02/05/2019

Noel Gallagher è il top del Concerto del Primo Maggio (feat Sanremo)

Francesco Salvatore Cagnazzo Pubblicato il 02/05/2019 Aggiornato il 02/05/2019

L'ex Oasis incanta Piazza San Giovanni. Sul palco sono saliti anche Manuel Agnelli, Achille Lauro, Daniele Silvestri e tanti altri...

noel

Un pezzo della storia musicale sul palco più “red” d’Italia. Noel Gallagher, l’artista più atteso del Concertone del Primo maggio a Roma, ha conquistato tutta Piazza San Giovanni. Nonostante la pioggia, erano tutti lì, armati di ombrelli e impermeabili, con tanto di onnipresenti venditori pro-pioggia ambulanti, in attesa dell’ex Oasis.

Un regalo che l’appuntamento promosso da Cgil, Cisl e Uil, si è voluto fare in occasione del suo trentesimo anno di vita.

Noel canta (e incanta) Fort Knox, Holy Mountain, It’s a beautiful world. Poi Wonderwall e Stop crying your heart out. Chiudendo con un omaggio ai Beatles, con All you need is love, con una piazza in coro con lui.

Direttamente dal palco dell’Ariston

A seguire arrivano il cantautore romano Carl Brave, mentre Manuel Agnelli e Rodrigo D’Erasmo omaggiano i Nirvana con You know you’re right per ricordare la scomparsa di Kurt Cobain di 25 anni fa, poi Lou Reed con Perfect day. Nel pomeriggio, però, a calcare il palco sono stati in tantissimi. Molti, stranamente, paradossalmente, strappati dal palco dell’ultima edizione di Sanremo. Che, diciamo, di “sindacale” non ha tantissimo. Tornano, infatti, Achille Lauro, che propone Cadillac, 1969, C’est la vie e, ovviamente Rolls Royce. Poi Daniele Silvestri, che ripresenta Argentovivo con una (ri)comparsa di Manuel Agnelli e Rancore. Ma, nel corso della giornata, partita alle ore 15, si sono esibiti anche Ghemon, che ha riproposto anche la sua Rose viola, gli Ex Otago e Ghali, Motta e Zen Circus. Insomma, la sensazione di déjà vu ha toccato picchi altissimi.

L’emozione di Ilaria Cucchi

Musica a parte, perché ce n’è stata tanta e di tutti i tipi, con tanti altri nomi degni di nota ma impossibili da citare, particolarmente significativo e commovente la presenza sul palco di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. «Sentirvi applaudire e gridare il suo nome è per me un’emozione indescrivibile» ha dichiarato Ilaria Cucchi. «Lui è morto come ultimo tra gli ultimi, ma sentirvi significa che la battaglia di questi anni non è stata inutile, forse abbiamo aperto un varco». Poi conclude: «Voglio dirvi che i diritti umani non sono per nessun motivo sacrificabili».

Una conduzione all’insegna della leggerezza

Interessante, ma al contempo leggera, anche la conduzione di Ambra Angiolini e di Lodo Guenzi. In particolare la conduttrice lancia il suo j’accuse nei confronti della proposta di sgravi fiscali per chi assume donne nel 2019 e nel 2020. «Quanti sgravi ci sono al concerto?», chiede ironicamente al pubblico femminile. «Lo sgravio è mio e me lo gestisco io», aggiunge successivamente. Appena accennato, ma meglio di niente, il suo grazie a un grande della musica d’autore: «Salutiamo chi si è speso per questo palco e non solo, l’immenso Franco Battiato». Uno di quei big della musica italiana che, guardando il nostro attuale panorama musicale, manca davvero. E tanto.