09/12/2024

Teatro: dal grande schermo al palcoscenico

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 09/12/2024 Aggiornato il 16/12/2024

Fra le proposte delle prossime settimane non mancano gli adattamenti di famosi film di successo, riletture che stimolano nuove analisi e riflessioni su temi e sentimenti sempre attuali

MAGNIFICA PRESENZA BY STEFANIA CASELLATO

Portare in teatro testi letterari di fama, che hanno avuto già una loro fortunata versione cinematografica, o realizzare espressamente la trasposizione per il palcoscenico di film di successo è una sfida importante per registi e attori, perché il pubblico in platea è portato a giudicare il risultato facendo dei confronti. In genere, come rivelano gli stessi registi, l’obiettivo è quello di riproporre una vicenda già nota dandole una vita nuova: anche quando il testo, i tempi e le battute sono le stesse, gli attori sono chiamati a dare una loro personale coloritura ai personaggi e ai dialoghi, senza ispirarsi ai modelli interpretativi già visti sul grande schermo. In questa rivisitazione sta il buon esito della mise-en-scène finale.

Anche quando sono stati preceduti da mostri sacri del grande schermo, impegnati sullo stesso testo, gli attori danno la loro impronta e questo aggiunge credibilità e regala nuovo fascino allo spettacolo.

Su il sipario!

Anche quest’anno, come già nelle scorse stagioni, sono svariate le proposte che hanno un precedente al cinema. La più attesa è sicuramente “Magnifica presenza”, l’adattamento teatrale del film di Ferzan Ozpetek realizzato dallo stesso regista. Forte del successo riscosso con la sua prima regia teatrale di un paio di anni fa, nella rivisitazione di un altro suo film di grande successo, “Mine vaganti”, Ozpetek porta sul palcoscenico Tosca D’Aquino, Serra Yilmaz, Eric Tonelli e un affiatato cast in una storia di fantasmi e presenze oniriche. La pièce è attesa al Manzoni di Milano (10-22 dicembre), al Teatro della Pergola di Firenze (27 dicembre – 3 gennaio), all’Ambra Jovinelli di Roma (7-18 febbraio), al Duse di Bologna (4-6 aprile) e in altre dodici città.

Il romanzo di Thomas Mann “Morte a Venezia”, conosciutissimo dai cinefili anche grazie al film di Luchino Visconti del 1971, trova una nuova vita nella versione teatrale che dal 10 al 15 dicembre è al Gobetti di Torino. La rilettura è dell’autore e regista Liv Ferracchiati, che dichiaratamente si distacca dal tema dell’omoerotismo e della differenza d’età, lasciando spazio a quello dell’incontro a Venezia tra Gustav von Aschenbach e Tadzio e della morte. Il tentativo è di avvicinare i due personaggi a noi, raccontando i momenti rari, bellissimi e terribili che gli incontri con altri esseri umani creano.

Il teatro Duse di Genova ospita “Thelma & Louise trent’anni dopo” di Angela Di Maso, con la regia di Yassi Jahanmir e Consuelo Barilari (13-14 dicembre). Qui il famosissimo film di Ridley Scott del 1991, Thelma & Louise, è solo il punto di partenza, che serve per una sorta di sequel in cui ci si chiede se le due amiche-fuggiasche siano davvero morte nel terribile salto con la loro auto nel Grand Canyon. “Thelma e Louise forse sono a Cuba, sotto mentite spoglie, a bersi serenamente un buon Margarita… La ‘road story’, insomma, continua: ed è tutto scritto su un diario, fatto pervenire alla polizia in modo anonimo, alcuni mesi dopo. Thelma e Louise, geniali provocatrici, raccontano altre mirabolanti imprese”, anticipano i due registi.

Dal 12 al 16 febbraio il Teatro Verdi di Padova ospita “Anatra all’arancia” di William D. Home, con Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli e la regia di Claudio Greg Gregori: un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti, in cui ogni mossa rivela emozioni, timori, rivalità e gelosie. La commedia ha un precedente famosissimo nell’omonimo film del 1975 con Monica Vitti e Ugo Tognazzi.

Ancora al Gobetti di Torino, dall’8 al 10 aprile, è la volta della rivisitazione di Lolita, la ragazzina protagonista del romanzo di Vladimir Nabokov e di ben due omonimi film, quello del 1962 di Stanley Kubrik e quello del 1997 di Adrian Lyne. La pièce si intitola “About Lolita” e nasce dalla drammaturgia di Francesca Macrì e Andrea Trapani, con la regia di Francesca Macrì: scava nell’annebbiamento della testa, nella potenza del pensiero e della fantasia, nella violazione dell’infanzia e nella sessualità della preadolescenza.

Nel cartellone del Teatro Mercadante di Napoli (7-19 gennaio), del Teatro della Pergola di Firenze (21-26 gennaio) e del Piccolo Teatro Strehler di Milano (18-23 febbraio) c’è “Sarabanda” di Ingmar Bergman con la regia di Riccardo Andò. Il film del maestro svedese, del 2003 e qui riproposto in scena, torna al suo Scene da un matrimonio con i protagonisti diventati, trent’anni dopo, più maturi, ma anche più spietati. È un confronto tra ex marito ed ex moglie, alla presenza del figlio e della nipote e approfondisce il mistero dell’amore e dell’odio, l’ineluttabile conflitto tra genitori e figli, tra indifferenza e attaccamento morboso, la vecchiaia, l’angoscia degli ultimi giorni. Sul palco recitano Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton e Caterina Tieghi.

“La vita al contrario” è il titolo della pièce con testo di Francis Scott Fitzgerald, elaborazione teatrale di Pino Tierno e regia di Ferdinando Ceriani, in programma al Manzoni di Roma dal 13 al 30 marzo. Protagonista è Giorgio Lupano e il precedente sul grande schermo, vincitore di tre Oscar, è Il curioso caso di Benjamin Button del 2009, con Brad Pitt e Cate Blanchett. La vicenda, che fonde romanticismo, drammaticità, fantasy e mistero, è quella di un uomo nato anziano e morto bambino.

Dal racconto di Joseph Roth “La leggenda del santo bevitore” il regista Ermanno Olmi ha tratto una pellicola del 1988. Il Teatro Franco Parenti di Milano ne ospita una versione scenica firmata da Andrée Ruth Shammah (16-26 gennaio), con Carlo Cecchi che svela la discesa del protagonista nel delirio e nell’impotenza.