Carnival Row: fatevi conquistare dalle atmosfere gotiche della crime story con Cara Delevingne
Su Amazon Prime Video la serie tv è già interamente disponibile in inglese. La versione doppiata in italiano arrivera a fine novembre
Dalle menti di Travis Beacham e René Echevarria arriva la serie più temeraria della stagione, una crime story vittoriana con l’ambizione di affrontare le tensioni contemporanee in fatto di razza, classe, immigrazione e identità di genere. Carnival Row è disponibile su Amazon Prime Video, anche se per adesso solo in lingua originale sottotitolata.
Per il doppiaggio italiano dovremo aspettare fino al 22 novembre, ma nel frattempo possiamo goderci l’accento britannico dei protagonisti.
Non è una saga letteraria
A qualcuno potrebbe essere venuto il legittimo sospetto, vedendo spuntare ali da fata e atmosfere steampunk, ma Carnival Row è una delle poche serie fantasy che si è assunta il rischio di proporsi direttamente come soggetto originale, con grande sollievo di Orlando Bloom e Cara Delevingne, che interpretano i due sfortunati amanti al cuore della storia. Entrambi gli attori hanno definito “liberatorio” il fatto di non dover andare incontro alle aspettative dei fan e sono stati attivamente coinvolti nella creazione dei loro personaggi. Non essere vincolati a un finale prestabilito è un sicuro vantaggio, ma è anche una sfida – fantasy e sci-fi sono generi letterari che si prestano molto bene alle riflessioni sulla marginalità e sul potere, ma spesso queste metafore funzionano meglio sulla carta. Girata quasi interamente in Repubblica Ceca, tra Praga e la riserva naturale del Paradiso Boemo, la serie cerca di costruire un mondo credibile e ben strutturato, più simile a quello di Penny Dreadful che a Game of Thrones.
La trama e il cast
La guerra tra uomini e creature magiche ha devastato le terre di Tirnanoc, costringendo molti dei suoi abitanti a cercare rifugio nella Repubblica di Burgue, che un tempo è stata alleata delle fate contro le nazioni del Patto. Non tutti sono pronti ad accogliere i profughi a braccia aperte: la fazione di Absalom Breakspear (Jared Harris) sostiene che la città abbia la responsabilità di accogliere le fate in fuga da una guerra voluta proprio dagli umani, desiderosi di appropriarsi delle risorse naturali di cui Tirnanoc abbonda, mentre i suoi oppositori politici sostengono che l’arrivo di queste creature sia una minaccia. La metafora sociale, volutamente esplicita, si intreccia con la storia d’amore tra la fata Vignette Stonemoss (Cara Delevingne) e il detective Rycroft Philostrate (Orlando Bloom), che sta indagando su una serie di misteriosi omicidi di creature fatate nel quartiere di Carnival Row. Tra colpi di scena e macchinazioni politiche la narrazione si espande attraverso una serie di intricate sottotrame, affidate a personaggi secondari dai nomi piuttosto evocativi. Qualche esempio? Agreus Astrayon (David Gyasi), Piety Breakspear (Indira Varma), Imogene Spurnrose (Tamzin Merchant) e Tourmaline Larou (Karla Crome). E tanti auguri ai doppiatori.
Avrebbe potuto essere un film di Guillermo del Toro
Se la storia vi sembra in qualche modo familiare, è perché se ne parla da molto, moltissimo tempo. Travis Beacham ha iniziato a immaginare questo mondo ai tempi del college e nel 2006 era riuscito a coinvolgere Guillermo del Toro per farne un film. Nella prima versione, dal titolo provvisorio di “A killing on Carnival Row”, i riferimenti all’attualità avevano contorni molto più sfumati: sarebbe dovuto essere un noir con un’ambientazione mistica e futuribile, in cui un detective accusato di essere un killer di fatine si sarebbe riscattato trovando il vero colpevole. Il progetto si è arenato a causa degli impegni del regista messicano, notoriamente non-vincolabile, anche se Beacham si è potuto consolare lavorando insieme a lui nel 2013 con Pacific Rim.
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