14/04/2023

Francesco Gabbani torna in tv e con un nuovo singolo

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 14/04/2023 Aggiornato il 14/04/2023

L'abitudine è il nuovo singolo di Francesco Gabbani, che è pronto per tornare anche su Rai 1 con lo show green Ci vuole un fiore. Ecco cosa ci ha raccontato

Francesco Gabbani

Francesco Gabbani è un artista che arriva dritto al cuore delle persone, con le sue canzoni che si nutrono di leggerezza pensosa (spesso da canticchiare e ballare, ma mai banali anzi ricche di spunti di riflessione) e una spontaneità che, diciamolo, non è sempre facile da trovare in chi arriva ai suoi livelli di popolarità.

Non c’è quindi da stupirsi se Rai 1 abbia deciso di puntare di nuovo su di lui, in versione One Man Show, con il programma Ci vuole un fiore che tornerà il 14 e il 21 aprile (in prima serata).

Nel frattempo Francesco ha pubblicato anche un nuovo singolo dal titolo L’abitudine, che ascolteremo anche nel corso dello show. Quale migliore occasione per fare due chiacchiere con lui?

L’abitudine secondo Gabbani

Non possiamo fare a meno di partire da L’abitudine, canzone che ci ha conquistato fin dal primo ascolto ed è frutto della sua collaborazione con Fabio Ilacqua, con cui Francesco Gabbani ha firmato altri successi come Amen, Occidentali’s Karma e Volevamo solo essere felici.

«Nel testo c’è il tentativo di suggerire delle riflessioni sul nostro modo di vivere contemporaneo, che ci fa ritrovare spesso (per forza di cose) all’interno di un sistema che ci fa diventare schiavi di un meccanismo di consumismo sfrenato per emulare gli altri e ottenere un certo status materiale, attraverso uno smartphone o un paio di occhiali di una certa marca. Questo sembra darci un senso di appartenenza, ma diventa un’abitudine sfrenata che confondiamo con la felicità» – spiega il cantautore – «Con questo brano ci rivolgiamo a tutti coloro che cercano il senso più profondo dell’esistenza, oltre la facciata che la fa da padrona nel momento storico che stiamo vivendo».

E la domanda scatta spontanea: i social possono contribuire a creare queste abitudini? «I social e il web in generale rappresentano degli strumenti di espressione e condivisione molto potenti, quindi spesso le alimentano. Vedo purtroppo le nuove generazioni ossessionate dai social tanto da mostrare agli altri ciò che in realtà non si è ma si vorrebbe essere, si rincorre una illusione che finisce per portare sofferenza, perché non prendi in giro solo gli altri ma in primis te stesso, finisci in un vicolo cielo». E aggiunge: «Io cerco invece di vivere un rapporto sano con i social, li utilizzo come canale di fruizione dei contenuti relativi al mio lavoro e tengo fuori la mia vita privata».

Ci vuole un fiore e il sentimento green

«Non mi aspettavo il successo di Ci vuole un fiore e lo dico senza ipocrisia, anche perché continuo a viverlo come un esperimento» – confessa Francesco Gabbani – «Sono felice che Rai abbia deciso di continuare questa avventura e di mostrarmi fiducia dandomi in solitaria il timone del programma (quest’anno Francesca Fialdini non ci sarà perché impegnata in altri progetti). Tra l’altro mi sono trovato a gerstire molto materiale, dato che la volta scorsa era solo una puntata e io avevo metà tempo della messa in scena, mentre ora la mole di lavoro è quadruplicata».

Gli ingredienti delle due serate dello show? «È un varietà a tutti gli effetti. Io mi muovo a tempo, ma avrò al mio fianco uno straordinario corpo di ballo inclusivo composto da ballerine e ballerini con caratteristiche diverse. Ci saranno momenti in cui performerò in una dimensione quasi teatrale, con monologhi che faranno ridere, ma anche piangere, emozionare e riflettere. Mi esibirò con gli ospiti che verranno a trovarmi, che saranno protagonisti di speach e interazioni di racconti».

Come sarà l’approccio green? «Cerchermo di sviscerare tutti i sottotemi del tema dell’ambientalismo e lo faremo tramite un mood sentimentale. È una cosa voluta da me, preferico spostare la lancetta sull’aspetto romantico piuttosto che su quello divulgativo-scientifico. È qualcosa che mi appartiene, perché io sono naturalmente green: sono nato e cresciuto a Carrara, dove ho deciso di rimanere a vivere nonostante le difficoltà logistiche del mio lavoro, amo stare in collina in mezzo al verde, in una dimensione ecosostenibile». E sottolinea: «Vorrei creare empatia con il pubblico a casa, riuscire a trasmettere questo approccio. Sono fortemente convinto che sia più efficace diventare ambientalisti spontaneamente, perché lo si sente, non per imposizione. Mi piacerebbe far capire che innamorarsi della natura significa amare anche noi stessi».

Un’estate ricca di live

Francesco si parla poi dei suoi altri progetti: «Sto scrivendo nuovi pezzi, che prima o poi diventeranno un album, ma lo sto facendo con serenità e senza fretta. Invece, con la stagione estiva, partirò con una serie di live che collimeranno con l’evento del 9 settembre a Carrara: in occasione del mio compleanno, infatti, ho deciso di festeggiare il mio percorso con i miei concittadini (che negli anni mi hanno dimostrato sempre un grande affetto) e i miei fan sparsi per l’Italia a cui ci tengo a far conoscere il territorio che ha contribuito alla mia formazione artistica. Era da anni che volevo farlo!»