Oscar made in Italy: chi sono Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini
Anche l'Italia è salita sul palco dei vincitori nella notte degli Oscar: Bertolazzi e Gregorini hanno vinto per il miglior trucco. E non c'è stato nessuno scambio di busta!
Nonostante la notte degli Oscar 2017 si sia rivelata alla fine un pasticcio, ci sono dei piccoli-grandi successi per cui gioire. Il primo è indubbiamente la statuetta vinta dagli italiani Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini insieme a Christian Nelson nella categoria “miglior trucco e acconciatura”. Una bella soddisfazione anche vedere in nomination per il “miglior documentario” Gianfranco Rosi con Fuocoammare, anche se alla fine non ha vinto.
Grazie DC Comics
I film ispirati al mondo dei fumetti vengono quasi sempre snobbati dall’Academy, ma anche da chi in generale ha una visione del cinema più d’essai. Però noi non possiamo che ringraziare la DC Comics, perché è proprio grazie a Suicide Squad che Alessandro Bertolazzi e Giorgio Gregorini sono saliti sul palco per ritirare il loro meritatissimo Oscar.
Se avete visto il film sapete di cosa stiamo parlando: di un trucco e parrucco complicato, che in alcuni casi richiedeva ben tre ore di lavoro.
Bertolazzi (originario di Vercelli, ma attivo tra Londra e Los Angeles ormai da dieci anni) è stato il make-up designer e l’hair-stylist, mentre Gregorini (considerato uno dei più grandi parrucchieri al mondo) ha curato in particolare le parrucche.
Le dediche commoventi
Il primo, emozionatissimo, ha dichiarato: «Grazie! Voglio parlare, devo parlare, ho aspettato questo momento per 50 anni o forse di più. Dedico questo premio a mia moglie Giovanna, che mi sostiene da una vita, a mio figlio e agli immigrati». Il secondo, con un filo di voce, lo segue a ruota con una frase che tocca il cuore e commuove: «Dedico questo Oscar a mia moglie, che è morta e non è più con me».
Una dolce sconfitta
Anche se in fondo al cuore una piccola speranza di vincere c’era (com’è normale che sia), Gianfranco Rosi era consapevole del fatto che gli altri nominati nella categoria “miglior documentario” erano degli ossi duri. Alla fine, infatti, ha avuto la meglio O.J. Made in America di Ezra Edelman. Al regista italiano, però, va bene così: «Sono felicissimo di questo meraviglioso viaggio durato un anno. È stato davvero incredibile. Il film documentario ha finalmente assunto un valore universale». Ricordiamo che Fuocoammare era il candidato italiano come “miglior film straniero” e, dopo essere stato inizialmente escluso da questa categoria, era stato ripescato a sorpresa e inserito nella cinquina dei documentari. Il film nel 2016 aveva già vinto l’Orso d’oro al Festival di Berlino.
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