Venezia 79: è il momento di Timothée Chalamet
Luca Guadagnino, regista raffinato e amante delle sfide, torna in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia a quattro anni dalla presentazione del suo Suspiria. Il titolo del suo nuovo film, che non mancherà di far parlare, è Bones And All.
Protagonista maschile è un attore a lui molto caro, ovvero Timothée Chalamet, che aveva già diretto nel fortunatissimo Chiamami col tuo nome.
Al suo fianco la brava Taylor Russell e un ottimo cast composto da Michael Stuhlbarg, André Holland, Chloë Sevigny, David Gordon-Green, Jessica Harper, Jake Horowitz e Mark Rylance.
Primo amore on the road
Bones And All è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Camille DeAngelis (edito in Italia da Panini Books). Quella che viene raccontata è la storia di un primo amore, quello tra Maren, una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società e Lee, un tipo solitario dall’animo combattivo. È il viaggio on the road di due giovani che, alla continua ricerca di identità e bellezza, tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli e che non riesce a tollerare la loro natura.
La parola ai protagonisti
Bones And All è il primo film americano di Luca Guadagnino, che racconta così questa sua nuova avventura artistica: «Da ragazzino sono stato influenzato dal paesaggio americano e, in maniera inconsapevole, ho rinviato il momento di fare questo passo, anche perché era necessaria una maggiore maturità. Poi quando il mio amico David Kajganic mi ha fatto leggere il copione che stava scrivendo sono stato subito attratto in queste identità in cerca di una possibilità nell’impossibile».
Nei panni del giovane Lee troviamo il sempre più bravo (e affascinante) Timothée Chalamet: «È una storia è ambientata nel Midwest e ha per protagonisti dei personaggi diseredati. Con Taylor abbiamo riflettuto molto su questo punto e anche Luca ci ha parlato, ascoltando i nostri suggerimenti. Il mio è un ruolo da anima spezzata, davvero interessante. I nostri personaggi si isolano senza una vera identità e attraverso lo specchio dell’amore trovano il modo di formarsi e crescere. Il loro amore è tragico e fortissimo». E continua: «Tutti durante la pandemia abbiamo provato l’isolamento, per è necessario sempre il contatto con gli altri per capire chi siamo. È difficile vivere oggi, il crollo della società è già nell’aria, il film può gettare luce su queste cose».
Invece sul suo coinvolgimento nella produzione spiega: «Luca è quasi un padre per me e mi ha guidato, anche per quanto riguarda la produzione. Non avrei mai sperato di partecipare a un lavoro come questo e spero di continuare su questa strada, anche per film in cui non ci sono io, per portare sullo schermo voci e personaggi».
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