18/10/2024

Festa del cinema di Roma 2024: arriva la cronaca nera con la serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 18/10/2024 Aggiornato il 18/10/2024

Di nuovo di stringente attualità con le rivelazioni più recenti alla 19esima Festa del Cinema di Roma viene presentata la serie tv Avetrana – Qui non è Hollywood 

Avetrana - Qui non è Hollywood

Sono passati 14 anni dall’omicidio della quindicenne Sarah Scazzi, per il quale sono state condannate all’ergastolo Sabrina Misseri e sua madre Cosima, ovvero la cugina e la zia della ragazza. Un caso di cronaca nera che ha sconvolto il nostro paese e ha avuto una forte eco mediatica, che non si è ancora del tutto placata.

Un caso raccontato ora anche da Avetrana – Qui non è Hollywood, serie tv presentata nella sezione Freestyle della 19esima Festa del Cinema di Roma e che sarà disponibile in streaming su Disney+ dal 25 ottobre.

Cosa c’è da sapere sulla serie

Avetrana è un paese bruciato dal sole nella periferia pugliese, a ridosso del mare. È il 26 agosto del 2010 quando Sarah, 15 anni, scompare. Tutto il paese è in subbuglio, soprattutto la cugina Sabrina, che nella sua casa di via Deledda, proprio quel pomeriggio, l’aspettava per andare al mare. Sembra una fuga innocente, ma non lo è. Mentre tutti la cercano, infatti, Sarah è già stata inghiottita nel nulla. La troveranno poi in fondo a un pozzo.

Basata sul libro Sarah la ragazza di Avetrana, scritto da Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni (edito da Fandango Libri) la serie (una produzione Groenlandia, prodotta da Matteo Rovere) è diretta da Pippo Mezzapesa, che ne ha scritto anche la sceneggiatura insieme ad Antonella W.Gaeta, Davide Serino, Carmine Gazzanni e Flavia Piccinni. Nel cast Vanessa Scalera, Paolo De Vita, Giulia Perulli, Imma Villa, Federica Pala, Anna Ferzetti, Giancarlo Commare e Antonio Gerardi. Da segnalare la end credit song della serie, ovvero La Banalità del Male, che vede Marracash autore e interprete: il brano nasce dalla collaborazione tra Marracash e il produttore Marz, che ne ha creato la musica.

La parola al regista

«Il cuore pulsante, il presupposto della serie è stato l’avvicinarci il più possibile all’umanità della storia, abbiamo cercato fin dall’inizio di entrare nel profondo di questa vicenda, senza essere morbosi e voyeuristici, ma con grazia e rimanendo nei confini del verosimile, esplorando la normalità del contesto da cui tutto è scaturito, ma anche l’abnormità che questo delitto ha suscitato. Abbiamo cercato di esplorare la difficoltà della comprensione del male» – spiega il regista Pippo Mezzapesa – «Il pericolo era quello di avere un coinvolgimento emotivo troppo forte che minasse la libertà di noi narratori, ma ci siamo comunque attenuti ai fatti emersi dalle tre sentenze».

 

…e agli interpreti

Nei panni di Cosima Misseri troviamo Vanessa Scalera, che durante la conferenza stampa racconta com’è entrata nel ruolo: «Sono partita dalla fisicità per creare la maschera. Avere addosso quasi venti kg in più non è stato facile, ma mi ha permesso di interpretare questo personaggio così scuro. Il fatto di provenire anch’io dalla Puglia, di conoscere la vita di molte donne (che, dopo aver passato buona parte della loro vita in campagna, finiscono per dimostrare più anni) e di aver potuto parlare il mio dialetto mi ha sicuramente aiutato».

Sabrina Misseri è invece interpretata da Giulia Perulli: «Ho pensato che fosse necessaria e inevitabile questa trasformazione fisica. Mi è stata affiancata una nutrizionista, sono ingrassata 22 kg, ho tagliato e tinto i capelli: tutti dettagli che erano fondamentali per entrare nel personaggio. L’emotività è invece uscita convivendo con quel corpo che non ti appartiene».

«Ho desiderato diventare il corpo carnale del sogno del regista» – dice invece Paolo De Vita che interpreta Michele Misseri – «Sul set, anche nello studio, ci ha legato lo stesso approccio e gli stessi sentimenti».

Nel cast anche Anna Ferzetti, che interpreta la giornalista Daniela: «Io rappresento la parte mediatica, ispirata alle varie figure giornalistiche dell’epoca» – spiega – «È una giornalista ambiziosa, che non guarda in faccia nessuno, però è anche la prima che fa due passi indietro. È stato bello lavorare sul ritrovamento del lato umano di questa donna, che è un po’ l’occhio esterno che eravamo noi 15 anni fa».