19/01/2025

Teatro: commedie per ridere delle nostre debolezze

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 19/01/2025 Aggiornato il 19/01/2025

Con testi ironici e graffianti, che descrivono situazioni a volte paradossali, i drammaturghi mostrano difetti, abitudini, vizi e meschinità della società di oggi. A volte anche di quella di ieri

ok BUFFONI ALL_INFERNO - STIVALACCIO TEATRO

La riflessione sulle abitudini più bizzarre che imperversano nella società, sui tormentoni, le maschere, le idiosincrasie e le paturnie che costellano la nostra vita passa (anche) attraverso le risate suscitate da una commedia. D’altra parte già i latini sostenevano che la satira “castigat ridendo mores”, cioè fustiga i costumi e ha perciò un valore educativo, perché ridicolizzando i vizi e i difetti umani induce a prenderne le distanze. E dunque… risata sia. Sono tanti gli spettacoli graffianti, ironici e satirici che arrivano in scena nelle prossime settimane.

Anche quando si raccontano con toni irriverenti delle vicende ambientate nel passato, c’è sempre un chiaro richiamo ai nostri giorni.

Su il sipario!

Al Manzoni di Milano, dal 21 gennaio al 2 febbraio, è in programma l’irresistibile commedia dal mood romantico “Ti sposo ma non troppo”, con la collaudata coppia Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta insieme a Fabio Avaro e Siddhartha Prestinari. Scritta e diretta da Pignotta, è uno spaccato della vita di coppia, fra convivenze, crisi, momenti di confusione, gaffes, scambi di identità, imbarazzi ed equivoci. I quattro protagonisti, superati i quarant’anni, fanno i conti con una situazione sentimentale ancora precaria: Andrea (Vanessa Incontrada) è una donna affascinante delusa dall’amore, Luca (Gabriele Pignotta) è un divorziato dall’eterna giovinezza che si rifugia in storie superficiali e prive di impegno, Carlotta e Andrea (Siddhartha Prestinari e Fabio Avaro), sposati da dieci anni, sono una coppia stanca e demotivata. Dopo Milano lo spettacolo arriva in altri 12 teatri, da Torino a Ferrara, da Trieste a Belluno, da Udine a Bologna.

Dal 30 gennaio al 13 marzo è in tournée “Buffoni all’inferno”, scritto e diretto da Marco Zoppello, con Matteo Cremon, Michele Mori e Stefano Rota. L’aldilà, come spiega il regista, “è la destinazione finale per chi è pronto a tutto per strappare una risata. L’inferno e tutti i suoi sulfurei carcerieri sono alla base della tradizione popolare e dei racconti dei cantastorie. Esso racchiude al suo interno l’alto e il basso, il tragico e il grottesco”. Così, all’arrivo di millemila anime portate all’altro mondo da una fulminante peste bubbonica, assassina e vigliacca, le operazioni di smistamento fra le aree di punizione vanno a rilento e Belzebù offre uno sconto di pena alle anime di tre buffoni per intrattenere i presenti. Fra racconti dimenticati e tradizioni folkloristiche, si scava nei peccati e nelle miserie umane con il filtro dell’irriverenza. Lo spettacolo tocca Caselette (TO), Chiasso, e una decina di tappe nel Nord-Est fra cui Venezia (Teatro Goldoni 28 febbraio-4 marzo).

Il Rossetti di Trieste, il 28-29 gennaio, ospita “Gente di facili costumi” (il tour fa tappa anche al Teatro della Pergola di Firenze dal 4 al 9 marzo), pièce scritta da Nino Marino e Nino Manfredi con la regia di Luca Manfredi. Sul palco Flavio Insinna e Giulia Fiume interpretano un intellettuale e una prostituta, vicini di casa costretti, per una serie di imprevisti, a una forzata convivenza che porta a una sintonia inaspettata e insospettabile fra due nature tanto diverse ma, alla fine, complementari. Il testo affronta con penetrante ironia l’attuale problema della mancanza di eticità nella società, in cui i valori fondamentali come onestà e correttezza vengono spesso barattati con interessi individuali e utilità personali.

“Boston marriage” è l’espressione usata sulla costa atlantica degli Stati Uniti, tra il XIX e il XX secolo, per descrivere la convivenza sentimentale tra donne indipendenti che non avevano bisogno dell’aiuto economico di un uomo: a tutti gli effetti una convivenza o un matrimonio LGBT ante litteram. È anche il titolo di uno spettacolo che inizia la tournée al Teatro Civico di Schio (VI) il 12 febbraio e che è poi in cartellone, fra l’altro, al Rossetti di Trieste (25-26 febbraio), al Mercadante di Napoli (26-30 marzo) e al Parenti di Milano (8-13 aprile). Il testo di David Mamet, interpretato da Maria Paiato, Mariangela Granelli, Ludovica D’Auria con la regia di Giorgio Sangati, è una esilarante farsa piena di colpi di scena rocamboleschi, che si spinge oltre la riflessione sull’omosessualità per raccontare le nostre fantasie più inconfessabili in modo scoppiettante.

Il Teatro Sociale di Nizza Monferrato (29 gennaio), il Rossetti di Trieste (18-19 febbraio) e il Gobetti di Torino (13-18 maggio) ospitano “La cerimonia del massaggio” monologo tratto da un romanzo breve del drammaturgo contemporaneo Alan Bennett, interpretato da Gianluca Ferrato e diretto da Roberto Piana. La storia si svolge in una chiesa anglicana durante il rito funebre per la scomparsa di un noto massaggiatore, che si prestava per “servizi particolari” a parecchie personalità del mondo dello spettacolo e anche al parroco di quella stessa chiesa. La critica alla religione e ai suoi rappresentanti è evidente nel testo, ma il sarcasmo investe anche i vip, uomini e donne, che hanno avuto a che fare intimamente con il defunto e che ora temono di essere stati contagiati da qualche malattia terribile. Ad accompagnare il pubblico attraverso lo spettacolo sono i pensieri del prete, decisamente poco consoni al suo ruolo.