Tenet: l’agente segreto di Nolan è un cavaliere senza macchia
L'ultimo film di Nolan è cerebrale come non mai ma è una gioia per gli occhi e ha un ritmo adrenalinico che vi terrà con il fiato sospeso fino alla fine
Rinviato ben tre volte a causa della pandemia, Tenet ha la grande responsabilità di dover risollevare le sorti del cinema mondiale attirando al botteghino anche i più titubanti. E se a incuriosirvi non dovesse bastare la trama, che esplora il concetto di inversione temporale, ci penserà di sicuro il cast, dal solido John David Washington alla flessuosa Elizabeth Debicki, passando per il fascino british di Kenneth Branagh, Michael Caine, Robert Pattinson e Aaron Taylor-Johnson.
Come James Bond, ma più virtuoso
Atleta professionista, figlio d’arte e attore con alle spalle una standing ovation di sei minuti al festival di Cannes, John David Washington è la scelta ideale per interpretare il Protagonista senza nome di Tenet, distante dal cinismo tipico degli agenti segreti ma altrettanto affascinante e letale.
Scegliendo un protagonista dotato di una fede incrollabile nell’umanità, il regista Christopher Nolan ha voluto rompere con la tradizione delle spy-story e con i loro protagonisti moralmente ambigui.
Anche sul piano sentimentale: più che un seduttore, il Protagonista è un cavaliere senza macchia al centro di un triangolo amoroso che prende in prestito la damigella in pericolo dalla miniserie The Night Manager (2016). Vulnerabile nonostante il suo metro e novanta, Elizabeth Debicki è particolarmente convincente nel ruolo di moglie-ostaggio dell’antagonista Andrei Sator, miliardario privo di scrupoli interpretato da Kenneth Branagh.
Viviamo in un mondo crepuscolare
Tutto quello sappiamo della missione del Protagonista, avvolta in un velo di segretezza che ha accompagnato tutta la produzione del film, è che metterà in discussione il concetto di tempo lineare a cui siamo abituati. Passato e futuro si intrecciano grazie a una tecnologia surreale proveniente dal futuro, in grado di invertire l’entropia degli oggetti o delle persone. Nelle mani sbagliate può portare il mondo sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale con conseguenze più devastanti di un olocausto nucleare, scenario che il Protagonista ha il compito di prevenire ad ogni costo. La chiave per accedere a questo misterioso processo è racchiusa nel palindromo Tenet – il come non è da capire, ma da sentire. Insieme alla meccanica quantistica, l’altra fonte di ispirazione di Tenet è il quadrato magico del Sator, iscrizione latina rinvenuta per la prima volta negli scavi di Pompei. Se siete confusi e state già cercando un amico laureato in fisica e/o in archeologia che vi aiuti a capire come conciliare queste due informazioni, non siete i soli. A John David Washington sono servite cinque ore per leggere il copione e persino Michael Caine, che con Nolan lavora spesso, ha avuto qualche difficoltà a capire dove volesse andare a parare con questo mix di esoterismo e scienza. Questo non impedisce al film di mantenere un ritmo serrato, pieno di sequenze adrenaliniche che giustificano l’altissimo budget.
Una festa per gli occhi
A prescindere dalle circostanze sfavorevoli con cui arriva in sala, Tenet è un film che merita di essere visto sul grande schermo. Girato in sette paesi – Regno Unito, Stati Uniti, Danimarca, Estonia, India, Norvegia e Italia – è il frutto di un investimento da oltre 200 milioni di dollari che ha già conquistato gran parte della critica. Persino chi ha trovato la sceneggiatura deboluccia è rimasto incantato dalla fotografia, affidata anche questa volta all’olandese Hoyte van Hoytema di Interstellar (2014) e Dunkirk (2017).
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