Festa del cinema di Roma 2024: Gabriele Muccino racconta una storia d’amore adrenalinica
Nella sezione Grand Public della 19esima Mostra del Cinema di Roma anche il regista Gabriele Muccino con Fino alla fine, un film con tocchi thriller e un cast internazionale
È un regista appassionato Gabriele Muccino ed è veramente bello sentirlo mentre racconta le sue opere, come è successo anche alla 19esima Festa del Cinema di Roma dove è stato presentato (nella sezione Grand Public) il suo nuovo film Fino alla fine, che uscirà nelle sale il 31 ottobre grazie a 01 Distribution.
Si tratta di una storia d’amore che diventa un thriller adrenalinico, scritta dallo stesso da Gabriele Muccino con Paolo Costella.
Il film è prodotto da Lotus Production, una società Leone Film Group con Rai Cinema, in associazione con Adler e con Ela Film). Il cast internazionale è capitanato dall’attrice americana Elena Kampouris, che dà vita a questo film insieme a Saul Nanni, Lorenzo Richelmy, Enrico Inserra, Francesco Garilli, Ruby Kammer, Yan Tual, Mitch Salm, Grace Ambrose, Syama Rayner e Samuel Kay.
Sull’orlo del baratro
Sophie è una ventenne americana in vacanza a Palermo con la sorella. Quando sta per tornare in California, nelle ultime 24 ore del suo soggiorno in Sicilia, incontra Giulio e il suo gruppo di amici. Sarà proprio questa giornata a cambiare per sempre il corso della sua vita: la giovane, infatti, scoprirà che la vita è fatta di scelte e quelle che farà la porteranno a camminare sull’orlo del baratro, trasformando una semplice storia d’amore in una di sopravvivenza, riscatto e pura adrenalina. Questo gruppo di ventenni, ancora inesperti nel maneggiare la vita, scopriranno quanto sia facile commettere errori.
La parola a Gabriele Muccino
«Non è un film generazionale. Odio questo termine dal 2001» – ci tiene subito a precisare Gabriele Muccino – «Non vorrei che fosse visto e descritto come un film sui ragazzi di oggi, perché in realtà vengono raccontate dinamiche universali, che non hanno età. Certo la giovinezza dei protagonisti porta quella componente di impeto e il sentirsi immortali, ma tutto il resto ha a che fare con la natura umana e con il fatto che ci sia una linea invisibile tra il giusto e lo sbagliato, tra il bene e il male. Una linea che è molto facile attraversare».
«Era da tempo che volevo raccontare questa linea di confine. Mi ricordo che vidi American Beauty mentre stavo scrivendo L’ultimo bacio e in fondo volevo che anche nel mio film ci fosse il morto. La voglia di esplorare il nero, di scavalcare quel muro l’ho sempre avuto» – spiega il regista – «La paura è per me una compagna di viaggio necessaria, la voglia di osare ha sempre fatto parte del mio percorso e ogni volta che ho girato dei film “safe” sono venuti meno buoni. Invece Fino alla fine è stato girato con i brividi addosso».
…e al cast
«Questo è un film girato in due lingue senza doppiaggio, Gabriele è stato un vero genio anche nel supportare tutto noi. Mi ha dato grande coraggio e sul set siamo diventati una grande famiglia» – dice Elena Kampouris – «È stato facile empatizzare con Sophie, perché penso che tutti abbiano voglia di vivere al massimo e lasciarsi andare. Io però devo dire che, nella mia vita personale, sono molto più cauta».
«Siamo in un momento storico in cui ciò che viene raccontato dal film vale per tutti. Se ci pensate i ventenni di oggi si preoccupano per il futuro del nostro pianeta e raccomandano ai genitori di rispettarlo. È nobilissimo, ma i giovani dovrebbero essere incendiari e invece sono i pompieri» – dichiara Lorenzo Richelmy – «Siamo tutti fermi e ci dovremmo chiedere quanto siamo veramente liberi, perché ci sentiamo impossibilitati a fare delle scelte. In Italia succede perché siamo in un paese vecchio. Tutti dovremmo ricordarci di essere padroni delle nostre vite e vale per tutte le generazioni».
Gli fa eco Saul Nanni: «È un film che parla della libertà di poter scegliere e di tutte le sfaccettature dell’umanità con la sua vastissima gamma di emozioni».
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