Pupi Avati ci fa commuovere con Lei mi parla ancora
Il nuovo film di Pupi Avati con Stefania Sandrelli e Renato Pozzetto andrà in onda in prima assoluta su Sky Cinema e NOW TV l'8 febbraio
«È importante non spezzare il filo che lega il cinema al pubblico». Parola di Nicola Maccanico, CEO di Vision Distribution, che è pronto per portare sul piccolo schermo, attraverso Sky Cinema e NOW TV, il nuovo film-gioiello firmato da Pupi Avati. Il titolo è Lei mi parla ancora ed è ispirato all’omonimo romanzo, dalla vena autobiografica, scritto da Giuseppe Sgarbi (padre di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, scomparso tre anni fa) con l’aiuto del ghostwriter Giuseppe Cesaro.
Una storia delicata, che tocca il cuore e commuove, immersa nel mondo registico di Avati, fatto di elegante nostalgia.
Nei ruoli dei protagonisti Nino e Caterina ci sono, nella versione anziana, Renato Pozzetto e Stefania Sandrelli, mentre in quella più giovane Lino Musella e Isabella Ragonese. Nel cast anche Fabrizio Gifuni, Chiara Casella, Alessandro Haber, Matteo Carlomagno, Nicola Nocella, Gioele Dix e Serena Grandi.
Un amore senza tempo
Nino e Caterina sono sposati da sessantacinque anni e il loro amore è forte, come il primo giorno. Quando però Caterina muore, Nino si sente perso senza di lei e i suoi due figli non sanno cosa fare. Notando che lui continua a ricordare con grande lucidità degli episodi della loro vita, la figlia decide di sfruttare il suo lavoro nell’editoria per motivarlo e assume il ghostwriter Amicangelo per scrivere, attraverso i suoi ricordi, un libro sulla storia d’amore dei suoi genitori. All’inizio Nino non accetta la sua presenza di buon grado, però ben presto tra di loro si creerà una certa sintonia. Nino inizierà a fidarsi del suo editor e a raccontargli i suoi pensieri più profondi. Amicangelo, dal canto suo, imparerà quanta ricchezza nella vita di un uomo può portare un sentimento così profondo e inattaccabile.
La parola ai protagonisti…
«Penso che questa sia una storia d’amore esagerata, in grado di sedurre tutti, compresi i più giovani, perché viviamo in un momento storico fatto di precarietà degli affetti. Oggi si ha paura di esporsi, di parlare del proprio amore. Riproporre il “per sempre” è un mio dovere, ho 82 anni e conosco la vita talmente bene che so l’importanza che ha avuto per noi la possibilità di illudersi che le cose abbiano un lieto fine” – spiega Pupi Avati in conferenza (via Zoom).
«Quando Pupi mi ha telefonato per propormi la parte ho chiesto di leggere la sceneggiatura e mi è bastato leggere le prime pagine per commuovermi» ammette Renato Pozzetto. Della stessa idea è Stefania Sandrelli, che dice: «Questa è la prima volta con Pupi e lavorare con lui è stato davvero prezioso, poi girare un film così alla nostra età è ancora più emozionante e magico».
«È stato un lavoro estremamente delicato, Pupi mi ha indirizzato passo dopo passo e io ho cercato ci legarmi alla dolcezza che Renato ha dato al personaggio» dice Lino Musella. Invece Isabella Ragonese ammette: «Essere come Stefania è impossibile, perché è unica e io potevo solo riportare la sua potenza, la sua luminosità. Quello di Caterina poi è un personaggio che non si può slegare dal marito, quindi io e Lino abbiamo lavorato molto su questo».
… e al resto del cast
«Amicangelo è l’irruzione del contemporaneo in un mondo ottocentesco. Avevo un piede nel presente e la possibilità con l’altro di entrare nel mondo di Pupi Avati, un grande maestro che ha padronanza del racconto» spiega Fabrizio Gifuni.
«Io sono Giulio, che lavora da anni nella casa di Nino e Caterina. Questo è il secondo film che faccio con Pupi e come sempre mi sono affidato a lui. E sono felice, anche perché ho potuto avere molte scene con Fabrizio Gifuni, che è uno dei miei attori preferiti» ammette Nicola Nocella.
Seconda volta con Avati anche per Chiara Casella, alla quale è stato affidato il ruolo della figlia che nella realtà è Elisabetta Sgarbi: «Ho costruito il personaggio tenendo come focus il fatto che Pupi l’abbia chiamato semplicemete “la figlia”, con la consapevolezza che dovevo interpretare una persona reale e che conosco. Però non l’ho chiamata, ho preferito approcciarmi a lei come se fosse un personaggio storico».
A completare il quadro Serena Grandi, che è la madre di Nino: «Clementina è una grande donna, che vuole il meglio per il figlio. È un personaggio che mi sono sentita dentro, forse perché come madre sono molto simile a lei».
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