciali.
Da un best seller dello scrittore e giornalista Paolo Rumiz, La cotogna, Alberto Bassetti ha tratto un testo teatrale di grande forza e suggestione: “Un sogno a Istanbul”, in scena al Gobetti di Torino dal 12 al 17 novembre con Maddalena Crippa e Maximilian Nisi diretti da Alessio Pizzech. È una storia d’amore che attraversa l’Europa da Sarajevo a Istanbul e ci allontana dalle nostre certezze. Su cosa si fonda l’Europa se non su questi comuni destini, su questo sangue, su amori nati dalle ceneri di palazzi crollati, dalle schegge di bombe che hanno dilaniato antiche architetture?
All’Ecoteatro di Milano (8-17 novembre) e poi al Manzoni di Roma, dal 28 novembre al 15 dicembre, la coppia ormai collaudatissima di Sergio Muniz e Miriam Mesturino anticipa le atmosfere invernali con “Lapponia” di Marc Angelet e Cristina Clemente, per la regia di Ferdinando Ceriani. Sullo spettacolo trapela una sola anticipazione: Babbo Natale esiste?
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