06/12/2021

Prima della Scala: il Macbeth parla al mondo di oggi

Emanuela Bruno
A cura di Emanuela Bruno
Pubblicato il 06/12/2021 Aggiornato il 13/12/2021

L’attesissima serata inaugurale del 7 dicembre attende gli appassionati anche sui rai 1 alle 17.45, su Rai Radio3 e in streaming e 34 luoghi di ascolto diffusi in tutta Milano

Macbeth - Scala

«Arrivare alla prima del 7 dicembre in sala, con il pubblico, quando in Paesi come la Germania o l’Austria i teatri sono chiusi, ha già il sapore del miracolo». Con queste parole Dominique Meyer, Sovrintendente del Teatro alla Scala, riassume l’impegno, l’energia e la determinazione con cui artisti, musicisti, coro e maestranze hanno lavorato per settimane alla preparazione del tradizionale appuntamento che apre la stagione del tempio della lirica milanese.

Tutto è pronto per l’evento cultural-mondano atteso da tutto il mondo: in scena, quest’anno, il Macbeth di Giuseppe Verdi.

«Un’opera che fa parte dei lavori giovanili del compositore e di cui proponiamo la versione del 1865, in cui furono aggiunti i ballabili, un’ampia incursione nella danza come parte integrante dell’azione» spiega il Maestro Riccardo Chailly, che sarà sul podio a dirigere l’orchestra. «Sono orgoglioso della famiglia Macbeth: non sono sempre bravi fra loro, ma abbiamo lavorato in una sintonia totale» continua  Dominique Meyer.

Una storia sempre attuale

Macbeth, tratto dall’omonima tragedia di Shakespeare ambientata nella Scozia medioevale, è un’opera costruita intorno alla brama insaziabile di potere e ai suoi esiti drammatici. Allettato dalla profezia di tre streghe che ne predicono l’ascesa al trono e spinto dall’ambizione e dalle trame diaboliche della perfida moglie, il nobile Macbeth si macchia di una serie di atroci delitti: per eliminare qualsiasi ostacolo all’avverarsi della profezia, la coppia sprofonda in un gorgo di efferatezze che finirà per portare entrambi alla morte.«Raramente si trova un’opera che parli alla contemporaneità come Macbeth, perché il tiranno che usa la violenza per interesse personale è di ogni epoca» osserva il regista Davide Livermore, spiegando la scelta di mettere in scena l’opera in modo contemporaneo («ma senza voler fare cronaca», precisa). Ci aspetta una dimensione onirica, in cui si fondono il linguaggio della tradizione operistica e quello hi-tech, con un ledwall che chiude il palcoscenico e su cui scorrono le suggestive video-immagini di un’ambientazione attuale ma non identificabile. «In quest’opera c’è più sesso, droga e rock and roll che in tutta la storia del rock»anticipa sornione il regista.

Gli interpreti, un vero poker d’assi

I ruoli canori di punta sono affidati a un vero “poker d’assi” di solisti (l’espressione è del Maestro Chailly), che possono contare anche sull’affiatamento nato in numerose collaborazioni prestigiose degli ultimi anni. La perfida Lady Macbeth è il soprano Anna Netrebko, star internazionale chiamata a mescolare virtuosismi vocali e tocchi di psicologia omicida, che ammette «Questo è’ uno dei miei ruoli preferiti, in una delle produzioni più complicate a cui ho lavorato…. vedrete!”. Macbeth è interpretato dal baritono Luca Salsi (“per un baritono inaugurare la Scala con il ruolo che dà titolo all’opera è un sogno che si avvera»rivela), Macduff dal tenore Francesco Meli (“è l’eroe romantico in tutto quel buio” rivela), Banco dal basso Ildar Abdrazakov, che ironizza: «Purtroppo mi uccidono già dopo il primo atto».

La parte innovativa dei ballati del terzo atto è affidata al coreografo americano Daniel Ezralow, che non nasconde l’emozione: «Sono abituato a lavorare per Katy Perry o per gli U2, la Scala per me è un debutto assoluto: qui c’è la vera arte, Verdi che dà insegnamenti per il presente, ho trovato un’energia che a Los Angeles esiste solo per la notte degli Oscar».

Dove vederla

La prima, cui assisteranno in sala solo 2000 spettatori per il rispetto delle norme anticovid, è programmata in esclusiva da Rai Cultura alle 17,45 su Rai 1 e su Rai Radio 3, oltre che in streaming su Rai Play. Verrà seguita anche in numerosi altri Paesi europei su canali TV e radio. A Milano, abolita l’usanza del maxischermo in Galleria per evitare assembramenti, è prevista la Prima diffusa (#primadiffusa), con 34 luoghi di proiezione in tutti i municipi cittadini: piazze, teatri (dal Carcano al Dal Verme), case circondariali (da San Vittore al Beccaria), musei (Mudec), associazioni benefiche (Casa della Carità), ospedali (Niguarda). Tutte le proiezioni sono precedute da guide all’ascolto per appassionati e curiosi di ogni età: perché la cultura e l’arte hanno un ruolo sociale importantissimo.