08/09/2022

Venezia 79: è arrivata la Siccità di Paolo Virzì

Laura Frigerio
A cura di Laura Frigerio
Pubblicato il 08/09/2022 Aggiornato il 09/09/2022

La 79esima Mostra del Cinema presenta fuori concorso Siccità, il nuovo film di Paolo Virzì, con un ricco cast che va da Silvio Orlando a Monica Bellucci, da Valerio Mastandrea a Claudia Pandolfi

Venezia, 79th Venice Film Festival 2022, Photocall film : Siccità
Pictured : Gabriel Montesi, Emanuela Fanelli, Monica Bellucci, Claudia Pandolfi, Elena Lietti, Sara Serraiocco, Valerio Mastandrea, Diego Ribon, Max Tortora, Paolo Virzì, Silvio Orlando, Tommaso Ragno, Vinicio Marchion

Il cinema italiano gode artisticamente di ottima salute e la 79esima Mostra del Cinema di Venezia lo sta dimostrando. Si può dire altrettanto delle sale di casa nostra? La speranza è che le persone, spinte dalla curiosità per i film presentati al festival, tornino a frequentarle come ai tempi pre-Covid. Questo è l’augurio di Paolo Virzì, che presentando (fuori concorso) il suo Siccità, ha dichiarato di avere fortemente voluto l’uscita al cinema (fissata per il 29 settembre) proprio per questo motivo. E ci auguriamo che questa nuova opera del regista toscano (a Venezia a cinque anni di distanza da Ella & John – The Leisure Seeker) riesca a sbloccare la situazione. Le carte in regola per farlo le ha tutte e vanta un grande cast composto da Silvio Orlando, Monica Bellucci, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi e Sara Serraiocco.

La sete di Roma

Siamo a Roma, dove non piove da tre anni. La mancanza d’acqua, per forza di cose, stravolge regole e abitudini degli abitanti. In questa città che muore di sete e di divieti si muove un coro di personaggi molto diversi tra di loro: giovani e vecchi, emarginati e di successo, vittime e approfittatori. Ognuno di loro cerca la propria redenzione, ma ancora non sanno che le loro esistenze sono legate in un unico disegno.

La parola ai protagonisti

«Lo stare separati ed isolati è stata un’occasione importante per interrogarsi sul senso del nostro lavoro» – spiega Paolo Virzì – «Questo film è un commento sociale, ma anche una commedia umana, una sorta di preghiera laica un po’ apocalittica e catastrofica. Non poteva che essere una storia collettiva di tanti destini e personaggi, intrecciati in un disegno che contenesse anche il segreto della salvezza possibile».

«Avevo già lavorato con Paolo in N (Io e Napoleone) e sono felice di far parte anche di questo film, che è profondo, drammatico e ironico come la vita. Poi c’è questo cast meraviglioso, che dà vita a dei personaggi che si incrociano e vanno in direzioni diverse, ma sono legati da un filo, sono tutti alla ricerca della redenzione» – dice Monica Bellucci.

«Il film poteva chiamarsi anche “Sete”, perché parla della sete delle persone di tornare a una vita normale, di relazione e affetto con gli altri. Una vita fatta di cose semplici, che oggi ci viene un po’ negata» – sottolinea Silvio Orlando.

Gli fa eco Claudia Pandolfi: «Io sono sfacciatamente empatica, tutto il contrario del mio personaggio. Ci tengo ad avere un rapporto di comunicazione con le persone, non possiamo privarci di questo grande privilegio».

Interviene Emanuela Fanelli: «Invece il mio personaggio cerca disperatamente qualcuno che le voglia un po’ di bene, una speranza che fa parte dell’essere umano. È per questo che, nonostante l’apparenza, la trovo una donna molto vitale».

«In questa storia ci sono vari tipi di personaggi, con una trasversalità legata alla situazione. Oggi invece vedo una rabbia e una cattiveria standardizzata, a cui bisognerebbe ribellarsi» – dice Max Tortora.

«Il film tratta di un tema attuale e la giusta distanza l’ha presa con il linguaggio e la metafora, ovvero ciò che dovrebbe fare il cinema» – precisa Valerio Mastandrea.